- Ma io ti voglio molto bene e, sai, c’è una cosa molto importante che noi dobbiamo fare prima possibile.
- Cosa?
- Scopare.
Se Blasi e Totti avessero avuto lo stesso dialogo di Alice e Bill Harford, protagonisti di Eyes Wide Shut, forse non leggeremmo penose dichiarazioni su quotidiani e rotocalchi. Peraltro i loro reciproci tradimenti non mi paiono particolarmente originali. La solita solfa dell’incomunicabilità, della trascuratezza, della noia e bla bla bla (cit. Greta Thunberg).
Siamo ancora a discutere di chi ha cominciato e per quale ragione, come se importasse qualcosa.
Il problema è ostinarsi a costruire relazioni ufficialmente monogame che ufficiosamente sono la sagra delle corna.
Quanti di noi, al principio di una relazione, affrontano discorsi significativi per la relazione stessa?
Perché vogliamo stare assieme?
Su cosa si basa il nostro rapporto?
Cosa vogliamo costruire e come?
Sono domande innanzitutto individuali, da porre in un secondo momento alla persona che frequentiamo e ci piace.
Le nostre storie sono monogame perché ci viene propinato questo modello nella società e in letteratura: il grande amore della vita. Se quell’amore si moltiplica nel corso del tempo e si sommano le persone a cui è diretto, dovremmo capire che forse il concetto di unico e solo amore o di amore eterno sono una fuffa. Per mettere in discussione i nostri rapporti amorosi dobbiamo innanzitutto mettere in discussione alcuni capisaldi: gelosia, possesso, esclusività. Più facile a dirsi che a farsi, mi rendo conto ma se neppure ci proviamo non lamentiamoci se allo specchio sembriamo dei cervi. Ho letto che l’etimologia di tradire deriva da tradĕre, che significa consegnare, ma che ha assunto l’accezione negativa di consegnare ai nemici da un passaggio del Vangelo secondo Luca in riferimento al tradimento da parte di Giuda a Gesù. Lo so, nessuno si aspettava l’ingresso del figlio di Dio in un pezzo sulle corna, eppure… Dicevo, tradire. Significa per estensione venire meno a un patto di fiducia, implicito o esplicito, dovuto o meno, fatto sta che quando si tradisce si afferma chiaramente qualcosa, il cosa è tutto da vedere.
A differenza del Direttore, non sono favorevole al tradimento, nonostante abbia una certa esperienza in merito: vanto una discreta carriera come traditrice, un’impeccabile esperienza da amante e ho assaporato anche le luci della ribalta come cornuta, la parte meno piacevole - lo ammetto. Tradirsi è davvero retrogrado perché lo è ostinarsi a tenere in piedi relazioni basate su presupposti inconciliabili con la realtà. Dobbiamo metterci innanzitutto in testa che non sempre andare con persone al di fuori della coppia significhi che non ci si ama più. Si possono amare più persone contemporaneamente e, anche se non la vogliamo buttare sul romanticismo, si può amare una persona e volere scopare (anche) con altre, perché - diciamocelo chiaramente - una persona soltanto non può soddisfare tutte le nostre fantasie erotiche. Se non erro, in “Musica per organi caldi” Bukowski scrisse: “L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.” Vale per l’amore ma anche per l’attrazione sessuale: com’è possibile affermare che saremo sempre attratti sessualmente da una persona se non ne abbiamo (ancora) incontrate altre altrettanto o ancora più attraenti per noi? Non è una domanda retorica, eh: poniamocela davvero questa domanda!
Tradire perché non ci si ama più e si soffre a stare assieme è anche peggiore. Le persone non si parlano: questi due cornuti di Blasi e Totti ci stanno mettendo a parte dei loro fatti personali perché non comunicavano sensatamente quando stavano assieme e meno che mai lo fanno adesso. “X mi capisce davvero, sente cosa provo, non ho bisogno di spiegarmi” afferma la persona fedifraga di turno in merito all’amante. Ma va a cagare Sente cosa provi perché ti sfoghi e usi quella persona come cesso per vomitarci dentro tutto quello che hai dentro. Se avessi il buon senso di parlare a cuore aperto anche con la persona con cui stai, forse non saresti a questo punto.
Basta, basta con questa ipocrisia della monogamia, è questo il vero problema! Il tradimento è una becera conseguenza. Bisognerebbe imparare dalle coppie scambiste che se la godono sornionamente perché condividono - non senza difficoltà, sia chiaro - esperienze che non sono immediatamente facili da gestire, uscendo dalla propria comfort zone. Chiunque dalle nostre parti è assoggettato alla cultura favolistica occidentale “E vissero per sempre felici e contenti” (ovviamente in due), alla retorica della fedeltà “finché morte non ci separi”. Cosa significa quel patto di fedeltà, concretamente? Non desiderare carnalmente altre persone? Non innamorarsi anche di altre persone? Tacere i propri desideri e sentimenti per vergogna e paura di essere giudicati e respinti?
Il tradimento è il sintomo più evidente di una relazione basata intrinsecamente sulla disonestà, una disonestà innanzitutto intellettuale e morale, una disonestà verso sé stessi prima che verso l’altra persona. Se la monogamia fosse realmente una scelta, se venisse analizzata e ponderata dall’individuo e dalle persone coinvolte nella relazione, se fosse discussa e infine scelta come tipologia preferibile di rapporto, alzerei le braccia in segno di resa. Eppure non è così, noi subiamo la monogamia tanto quanto subiamo il dramma patetico dei tradimenti. Siamo ridicoli, facciamo la voce grossa sui social, parliamo di autodeterminazione e, guardate qua, non sappiamo neppure decidere per noi dei modelli relazionali plausibili e realisticamente applicabili. Ci atteggiamo a persone antagoniste del sistema, ma siamo mediocri conformisti. Fintanto che non metteremo in discussione le nostre piccole relazioni non potremo mettere in crisi il patriarcato né tantomeno il capitalismo. Il vero stato di crisi non è economico ma relazionale.