Paolo Scaroni, ex figura di vertice di Eni e di Enel, è uno dei massimi esperti delle dinamiche del settore energetico e, in relazione alla situazione legata alla guerra in Ucraina, non lancia messaggi particolarmente rassicuranti riguardo alla strategia adottata dall’Occidente.
“Per quel che riguarda il gas – le parole di Scaroni a Quarta Repubblica – dipendiamo per il 40% dal gas russo. Poi riceviamo anche gas algerino, libico, dall’Azerbaigian, dalla Norvegia. […] È sempre stato così. Non è una novità. Sono 30 anni o più che importiamo gas russo. E poi importiamo tutto quello che possiamo da chi ce lo dà. Abbiamo inaugurato una nuova rotta dall’Azerbaigian, quello dove forse siamo stati carenti è nella creazione di rigassificatori per ricevere il gas liquido”.
La Russia può fare a meno di noi? “La Russia fornisce all’Europa circa 150 miliardi di metri cubi di gas all’anno. 50 li fornisce alla Cina. Sta costruendo una seconda pipeline (un tubo) che fornirà altri 50 miliardi di metri cubi. Quindi certamente la Russia potrà sostituire da un punto di vista quantitativo l’Europa con l’Oriente, che ha ancora più fame di gas di noi. Poi dal punto di vista dei prezzi una Cina che resterà l’unica compratrice negozierà molto bene, immagino, però può stare senza di noi la Russia, non c’è dubbio. […] Il Times una volta scriveva che c’era nebbia e il continente era isolato. Noi vorrei che facessimo lo stesso errore. Noi pensiamo di isolare la Russia ma in realtà la stiamo spostando verso est, la stiamo allontanando da noi e avvicinandola a quel 57% del mondo che non le applica sanzioni”.
E noi possiamo fare a meno della Russia? “Nei prossimi tre anni possiamo ridurre in maniera importante. Penso che si possa ridurre da 30 a 10. Già si sta facendo qualcosa con l’Algeria, bisogna comprare più gas liquido, magari costruire un rigassificatore o due in più. Si possono fare una serie di cose che ci portino a ridurre in maniera sostanziale la dipendenza del gas russo. Ma sto parlando di quantità, non parlo di prezzi, perché poi ci sono i prezzi. Naturalmente ogni volta che si compra gas liquido questo normalmente costa di più, perché subisce un processo. Qualunque gas via tubo mediamente costa meno del gas liquido. È lo stesso gas, deve venire liquefatto, trasportato e rigassificato. Questi sono costi aggiuntivi”.
Si può fissare un tetto al prezzo del gas? “Si può fissare, ma poi ho l’impressione tenderà ad andare sempre lì, quindi non so se ci convenga fissare un tetto. Tra l’altro, non voglio fare previsioni che possano essere smentite, ma penso che il prezzo del gas scenderà, perché fino a quando la Russia continua a fornire come sta facendo oggi non c’è ragione perché il prezzo non scenda. Penso che Gazprom continuerà a fornire l’Europa come ha fatto fino adesso”. Anche perché secondo Scaroni, che ha trattato con loro e anche direttamente con Putin, i russi “sono negoziatori molto difficili, ma quando hanno firmano poi rispettano. In questo momento non solo il gas russo fluisce tranquillamente in Europa come prima, ma fluisce addirittura in Ucraina, cioè i russi stanno rispettando il contratto verso l’Ucraina. Loro si sono sempre fatti un punto di onore nel dire «noi i contratti li rispettiamo». Magari li rispettano al minimo, come hanno fatto questo inverno creandoci problemi di carenza di gas, però li hanno rispettati. Non possiamo dire che siano in rottura di contratto. Anche nei confronti dell’Ucraina con cui sono in guerra. Una cosa piuttosto incredibile. È incredibile”.
E se decidessimo o fossimo costretti a ridurre di botto le importazioni dalla Russia? “Nel breve termine dobbiamo fare dei razionamenti, cioè bisogna certamente penalizzare le aziende energivore. Una scelta dolorosissima. Dobbiamo sicuramente far andare tutte le centrali a carbone il più possibile, a manetta, per evitare di usare gas, le aziende energivore andranno penalizzate e anche in termini di riscaldamento forse possiamo vivere bene anche a 19 gradi invece che a 22. Un certo risparmio energetico fa bene a noi, fa bene all’ambiente e anche fa bene alle nostre importazioni. Ma per il momento non mi pare che nessuno abbia in mente di fare delle sanzioni che blocchino le importazioni di gas dalla Russia, tant’è vero che non sono sanzionate né la Gazprom, né la Gazprom Bank, che è lo strumento attraverso cui il gas era pagato”.
Capitolo carburanti: c’è qualcosa di anomalo nei prezzi in Italia? “In Inghilterra hanno più o meno i nostri prezzi. Il prezzo del petrolio è internazionale, si compra il giornale e si legge, non c’è nulla di misterioso. A questo si aggiungono le accise e il margine del gestore dell’impianto di benzina e fine della storia. [Anche se] il consumatore, penalizzato da questi prezzi della benzina, oltre a quelli dell’elettricità e del gas, soffre in modo particolare”.
Scaroni ora è un banchiere (banca Rotschild). Che ne pensa della sanzione legata al codice Swift? È pesante? “Certamente la borghesia russa soffre moltissimo in questo periodo, perché aveva delle abitudini occidentali che non può continuare ad avere, però sostituiscono la carta di credito con una carta cinese, entrano nel circuito della Cina… Cioè ho l’impressione che ci sia proprio uno spostamento forzato verso quel mondo. E Biden ha ragione – conclude Scaroni sentito da Nicola Porro su Rete 4 – quando dice che se la Cina non applica le sanzioni o addirittura aiuta la Russia tutto il castello che facciamo per cercare di isolare le pazzie di Putin rischia di servire a poco”.