Non si placa la tempesta sull’Euribor manipolato e le sue conseguenze. Sbarcato in Italia, anni dopo l’attestazione della celebre manipolazione, con una scelta giurisprudenziale di rottura della fine dello scorso anno. Con l’ordinanza numero 34889 del 13 dicembre 2023, la terza sezione civile della Corte di cassazione, lo ricordiamo, ha dichiarato la nullità del tasso applicato nel contratto in cui dei parametri facessero riferimento al tasso Euribor nel periodo 2005-2008. Anni in cui la Commissione Europea ha attestato, ormai dieci anni fa, che l’indice Euribor a cui si indicizzavano diversi prodotti finanziari è stato condizionato attraverso un accordo manipolativo della concorrenza da quattro istituti bancari. La Cassazione ha definito nullo un tasso d’interesse, perché proveniente da un Euribor manipolato nel dicembre 2023. Una sentenza di rottura, commentata dall’avvocato Manuela Grassi di Pedersoli Gattai a Il Sole 24 Ore: “Per la prima volta la Cassazione si pronuncia sulla nullità del tasso Euribor come conseguenza di un illecito antitrust della Commissione Europea. Quattro banche, e va ricordato nessuna italiana tra di esse, tra il 2005 e il 2008, avevano di comune accordo comunicato a Reuters”, l’agenzia terza indipendente che ha il compito di ricevere le segnalazioni, “dei dati sull’Euribor concertata di comune accordo. La Commissione ha sanzionato per violazioni antitrust le quattro banche. La sentenza della Cassazione trae origine da questa sanzione, del 2013, indicandola come prova privilegiata di un illecito antitrust” capace di far mettere in dubbio la validità dei contratti indicizzati all’Euribor, a partire da mutui e leasing. I tassi di riferimento per il periodo 2005-2008 sono per la Cassazione potenzialmente inefficaci in nome di un principio di diritto. La partita, ha ricordato l’avvocato, è però ancora aperta: la Cassazione ha rimandato la palla nel campo della Corte d’Appello di Milano, che aveva promulgato il caso fino al Palazzaccio del lungo-Tevere, perché si esprimesse a riguardo. Dal punto di vista strettamente teorico “questa sentenza è una novità”. In concreto, dunque, sarà la Corte d’Appello di Milano a determinare la partita. Le banche dovranno restituire denaro? In che misura chi ha stipulato mutui ancorati all’Euribor potrà rivalersi di eventuali perdite? Chi decidesse ora di correre in avanti commetterebbe un errore. La certezza del diritto deve ancora consolidarsi ma, detto questo, c’è un elemento di novità che può aprire a un potenziale contenzioso, qualora la Corte d’Appello prima e una giurisprudenza stratificata poi, decidesse l’ampiezza di un’eventuale determinazione della nullità di determinati tassi d’interesse. Quale tipo di nullità e che tipo di nullità si svilupperà? Andranno messi in discussione interi contratti o singole clausole? Su che spettro di prodotti?
“Difficile fare valutazioni, ma chi ha contratto un mutuo tra il 2005 e il 2008 e lo ha ancora in valore si trova di fronte a una situazione di incertezza”, ha detto Massimiliano Elia di Pavia Ansaldo. Le questioni attengono il Testo Unico Bancario e il Testo Unico Finanziario laddove si fa riferimento ai contratti derivati ancorati agli Euribor. La Corte d’Appello di Milano dovrà valutare se confermare o meno la potenziale nullità, imprescrittibile, dei contratti rispetto ai quali, però, un’azione di rivalsa sui loro effetti deteriori potrebbe trovarsi diretta alla prescrizione. La Cassazione non ha spiegato nel dettaglio quali sarebbero gli effetti dell’intesa illecita rilevata dalla Commissione sull’Antitrust, e si limita a dichiarare nullo il “tasso di riferimento nel periodo 2005-2008”.
Una componente del mondo dei giuristi dichiara che potrebbero essere interessati i contratti aventi una durata superante il 2008, in riferimento al tema stesso dell’Euribor. La Commissione Europea, in tal senso, ha accertato che l’accordo di cartello riguardava però un settore completamente differente rispetto a quello dei mutui: il mondo dei derivati. Bisognerà capire se l’accordo sull’Euribor ha avuto effetto sul mondo dei mutui. La giurisprudenza dovrà dunque accertare se esiste una consequenzialità tra la manipolazione dei tassi a monte e quella dei contratti a valle. Questo anche per il fatto che il settore, alla luce di novità portate all’attenzione proprio dallo scandalo, si è dato regole maggiormente favorevoli alla concorrenza. Lo scandalo ha evidenziato la necessità di riformare il processo di determinazione dell’Euribor, rendendolo più trasparente, affidabile e indipendente. L’ondata di multe inflitte dalla Commissione Ue per il tema dell’Euribor a banche che andavano a SocGen a Deutsche Bank, ha in passato minato la fiducia del pubblico nel settore bancario, già scossa dalla crisi finanziaria globale del 2008. Lo scandalo ha mostrato come le banche potessero agire in modo disonesto e anticoncorrenziale, a scapito dei consumatori e dell’economia. Lo scandalo ha anche sollevato questioni etiche e morali sul comportamento dei banchieri e sul ruolo della finanza nella società. Sull’onda dell’indignazione, nel 2019, è entrato in vigore un nuovo regolamento europeo sui tassi di riferimento, che ha introdotto requisiti più rigorosi per la governance, la metodologia e la supervisione dell’Euribor. Oggi benchmark di riferimento per il settore finanziario. Le associazioni di consumatori chiedono che nessuna prescrizione si opponga alla richiesta di rivalsa di chi può aver subito danni economici. Federcontribuenti ha dichiarato di aver già attivato un Comitato Tecnico-Scientifico e una task force, formata da avvocati e commercialisti che si occupano di questioni finanziarie e che hanno fin dai primi momenti seguito la problematica relativa alle ricadute italiane dell’accertata manipolazione dei contratti indicizzati. Milano, già epicentro di molte battaglie, sarà il teatro ove si deciderà il vero perimetro della sentenza della Cassazione: toccherà gli indici o, potenzialmente, i contratti nel loro complesso? Imporrà oneri risarcitori alle banche e, se sì, che conseguenze avrà in eventuali cause delle banche stipulanti contratti a quelle che saranno indicate come manipolatrici? Chi pensa di aver già in mano risposte o si vende come detentore di verità in materia mente, o è eccessivamente fiducioso. La realtà è che la Corte d’Appello di Milano ha in mano una partita da decine di miliardi di euro. Tanti potrebbero essere i rimborsi dovuti ai cittadini, in potenza, nei casi estremi. Lasciarla decidere con la minore pressione possibile sarà quantomeno vitale.