Il panorama bancario italiano torna a infiammarsi. Come analizzato da Alessandro Graziani su 24+ de Il Sole 24 Ore, la nuova ondata di acquisizioni ostili ha preso il posto delle fusioni amichevoli che avevano dominato il settore nei primi anni Duemila. Il clima cordiale che portò a fusioni come quella tra Intesa e Sanpaolo-Imi o tra UniCredit e Capitalia sembra ormai un lontano ricordo. Al suo posto, una scacchiera di mosse aggressive e unsolicited che stanno ridisegnando il sistema finanziario italiano.
Il trend delle Opa ostili
Dal 2020 in poi, le offerte pubbliche non concordate sono diventate il segno distintivo del risiko bancario. Dall’Opas di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, alle mosse di Crédit Agricole sul Credito Valtellinese e Generali su Cattolica, le acquisizioni ostili si sono moltiplicate. Gli ultimi episodi, l’Opa di Banco Bpm su Anima Sgr e quella di UniCredit sullo stesso Banco Bpm, hanno acceso ulteriormente il dibattito.
Ma l’azione non si ferma qui. La settimana scorsa, Banca Ifis ha lanciato un’Opas sul 100% di Illimity, aprendo il 2025 con un colpo di scena. È il segnale che il risiko bancario italiano non riguarda solo i grandi gruppi, ma si estende anche a nicchie strategiche, dalle reti di consulenza ai sistemi di pagamento.
Orcel e UniCredit: lo sguardo su Banco Bpm
Tutti gli occhi sono ora puntati su Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, che giovedì 16 gennaio incontrerà la stampa italiana in occasione della presentazione della partnership con Ferrari. Il mercato si aspetta che Orcel possa rivelare nuovi dettagli sull’offerta pubblica di scambio lanciata su Banco Bpm, considerata una mossa chiave per rafforzare la posizione di UniCredit in Italia e in Europa.
Orcel, noto per il suo approccio diretto e audace, sta spingendo UniCredit verso una fase di acquisizioni mirate. Tuttavia, il successo dell’operazione su Banco Bpm non è scontato. La banca guidata da Giuseppe Castagna ha già mostrato resistenza, definendo l’Ops una “killer acquisition” e portando il caso all’attenzione dell’Antitrust.
Azimut, Illimity e lo scacchiere delle fintech
Un altro protagonista della settimana è Azimut Sgr. Il gruppo presieduto da Pietro Giuliani ha in programma una conferenza stampa per discutere lo spin-off di circa mille consulenti finanziari in una nuova banca digitale. La mossa potrebbe risentire dell’Opa di Banca Ifis su Illimity, originariamente partner strategico del progetto fintech di Azimut.
Il rischio è che l’acquisizione di Illimity cambi le dinamiche del piano di Azimut, costringendo il gruppo a rivedere le sue strategie. La situazione, come sottolinea Graziani, è un’ulteriore dimostrazione di come il risiko bancario italiano non coinvolga solo colossi tradizionali, ma anche attori innovativi e agili.
Un 2025 di incertezze e opportunità
Mentre i mercati osservano con attenzione, il futuro del settore bancario italiano si gioca su più fronti: consolidamento, innovazione e nuove tensioni geopolitiche. Sarà interessante vedere se il 2025 continuerà a segnare il dominio delle Opa ostili o se emergeranno nuove forme di collaborazione.
Riusciranno Orcel, Azimut e gli altri protagonisti a trovare il giusto equilibrio tra aggressività e visione strategica? O il rischio di frammentazione e conflitti minerà il potenziale di crescita del settore? La partita è appena iniziata.