Mentre l’eco dei brindisi di Capodanno svanisce, il risiko bancario italiano si risveglia dal torpore festivo. L’Ops di UniCredit su Banco Bpm è tornata al centro dell’attenzione, ma il silenzio attorno alle manovre di Andrea Orcel e Giuseppe Castagna sembra preludere a una partita che potrebbe accendersi da un momento all’altro.
Come scrive Angelo De Mattia su Milano Finanza, durante le vacanze “era stato previsto nelle cronache che, nelle vacanze di Natale, vi sarebbe stato un confronto in Francia tra l’ad di UniCredit e i vertici di Crédit Agricole, soggetto fondamentale per la tentata aggregazione o, all’opposto, per il suo fallimento”. Se l’incontro sia effettivamente avvenuto rimane un interrogativo, ma il nodo Agricole resta uno degli snodi cruciali per il destino dell’operazione.
Intanto, voci di corridoio riferiscono di un approfondimento giuridico da parte del governo e dell’Avvocatura dello Stato, in merito all’attivabilità del Golden Power. L’intervento potrebbe rappresentare “un non favor del governo stesso nei confronti di un’eventuale aggregazione tra i due istituti o comunque una possibile convinzione sui limiti e sulle condizioni che una tale operazione dovrebbe rispettare”, scrive De Mattia.
Ma è proprio l’atteggiamento prudente del governo a far riflettere. “È singolare che in presenza di un'ipotesi di aggregazione il governo si attivi e chieda un approfondimento delle proprie attribuzioni, mentre si continui a tacere nel versante della Vigilanza bancaria”, osserva De Mattia, sottolineando la necessità di un’indicazione generale che chiarisca la visione delle autorità sulla stabilità del sistema bancario.
La partita ricorda da vicino il caso spagnolo, dove il governo Sanchez si è opposto apertamente alla fusione tra Bbva e Sabadell per timore di esuberi e riduzione del presidio territoriale. Una situazione simile potrebbe concretizzarsi anche in Italia? “De te fabula narratur”, suggerisce De Mattia, lasciando intendere che le analogie potrebbero non fermarsi qui.
Dall’altra parte del campo, Giuseppe Castagna gioca la sua partita con determinazione. A chi gli chiedeva se il governo sarebbe intervenuto in difesa di Banco Bpm, rispondeva con fermezza: “Siamo in grado di difenderci da soli”. Un messaggio chiaro che riflette la fiducia nella solidità dell’istituto e nella sua capacità di resistere all’assalto di UniCredit.
Rimane però il nodo del pluralismo bancario, tema che si intreccia con le preoccupazioni per la stabilità territoriale e la protezione del risparmio. “La struttura di impresa dell’attività bancaria non esclude l’attenzione all’economia dei territori”, ricorda De Mattia, sottolineando l’importanza di mantenere una pluralità di attori nel settore creditizio.
I primi mesi del 2025 potrebbero essere decisivi. Le mosse di Orcel e Castagna, il ruolo (eventuale) del Golden Power e le reazioni di Crédit Agricole e del governo delineano uno scenario incerto, ma carico di potenziali colpi di scena.
Come in una partita di scacchi, i pezzi si muovono lentamente, ma una mossa azzardata potrebbe cambiare l’intero equilibrio. Il risiko bancario italiano è appena cominciato.