Continuano le polemiche sul problema dei parcheggi in centro a Milano, a quanto pare letteralmente introvabili per i residenti. Questa volta ad alzare la voce è Roberto Parodi, che in un video punta il dito contro una Lamborghini a quanto pare parcheggiata illegittimamente. La denuncia arriva solamente pochi giorni dopo da quella di Dj Ringo, anche questa pubblicata via social. Le accuse sono le stesse: i posteggi riservati ai residenti della città vengono continuamente occupati da chi non ne ha il diritto. In entrambi i casi il problema viene mostrato con ironia, un’ironia tagliente però. Parodi nel suo reel su Instagram mostra una Lambo “tamarrizzata a canna di fucile” stazionata sulle linee gialle per i residenti con pass “in modo abusivo”, sottolinea l’accusatore. “Come faccio a saperlo? – chiede ai suoi follower – Si tratta di una macchina new money in un quartiere old money”, chiude sarcastico. Il video, infine, termina con una scritta abbastanza eloquente che recita: Toxic Snobbery. Ma le strade di Milano stanno veramente diventando così tossiche?
A quanto pare il giornalista non ha dubbi, e non ha mai risparmiato critiche nei riguardi della nuova viabilità milanese, argomento particolarmente infuocato negli ultimi tempi. Dalle “paradossali” piste ciclabili in corso Venezia e corso Buenos Aires, al “ridicolo” limite dei 30 km orari. I colpevoli di tutto ciò, secondo il Parods, sono sempre gli amministratori della metropoli, che vorrebbero “rendere la vita difficile alle auto”, come dichiarato in altro video accusatorio. Di recente Parodi aveva invitato i cittadini milanesi a firmare una petizione contro il blocco delle moto Euro 0 annunciato dal sindaco Sala. Contrario alle ultime logiche green della mobilità, e amante delle motociclette vintage e delle auto d'epoca, lo scrittore (ex direttore di banca) viaggia per le strade del centro a bordo del suo Naftone, un Range Rover d’altri tempi trasformato in un’auto eco con un impianto a ossidrogeno, mostrando così una via alternativa all’elettrico. Una sorta di fuga alla “Milano very toxic”.