Non ha avuto il tempo neppure di trascorrere le vacanze in Puglia che Giorgia Meloni è stata risucchiata da uno scomodo episodio riguardante un membro del suo governo. Il malcapitato è sempre lui: Gennaro Sangiuliano, il ministro della Cultura che, da quando è salito in carica, ha fatto parlare di sé più per gaffe e dichiarazioni fuori luogo, che non per successi culturali. Da giorni i riflettori dei media sono puntati su una donna misteriosa: Maria Rosaria Boccia. La signora, o signorina che dir si voglia, aveva dichiarato sui social di essere stata nominata da Sangiuliano come "Consigliere per i Grandi Eventi". Dal ministero della Cultura avevano smentito l'incarico, scatenando la “vendetta” di Boccia. L'influencer da circa 30mila follower – così è stata definita dagli organi di stampa – ha quindi condiviso gli screenshot di due gruppi Whatsapp legati al ministero della Cultura, a ribadire come non fosse un soggetto estraneo all’interno del dicastero.
Risultato: la scintilla si è trasformata in un incendio. La posizione di Sangiuliano ha iniziato a traballare, anche se il ministro e Meloni sono intervenuti per sminuire la vicenda. Già, perché c’è chi chiedeva quali ruoli ricoprisse veramente Boccia e chi cercava di capire se la signora venuta dal nulla avesse avuto accesso a carte riservate relative all'organizzazione del G7 della Cultura, in programma dal 19 al 21 settembre tra Napoli e Pompei. La premier e Sangiuliano, in coro, hanno rispedito ai vari mittenti ipotesi e congetture. In una lettera inviata al quotidiano La Stampa, lo stesso Sangiuliano ha ammesso di aver “maturato l’intendimento di conferire alla dottoressa Boccia l’incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi”, e garantito che per lei “non è mai stato speso neanche un euro per un caffè”. Questa, in sostanza, è la versione “fatta bere” anche a Giorgia Meloni.
Ricapitolando: Boccia, secondo Sangiuliano, non aveva alcun accesso a documenti riservati del G7. Giallo risolto con una banale gaffe – l’ennesima – commessa dal ministro in questione? Nemmeno per idea. Dagospia, infatti, ha pubblicato una mail interna al ministero della Cultura nel quale si parlava di un sopralluogo agli scavi di Pompei per un evento inerente al G7. Quel sopralluogo era stato fatto da Sangiuliano e Boccia... Ma il peggio, per la coppia Sangiuliano-Meloni, è arrivato quando “l’influencer Boccia” ha condiviso sui suoi canali social alcuni dei famigerati documenti riservati. Si tratta di fogli, in parte censurati, che riportano intestazioni riguardanti il G7. A Palazzo Chigi temono che la signora possa essere in possesso di audio e video compromettenti su Sangiuliano, ha aggiunto Il Foglio. Già, perché in una storia postata poco fa da Boccia si sente una voce femminile che potrebbe essere quella di Federica Corsini, moglie del ministro. “Mi garantisce che questa persona (Boccia ndr) non ha avuto accesso a nessun documento riservato e che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per lei", spiegava Meloni parlando di Sangiuliano. La signora di Pompei avrebbe invece - così dice lei - ottenuto documenti riservati e pure rimborsi dal ministero. “Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo Segreteria del ministro”, ha scritto su Instagram. E la toppa di Sangiuliano? Peggiore del buco. Ma un’altra domanda sorge spontanea: dopo questa assurda vicenda qualcuno pagherà per la leggerezza mostrata o continueranno tutti a far finta di niente?