Francesco Gaetano Caltagirone ha scelto il momento più delicato - e forse decisivo - per entrare in scena. A pochi giorni dall’assemblea di Mediobanca del 16 giugno, l’imprenditore romano ha aumentato la sua partecipazione nella merchant bank dal 7,39 per cento a un soffio dal 10 per cento. Una mossa che ricorda quella dell’ottobre 2023, quando, in occasione del rinnovo del consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia, salì al 9,98 per cento per sostenere la lista di Delfin. Questa volta, però, l’obiettivo sembra essere un altro: bloccare l’offerta pubblica di acquisto e scambio (ops) promossa da Banca Ifis su Illimity Bank. Se l’ops non dovesse andare in porto, gli azionisti di Illimity rischiano di trovarsi con un titolo che potrebbe perdere circa il 25 per cento del suo valore, secondo gli analisti di Equita. Una prospettiva poco allettante per chi ha investito nel gruppo fintech, che potrebbe trovarsi a fare i conti con un titolo sottovalutato e con scarse prospettive di crescita. Nel frattempo, Andrea Orcel, Ceo di Unicredit, non esclude un rilancio su Banco Bpm. In un’intervista alla Morgan Stanley European Financials Conference, ha dichiarato che, se dovesse emergere più valore nell’operazione, la banca sarebbe pronta a rivedere la sua offerta. Tuttavia, l’operazione è ostacolata dalle condizioni imposte dal governo italiano, che ha utilizzato i suoi poteri speciali per limitare l’acquisto di Banco Bpm da parte di Unicredit. Le restrizioni includono la cessazione degli affari con clienti russi entro nove mesi e il mantenimento del rapporto prestiti/depositi per cinque anni. Unicredit ha presentato ricorso contro queste condizioni, ma il tribunale italiano ha rinviato la decisione al 9 luglio. Nel frattempo, la scadenza per presentare l’offerta è stata prorogata al 23 luglio.

Ma la vera partita si gioca a Trieste, dove si decide il futuro delle Generali. Caltagirone, con una partecipazione del 9 per cento nel gruppo assicurativo, sta preparando la sua mossa per influenzare l’assemblea di Generali e, attraverso la sua influenza su Mediobanca, indirizzare la strategia del gruppo. Tuttavia, il Ceo di Generali, Philippe Donnet, ha criticato l’offerta di Mps su Mediobanca, definendola priva di logica industriale e motivata principalmente da interessi strategici per acquisire il controllo di Generali. Donnet ha sottolineato l’importanza di mantenere Generali indipendente e orientata a livello internazionale. In questo scenario, la posizione di Caltagirone e degli altri grandi azionisti di Mediobanca, come Delfin e i Benetton, sarà cruciale per determinare l’esito della battaglia per il controllo delle Generali. Il risiko bancario italiano è in pieno svolgimento, con le mosse di Caltagirone, Orcel e altri protagonisti che stanno ridisegnando gli equilibri del sistema finanziario. Le prossime settimane saranno decisive per capire quale direzione prenderà il settore bancario e assicurativo italiano. Con l’assemblea di Mediobanca alle porte e le scadenze per le offerte su Illimity e Banco Bpm in arrivo, il gioco è aperto e le sorprese non mancheranno.
