Oggi, 11 novembre, è la “festa dei cornuti” o degli “sfortunati in amore”, e il calendario cattolico festeggia San Martino di Tours, nato nell'attuale Ungheria a metà del 300 d.c. Per la tradizione cristiana si tratta di uno dei maggiori santi della Gallia, come veniva chiamata gran parte dell'Europa ai tempi dei Romani. L'aneddoto da catechismo, a riguardo di tale personaggio storico, è l'elemosina del mantello al mendicante. Martino regala il proprio mantello a un poveraccio senzatetto, che poi si scopre essere Gesù, l'evento è rappresentato in enne chiese e nella storia dell'Arte del Vecchio Continente.
Sul reale motivo per cui San Martino venga ufficialmente considerato il “protettore di tutti i cornuti” e per cui l'11 novembre è il giorno che li celebra, le teorie sono discordanti e affondano nei più di 1700 anni di storia trascorsi: una narrazione indica il movente in una ipotetica sorella del morigerato cattolico: essendo sessualmente promiscua e parecchio attiva, il comprensivo Martino era solito raccattarla di peso nei peggiori bar di Tours, se non addirittura in camporella. Un'altra teoria afferma che la causa è la tardiva sepoltura del santo, il cui ritardo è causato dal protrarsi delle fiere di bovini nella zona, da cui il riferimento alle proverbiali corna che sono ricordate anche dalle due cifre della data: 11, numero che manualmente è rappresentabile facendo, con l'indice e il mignolo, il gesto delle “corna”. Il mese e pure l'anno: due mani, doppiamente cornuto, ossia un cornutone.
Ma l'ipotesi “agreste” è anche quella più plausibile perché in varie aree del territorio europeo terminavano le feste pagane contadine. Come gli storici baccanali e i riti dionisiaci, nonché come l'odierno Carnevale in quasi tutto il mondo, tali feste erano una liberazione dai dogmi: molto sfrenate, orgiastiche, 'ndo cojo cojo. Ma nella pratica concreta delle civiltà campagnole europee, ci si accoppiava col vicino o il prossimo, liberamente e a prescindere dai legami sociali. La conclusione di tali ricorrenze cadeva proprio nei giorni di San Martino. Ancora oggi, durante alcune festività di borghi e contrade d'Europa, gli alcuni uomini “cornuti” corrono e vengono “acchiappati” con una corda o con le mani, come si fa con le corna dei bovini nelle fiere di Paese. Ed è da segnalare che in Finlandia, Estonia, Lettonia e altri paesi dai confortanti panorami ex sovietici, esiste una competizione, tutt'ora parecchio affollata, che si chiama eukonkanto ed è quasi letteralmente “la corsa con trasporto della moglie in spalla”. Proprio come faceva Martino con l'ipotetica sorella dall'ingordo appetito sessuale.
Ma il lavoro da cornuto per antonomasia è notorio: l'arbitro. Ciò risale a circa due secoli fa: la causa non è lo sport, ma è invece correttamente espressa dalle teorie economiche di Karl Marx e che a noi contemporanei appare un lontano miraggio: la divisione della giornata solare di 24 ore, in 3 tempi. Ovvero: 8 ore dedicate a lavorare, 8 ore dedicate a riposare e 8 ore dedicate a essere umani. Essendo i campionati sportivi la domenica, che è lo storico giorno infrasettimanale di riposo dal lavoro, l'unico a faticare a pagamento è popolarmente considerato "l'arbitro", la cui moglie o partner è nel frattempo da sola e ha la ampia disponibilità di tutti gli uomini che non sono occupati a lavorare. Una traccia storica di ciò si trova in una “velina” del regime fascista, indicazioni per gli organi di stampa. Ossia si occupavano di correggere in chiave propagandistica il contenuto dei pezzi, i titoli, alcuni argomenti e temi, compresi quali trattare, approfondire e quali invece non raccontare alla popolazione. Ma contenevano anche questioni tecniche e stilistiche, come l'uso di fotografie e l'impaginato del giornale, non a caso Mussolini era un giornalista molto esperto. Le indicazioni del governo alla stampa erano scritte su carta velina e venivano eseguite in più copie, con un'unica battitura. Carta carbone, grande invenzione. Le attuali Veline della trasmissione televisiva Striscia La Notizia nascono, invece, da una geniale intuizione di Antonio Ricci nonché sono esplicita citazione di quelle governative: le due ragazze durante lo stacchetto porgono “una velina” ai due conduttori del tg satirico di Mediaset. E l'ironia non è casuale: anche durante il fascistissimo Ventennio, gli italiani vivevano sempre tra il tragicomico e il fantozziano: “Ricordiamo che Africa si scrive con una sola f”, sanciva una velina del 5 giugno del 1936, suggellando l'imperante ignoranza, dalle Alpi alle Piramidi. Ma tornando al cornuto per mestiere, ecco che nel giorno della Befana del 1939 il governo italiano si premurava di orientare l'opinione pubblica al rispetto dell'autorità in quanto tale: “Nelle cronache delle partite di calcio e nei commenti sul Campionato non “sfottere” gli arbitri”. Quando c'era “lui”, i fedifrago arrivavano in orario.
Cornuto e contento. Tra le tante accezioni di adulterio e tradimento, esiste anche il cosidetto “cuckold”, ovvero un modo figo per esprimere qualcosa che in realtà esisteva già. Tipo usare “Leopolda” per indicare il PD come si faceva ai tempi di Renzi. Qualcuno volò sul nido del Cuculo.. e si trombò la moglie di qualcun altro. Il riferimento ornitologico a questo comportamento “scambista” è dovuto alla femmina del cuculo: il volatile ha un indole parassitaria verso altre specie e la femmina depone le uova nei nidi di altri uccelli, così che vengano nutriti senza fatica e al pari degli altri pulcini presenti nel nido. Tra le tante parafilie sessuali è una delle più complesse e si intreccia con altri orientamenti e gusti sessuali. A grandi linee si può definire “cuckold”, ovvero “cornuto e contento”, chi prova piacere che il proprio partner sessuale pratichi attività sessuali con qualcun altro. Il caso di cuckoldismo italiano più famoso, ha un tragico esito: è il “Delitto Casati Stampa” caso di cronaca nera del 1970. Si tratta del suicidio a pallettoni del nobile Camillo II Casati Stampa marchese di Soncino dopo aver commesso il duplice omicidio, sempre a colpi di fucile da caccia, con vittime: la moglie Anna Fallarino e il, di lei giovane amante, Massimo Minorenti. Lei si era innamorata di lui e voleva lasciare il marito: un classico femminicidio, ma prima che venisse coniato il termine e con omicidio più suicidio allegato. La risonanza mediatica all'epoca fu eclatante perché alimentata da fotografie e morbosi dettagli sull'edonistica vita di coppia, con il consenso e in complicità col marito, che la spingeva ad avere rapporti sessuali con altri uomini, la marchesa viveva tra nudismo in spiaggia, battute di caccia, feste in villa e sesso tra le dune. Così le foto della marchesa Casati ignuda, e durante performance erotiche, furono pubblicate dai giornali che fecero a gara in edicola per darle in pasto al lettore e all'opinione pubblica. In villa veritas: il marchese di Soncino possedeva numerosi immobili e residenze, anche in Lombardia. Una residenza nel 1974 fu acquistata da un giovane e rampante Silvio Berlusconi, ma fu il nome del Comune dove si trova la villa, che divenne famoso negli anni a venire: Arcore.
Ma anche il sommo Ugo Tognazzi, ne “Il magnifico cornuto” del 1964, aveva sottolineato il lato negativo delle corna e le psicosi che generavano nell'individuo prodotto dalla società del “boom economico”: l'Italia di allora, morigerata in pubblico e perversa in privato. Oggi per fortuna il Costume degli italiani è meno ipocrita e si è in parte lievemente evoluto. Quello delle italiane un po' meno dei loro conterranei maschi, tant'é che nel 2022 è arrivato in libreria il volume “La mia prima volta in un club privé - 50 coppie si raccontano” che, sotto tutela dell'anonimato, annovera le storie di tante coppie: dai novellini alle prime armi, alle coppie più solide e rodate, passando per chi cerca nuove tipologie di corna da indossare. Il saggio è a firma di Augusto Pistilli, icona storica dello scambismo italiano dell'ultimo trentennio, nonché presidente di Assosex, che rappresenta la maggioranza (circa il 60%) dell'associazionismo scambista e del mondo di club riservati agli adulti, sparsi in tutta la Penisola. Cornuti, scambisti e contenti. Le stime nazionali, ancora purtroppo sotto ai numeri dei competitor europei, parlano di circa 700.000 italiani che frequentano i club privé, con crescite percentuali da PIL cinese. La tessera è un obbligo per entrare nelle Spa naturiste, nei disco-pub libertini e nelle saune che sono associazioni. Assosex annovera la maggioranza delle strutture per queste "attività riservate alle persone adulte" e circa 400.000 sono gli scambisti che si sono tesserati nel nostro Paese, cornuto più, cornuto meno. “Sono felice per aver contribuito, con i nostri club, alla realizzazione di un contesto grazie al quale le coppie che - sottolinea Augusto Pistilli - con prudenza e affiatamento si avvicinano fantasticando tra sogno e realtà”, e sottolinea che “aggiungendo un pizzico di coraggio e iniziativa possono sicuramente andare oltre ogni aspettativa, anche nella valorizzazione della loro relazione”. Andate in pace e cornificatevi tutti. Nel libro è presente un codice che viene letto da un App e consente di percorrere la “strada dell'eros”, elenco multimediale con i club privé da visitare, “almeno una volta nella vita”, in Italia e all'estero. Anche nel giorno di San Martino protettore di tutti i cornuti, vale sempre di più la pratica che la grammatica.