Da giorni si parla dei cinque morti in un deposito Eni. Ma c’è qualcosa che non torna e che nessuno dice con chiarezza. Perché questa cosa che è successa nessuna la chiama come dovrebbe essere chiamata: ovvero strage di Stato. In questa storia infatti c'è qualcosa che nessuno vi dice chiaramente e su cui invece dovremmo riflettere. Cinque morti in un DEPOSITO ENI. Ebbene signori Eni non è un'azienda come le altre. Eni è la più importante azienda in Italia, partecipata al 30% dallo stato. Per chi non lo sapesse, e forse ce lo dimentichiamo troppo facilmente, Eni è un'azienda il cui maggiore azionista è la Repubblica italiana, più del 30%. Pensate che Eni spa, seconda azionista di sé stessa, non ha nemmeno il 3% delle azioni. Un decimo di quelle in mano allo Stato. Proprio per questo chiedo: avete sentito qualche dichiarazione ufficiale del governo sulla strage? Il ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, al cui ministero fanno riferimento le quote di Eni, ha parlato? NO. Giorgetti è della Lega. Il suo capo Matteo Salvini, sempre duro e puro in caso di tragedie e morti, ha twittato qualcosa? Nein. Zero. Ha twittato su una donna investita ma su Eni niente.
Tutti buoni a incensare Meloni come donna più potente d'Europa. Potrebbe dire qualcosa e invece nemmeno lei. Il Pd ha fatto solo un post ma molto blando. Tutti gli altri, non pervenuti. Solo Alleanza Verdi e Sinistra vuole fare un’interrogazione. Eppure la Procura ha parlato di “condotte scellerate”. I camionisti si lamentavano dell'odore di gas da anni. Ricordiamolo quindi: la Procura che indaga Eni è lo Stato che indaga su sé stesso, perché lo Stato in quanto azionista incassa i dividendi da Eni. Insomma, questa tragedia racconta molto di come è l'Italia, ma molti fanno finta di niente. Sai com’è, i morti sul lavoro non vanno mai in trend. E non fanno engagement.