La presunta aggressione di Romano Prodi ai danni di Lavinia Orefici, una giornalista di Quarta Repubblica, il talkshow politico condotto da Nicola Porro, che promette un video per inchiodare l’ex presidente del Consiglio, è su tutte le prime pagine dei quotidiani di destra, che lamentano: uno, il tentativo dei quotidiani di sinistra di insabbiare l’accaduto (per Daniele Capezzone, Libero, la notizia sparisce dai giornali del gruppo Gedi e dal Corriere, per Stefano Zurlo, Il Giornale, “Prodi ha buona stampa”); due, cosa sarebbe accaduto a parti invertite e cioè se a tirare, forse, i capelli della giornalista fosse stato un politico di destra? Lo dice nel suo editoriale in apertura de Il Tempo Tommaso Cerno: “Immaginatevi se Ignazio La Russa, che però è un galantuomo, avesse fatto qualcosa di simile”. E in effetti, più che immaginarcelo, ce lo siamo ricordati. Quando nel 2011, durante la manifestazione organizzata da Giuliano Ferrara al teatro Dal Verme di Milano, l’allora ministro della Difesa, un galantuomo, pestò il piede all’inviato di Annozero Corrado Formigli. E La Russa fece anche meglio di Prodi in quanto a toni, rispondendo alla domanda di un giornalista sulle minorenni ad Arcore così: “Chi era, tua sorella?”

Cercando sul web, non sembra che Libero diede la notizia in quei giorni. Piuttosto si lanciò, poco dopo, in un’apologia, firmata da Giulio Bucchi, del “diritto di rabbia” del ministro: “Qualcosa del camerata che fu probabilmente gli è restato dentro, ma non è nulla di negativo. È una passione viscerale, un misto di polvere pirica e sangue bollente che gli permette di essere simpatico […] e assieme infiammabile”. Il Giornale, invece, con un pezzo a firma di Alessandro Gnocchi, pur premettendo che “La Russa ha fatto male a pestare i piedi al giornalista”, perculava il vittimismo di Formigli. Si ricordava anche un “Vada a farsi fottere” di Massimo D’Alema a Giovanni Sallusti a Ballarò, perché non c’è niente di meglio, per mostrare i propri doppi standard, che accusare gli altri di avere un doppio standard.
Nota a margine sul sesso dei giornalisti: una violazione dello spazio personale di un giornalista è uguale a una violazione dello spazio personale di una giornalista. Donna o uomo, fa poca differenza. La sinistra sarebbe stata meno incoerente se non avesse detto nulla su un’eventuale aggressione ai danni di un giornalista uomo? E La Russa avrebbe compiuto un gesto ancora più grave se avesse pestato il piede a una giornalista donna? Per la destra è quello che pensa la sinistra (ma la sinistra, a dispetto del racconto di destra, non pensa questo), ma forse è la destra – e la morale cavalleresca – a crederlo. Il fatto che l’incoerenza evidenziata dai giornali di destra riguardi il femminismo e non la violenza tout court, cosa ci dice del rapporto tra la destra e la violenza stessa?
