Sembra il Super Bowl ma è il Festival di Sanremo. Quest’anno le cose si fanno in grande: 30 concorrenti, trasmissione lunga, tanti ospiti e tanta pubblicità. I divani di Poltronesofà li abbiamo già visti in platea, con sopra gli artigiani, ma poi c’è tutto quello che ruota attorno alla diretta. Ne ha parlato l’avvocato Massimiliano Dona su Instagram: “Tutti a guardare il Festival e io a guardare le pubblicità. Eh si, anche perché è impossibile non guardarle”. Rispetto agli anni scorso, infatti, il numero di pubblicità è aumentato, così come la prospettiva di incasso della rete pubblica: “Quest’anno ci sarà tantissima pubblicità. La Rai punta a battere il record dell’anno scorso e ad avvicinarsi ai 60 milioni di euro incasso”. Ovviamente, la strategia per raggiungere un simile risultato comprende diversi elementi. Il primo è relativo alle tariffe per i brand che vogliono apparire nella notte di Sanremo: la Rai, prosegue Dona, “ha aumentato le tariffe dell’8%”. Non solo: si sono “moltiplicati gli spazi dove si può fare pubblicità, non soltanto il palco, ma anche le piazze, poi navi, trenini e ruote panoramiche”. Insomma, un ecosistema creato appositamente per recuperare quanto più possibile dai cinque giorni del festival. Si sa, Sanremo domina lo share: in media, ricorda Dona, l’edizione del 2023 è stata guardata in media da circa 11 milioni di persone, raggiungendo picchi del 74% di share. I dati della prima puntata confermano la tendenza: 65,1% di share e 10,6 milioni in media di italiani sul divano. Il picco di ascolto, poi, arrivato intorno alle ore 22, ha fatto registrare un numero di telespettatori di circa 16 milioni. “Ma come ce la faranno vedere tuta questa pubblicità?”, si chiede ancora l’avvocato.
“Ci sono quattro tipi di inserzioni. I classici spot che conosciamo tutti: 9 break durante la serata. Poi ci sarà una telepromozione e il billboard”. Quest’ultimo strumento consiste nel noto cartello introduttivo, “Questo programma è stato presentato da…”, all’inizio della trasmissione. C’è poi la pubblicità “per super ricconi: il golden minute, lo spazio che costa di più: è quello nell’anteprima subito dopo il Tg”. Oltre alle canzoni, quindi, particolare attenzione sarà da dedicare agli spot. Amadeus, Fiorello, Marco Mengoni, trenta artisti e un’orchestra sinfonica non si pagano da soli, certo, ma il Festival è soprattutto un’opportunità di guadagno. Cinque giorni in cui l’attenzione è massima e dove la promozione può essere più efficace che mai.