Roma di Piombo – Diario di una lotta: altro che film d’azione, qui la realtà faceva più paura di qualsiasi sceneggiatura. Questa sera, 18 agosto, alle 21.15 su La7 arriva la docu-serie che scava nel cuore nero di un Paese spaccato tra bombe, omicidi e una guerra sotterranea che non risparmiava nessuno. Dimenticate i libri di storia asettici: qui ci sono sangue, paura e la fatica quotidiana di chi doveva fermare le Brigate Rosse mentre l’Italia cadeva a pezzi. Il punto di partenza è la madre di tutte le ferite: l’assassinio di Aldo Moro. Da lì in poi, Roma diventa il campo di battaglia tra la Sezione Speciale Anticrimine e i terroristi che volevano rifare il mondo con le pistole in tasca. A guidare la controffensiva c’è Carlo Alberto Dalla Chiesa, figura spartiacque tra rigore militare e intuizione umana. Non eroi da fumetto, ma persone che sapevano che ogni mattina poteva essere l’ultima.

Francesco Di Giorgio, regista, mischia ricostruzioni millimetriche, interviste a chi c’era davvero e materiali d’archivio che ti schiaffano in faccia la tensione di quegli anni. Le spaccature interne alle Brigate, i primi pentiti, i giochi sporchi tra fiducia e tradimento: tutto torna a galla, senza filtro. Non solo il braccio di ferro Stato-terroristi, ma anche il prezzo umano pagato da chi stava in prima linea. “Roma di Piombo” non è un documentario da sbadiglio, è un pugno allo stomaco: ti ricorda che dietro ogni titolo di giornale c’erano vite, scelte impossibili e città intere che imparavano a convivere con la paura. E che quella stagione buia non è poi così lontana da noi, perché certe ferite, sotto la pelle, non smettono mai di bruciare.
