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Risiko bancario, Messina (Intesa) dice “fermati” a Orcel (UniCredit) su Generali e benedice il Golden Power del Governo Meloni. Intanto Lovaglio (Mps) chiama Banco Bpm nell’operazione su Mediobanca?

  • di Matteo Suanno Matteo Suanno

27 maggio 2025

Risiko bancario, Messina (Intesa) dice “fermati” a Orcel (UniCredit) su Generali e benedice il Golden Power del Governo Meloni. Intanto Lovaglio (Mps) chiama Banco Bpm nell’operazione su Mediobanca?
Il Consiglio nazionale della Fabi, il principale sindacato del settore del credito italiano, è diventato il palcoscenico ideale per il risiko bancario: l’ad di Intesa San Paolo, Carlo Messina, finora spettatore interessato delle trasformazioni in corso, ha salutato il Golden Power in mano al Governo come strumento che salvaguarda il risparmio, un tema di “sicurezza nazionale”. Intanto a Bruxelles è in corso una doppia valutazione sui poteri speciali che Palazzo Chigi ha imposto sulla scalata di UniCredit a Bpm. A parlare è stato anche l’ad di Monte dei Paschi di Siena Luigi Lovaglio, che a prorposito di Mediobanca…

di Matteo Suanno Matteo Suanno

Fino ad ora è stato spettatore interessato del risiko bancario, mentre Intesa Sanpaolo ha approfittato, insieme alle altre grandi banche italiane, della “botta” sugli utili sospinta dalle grandi trasformazioni in corso nel panorama del credito italiano. Ma Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa, non ha di certo fatto mancare la propria visione sulle grandi partite aperte, dal Golden Power ai piani di Andrea Orcel su Generali. E proprio su quest’ultimo punto è partito in quarta davanti al Consiglio nazionale della Fabi, il principale sindacato del settore del credito: “Se Unicredit decidesse di scalare Generali chiamerei Andrea Orcel e gli direi fermati”. Le voci su una possibile acquisizione di Unicredit del Leone si rincorrono da tempo, e in molti nel settore sostengono che il vero e principale obiettivo dalle parti di Piazza Gae Aulenti sia proprio Trieste. Ma buona parte dell’intervento di Messina ha riguardato la questione attorno al Golden Power, che definisce “qualcosa che fa parte del nuovo mondo” e uno strumento che ha un suo ruolo nelle grandi trasformazioni in corso: “Le questioni che riguardano il risparmio sono di indipendenza nazionale, sono di sicurezza nazionale e francamente mi stupisco che non ci abbiano pensato prima”. Per Messina l’esistenza dei poteri speciali è un fatto rassicurante, anche in riferimento alle possibili sinergie tra Generali e Natixis, che creerebbe un gigante assicurativo italo-francese: “Se l’Intesa Sanpaolo italiana si mettesse con l’Intesa Sanpaolo spagnola, si creerebbe un problema di sicurezza nazionale nei due rispettivi Paesi. Non mi infilerò mai in un’operazione di questo tipo”. Messina ha infine spalancato le braccia alla premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sostenendo che “grazie a loro abbiamo una gestione eccellente del debito pubblico e della finanza pubblica”.

meloni orcel unicredit risiko bancario banco bpm golden power
Il braccio di ferro tra la premier Giorgia Meloni e Andrea Orcel, ceo di Unicredit, illustrato

Sull’operato di governo in merito al risiko bancario, l’Unione europea non sta a guardare. Bruxelles infatti avrebbe alzato il livello di guardia sull’utilizzo dei poteri speciali da parte del governo nella partita tra Unicredit e Banco Bpm. Prosegue infatti il procedimento Eu Pilot, che prevede una discussione tra la Commissione – nello specifico, la Direzione servizi finanziari – e gli Stati membri, per gestire dinamiche di concentrazione di capitali che potrebbero confliggere con i regolamenti comunitari. A inizio settimana Palazzo Chigi ha risposto ad una lettera inviata da Bruxelles nella quale si chiedevano informazioni su come il governo avesse condotto il processo di valutazione che ha portato al dpcm del 18 aprile, su quali siano le autorità incluse in tali valutazioni, su quali informazioni siano state condivise con le banche e a quale finalità e in che modo si sia provveduto a inserire tutti i passaggi all’interno di un quadro coerente con le normative europee. “Dall’esito dell’esame della lettera di risposta a questi quesiti dipenderà l’avvio o meno di una procedura di infrazione”, scrive Milano Finanza. L’altra freccia nella faretra europea è Teresa Ribera, Commissaria alla concorrenza. L’Antitrust sta infatti esaminando la questione Unicredit-Bpm e la fase istruttoria proseguirà fino al 19 giugno. Anche in questo caso, scrive MF Bruxelles starebbe aspettando risposte dal governo in merito alle prescrizioni. Giugno sarà un mese caldissimo, perché per Unicredit e il governo potrebbe profilarsi l’ipotesi di finire davanti ai giudici europei.

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Sempre dal palco della Fabi ha parlato anche Luigi Lovaglio, che si è espresso sull’asse tra Mediobanca e Monte dei Paschi di Siena (Mps), di cui è amministratore delegato. Lovaglio ha mantenuto la linea di ottimismo sulla fattibilità dell’operazione, continuando a leggerla come non esclusiva per altre acquisizioni. Per il banchiere, infatti, l’offerta pubblica di scambio (ops) su Mediobanca è "la premessa per un'operazione più grande", che potrebbe potrebbe poi trasformarsi in un’operazione a quattro, magari con Banco Bpm. “Il progetto industriale – ha detto – mette insieme per la prima volta due istituzioni complementari con due brand storici. Mps – scrive Milano Finanza – non intende ritoccare al rialzo l’offerta su Mediobanca, che “è fair e crea valore per tutti”. Al Consiglio nazionale è intervenuto anche Guseppe Castagna, ad di Banco Bpm – e l'uomo più incaz*ato del momento dopo la decisione della Consob di concedere 30 giorni di sospensione all'ops di Unicredit – che ha commentato l'offerta di Piazza Gae Aulenti: "Siamo ancora alle prime battute ma sono prime battute incoraggianti con un'adesione inferiore allo 0,02% e dunque non ci sembra che ci sia un entusiasmo particolare per quest'offerta. Noi, ha aggiunto, "siamo abbastanza sereni, chiaramente dipenderà molto dall'offerta finale che in qualche momento dovrà arrivare altrimenti ci saremo presi in giro per sei mesi. Mi auguro che l'offerta vera debba arrivare".

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