La Russia stacca la spina ai social network, e nello specifico dalla notte del 14 marzo vieta l'accesso a Instagram. A farne le spese sempre i cittadini, che vedono ancora di più assottigliarsi le fonti di libera informazione nel Paese, perdendo così anche l'uso dei loro profili personali. Un vezzo per alcuni, ma un lavoro vero e proprio per altri, come le influencer, che dopo la ferale notizia hanno sparso la loro disperazione - pianti annessi - per quanto sta accadendo, generando anche un polverone di critiche sul web. Giudizi mancanti in primis di empatia, considerato che Putin sta togliendo ai russi qualsiasi mezzo per comunicare col mondo, senza considerare che la faciloneria di chi apostrofa con scherno chi lavora sui social, fa pendant con pacchi di malcelata invidia. Insomma ennesima stagione della serie: "Quando la volpe non arriva all'uva dice (sempre) che è acerba".
Immaginiamo se proibissero i social pure in Italy, quante lacrime, altro che rassegnazione, verserebbe a pacchi la gente, come si è già verificato in più episodi passati di improvvisi "down" dei social network. Diciamolo pure, le persone sono dipendenti dai like e compagnia bella, e parecchi seguono smaniosamente le influencer, in cerca d'emulazione, ma in pochi riescono a lavorare veramente.
Lavoro sì, spiace assai per chi non si rassegna, ma capirlo è semplice, ci riuscirebbe anche un duenne. In sostanza le influencer campano grazie agli sponsor e sì, fanno pubblicità (che è l'anima del commercio, remember), quindi privarle dei social è un po' come chiudere il forno al panettiere. In fondo, qualsiasi venditore guadagna dai bisogni della gente, dal farmacista alle detestate influencer (che poi followate, che stranezze), professione solo all'apparenza semplice, che richiede invece anni di formazione e crescita (allego lauree in influencer marketing).
Per cui, poiché ogni lavoro merita rispetto, e il popolo russo non può scontare le colpe di una guerra che non ha mai richiesto - for you un disegnino, la sofferenza dei cittadini russi non vale di meno - ben decisi a non farci travolgere da qualsivoglia forma di russofobia, in ultimo accusata anche dai Pink Floyd, che hanno ritirato la loro musica - creata dal 1987 - dalle piattaforme russe, MOW lancia una campagna a sostegno: adotta un'influencer russa a cui hanno vietato Instagram. Un appello che estendiamo anche alle colleghe italiane, unitevi in loro aiuto. Dalle sorelle Ferragni (Chiara e Valentina) a Giorgia Soleri, dalle più celebri alle meno famose, "urlando contro il cielo": Sos influencer.