I Rolling Stones, con Paul McCartney al basso. Osmosi di grandezza in uno studio di registrazione a Los Angeles, riecco la parola superband, utilizzata da almeno 50 anni, dai primi esperimenti negli anni ‘70. Tra progetti riusciti e fallimenti cosmici. Stavolta ci provano - ed è motivo per cui se ne torna a discutere - gli Stones e Macca, l'alter-ego di Lennon nei Fab Four per un intreccio dei gruppi che più hanno inciso sulla scena musicale tra gli anni ‘60 e ‘70. I Beatles e le pietre rotolanti, Let it Be ed Angie, Hey Jude e Honky Tonk Women. Insomma, leggende vere per una band storica. Manca alla festa solo Ringo Starr. Gli Stones, ovvero il diavolo, il rock che si fonde nel blues, il mito della vita bohemien sesso-droga-rock n’ roll, che si intrecciano al beat, al suono, al mito di quello che resta dei Fab Four. Il filo conduttore si chiama Andy Watt, vincitore di un Grammy nel 2021. L’età media della band sfiora gli 80 anni, solo Ronnie Woods è sotto i 75 anni, il progetto sarebbe pure avanzato.
L’esclusiva di Variety: McCartney avrebbe già prodotto delle parti di basso di un pezzo per l’album di Jagger e compagni. Si attende il risultato e il rischio è alto. Vale davvero la pena - se l’intesa artistica dovesse essere deludente - di ritrovarsi con l’etichetta sulle spalle di un fallimento a 80 anni, dopo 60 anni di carriera straordinaria? Insomma, il sogno potrebbe rivelarsi un incubo. Era proprio il caso? Intanto, c’è già un’anomalia: di solito i super gruppi sono nati perché la stabilità della band di appartenenza iniziava a vacillare. In questo caso, almeno nel caso dei Beatles, la band non esiste più dal 1970. Intanto, meglio iniziare a rivedere la narrativa del tempo che piazzava agli antipodi Beatles e Stones. I Baronetti contro i Diavoli, i capelli a caschetto di Lennon e McCartney contro lo stile di vita selvaggio di Keith Richards e le performance dal vivo di Jagger. Eppoi, i rapporti personali: in realtà Lennon e Richards erano grandi amici e la stima tra le band era reciproca. Semplicemente, si recitava un copione, una sceneggiatura, si alimentava la contrapposizione, con ritorno in termini di visibilità e vendite. L’esordio degli Stones, nel 1964, avvenne con una cover dei Beatles, “Iwanna be your man”. Quattro anni dopo, Lennon e McCartney hanno cantato nel coro per “We Love you” degli Stones.
Piuttosto, due anni fa McCartney in un’intervista ha definito gli Stones una “blues cover band”, per poi scusarsi anche via social per un’interpretazione “travisata” delle sue parole. Insomma, tutto passato. Mick e Keith non sono tipi che portano rancore, sennò sarebbero su strade parallele da decenni, per quante se ne sono dette tra loro in sei decenni. Piuttosto, non è sempre filata liscio per le superband che si sono formate negli anni. Jagger dovrebbe conoscerne i rischi: nel 2011 ha creato i Super Heavy, assieme a Dave Stewart, chitarra e mente degli Eurythmics, poi Joss Stone e un altro paio di musicisti: qualche riff, qualche buona idea, poi tutto svanito in poco più di un amen. E’ andata decisamente meglio con i Traveling Wilburys, con una serie di pesi massimi nella seconda metà degli anni ‘80: Bob Dylan, George Harrison, Tom Petty, Roy Orbison, intesa nata da una jam session improvvisata a margine della registrazione di un lato B di un singolo di Harrison. E poi, forse uno dei supergruppi per eccellenza, Crosby Stills Nash & Young: David Crosby, cantante e chitarrista dei Byrds, Stephen Stills, allora cantante dei Buffalo Springfield, Graham Nash tastierista e chitarrista del gruppo inglese Hollies e ovviamente Neil Young. Un collettivo musicale ai piedi degli anni ‘70 che ha riscosso un notevole successo anche dal punto di vista delle vendite. Dagli Stati Uniti all’Inghilterra, con i Cream. Eric Clapton, Jack Bruce, Ginger Baker, jazz blues, un power-trio con quattro anni di produzione eccelsa. Altro supergruppo negli anni Settanta è stato quello formato da Keith Emerson, Greg Lake e Carl Palmer. Emerson Lake Palmer: otto anni di carriera, dal 1970 al 1978, poi la reunion negli anni ’90. Il trio più duraturo. Stones e Beatles assieme, per una questione anagrafica, non potranno essere i più longevi. Sperando che ne sia valsa la pena.