Gli scontri tra tifosi del Napoli e della Roma sono stati casuali? Qualcosa non va nelle misure prese per contenere questi eventi, ma non si può ascrivere il problema al passato, né tantomeno solo al calcio. «La società è sempre più frustrata e oscurantista». Ma c’è anche un problema di apatia e mancanza di cuore. A dirlo è Paolo Bargiggia, ex volto Mediaset, giornalista sportivo e autore nel 2019 de I segreti del calciomercato. Bargiggia non ha solo un passato da commentatore sportivo e spesso è finito agli onori della cronaca anche per la verve con cui si dedica a temi di attualità. Dopo il giudizio sull’operato di Andrea Agnelli alla Juve, di cui si chiedono le dimissioni insieme al direttivo attuale, nel tentativo di aggiustare il tiro ora in queste settimane di bufera per la Juventus, gli abbiamo chiesto la sua su quanto sta accadendo in Brasile e sulla reazione, o mancata reazione, dei nostri politici. Promossa Giorgia Meloni, che avrebbe tenuto un atteggiamento molto istituzionale. Non si può dire lo stesso della sinistra.
Gli scontri sono tra ultras della Roma e del Napoli sembra siano iniziati per caso.
Sul fatto che sia stata una cosa casuale ho qualche dubbio, perché ovviamente le forze dell’ordine e la magistratura ce lo spiegheranno meglio, ma sentivo anche oggi che c’era il sospetto fosse qualcosa di organizzato, proprio in virtù di quel precedente in cui morì quel tifoso del Napoli al quale un’ultrà della Roma, Domenico De Santis, sparò a margine di una finale di Coppia Italia. Al di là delle ipotesi, non è questo l’aspetto più tragico.
Quale sarebbe?
L’aspetto più desolate è che sia avvenuto la domenica del ricordo e del cordoglio, celebrato in tutti gli stadi, per Gianluca Vialli. Sono sicuro che anche quei tifosi, come tutti gli appassionati di calcio, abbiano scritto due righe nei loro social per Vialli, il ché la dice lunga. Ma ripeto, non è nulla di casuale. Hanno dimostrato di aver toccato il fondo del becero, della mancanza di cuore, di sentimenti, di valori, di ideali.
Come mai nel 2023 succedono ancora? Non è stato fatto nulla in questi anni?
Rispetto a prima dentro agli stadi sono eventi che avvengono molto di meno. L’ultimo episodio intorno a uno stadio fu con quell’ispettore di polizia ucciso a Catania. Secondo me più che si soluzioni, bisogna capire che è un po’ lo specchio della società che, a livello valoriale, etico, di comunità, manca di messaggi positivi. Viviamo in una società arrabbiata che anche attraverso il pensiero unico veicola dei messaggi poco educativi. Il calcio diventa un espediente come altri per scontrarsi, al pari degli assalti delle baby gang di cui sentiamo parlare.
Secondo lei cosa si dovrebbe fare?
Avere la velleità di eliminare un problema così radicale della nostra società in questa epoca, che è una delle più brutte e dove c’è più oscurantismo, credo sia utopistico. L’unica cosa vera che manca è l’inasprimento e la certezza delle pene. Finché non si farà sarà facile agire impuniti, ma riguarda tutto, anche chi dall’estero sceglie l’Italia come il Paese dove delinquere e consumare reati.
Cosa intende per oscurantismo?
Intendo una società che negli ultimi decenni ha veicolato e sta veicolando, soprattutto attraverso i social media, un’intolleranza nei confronti di chi ha idee diverse dal mainstream (per esempio su temi di scienza, politica o religione). Anche le scuole e le famiglie, che sono ormai aspetti di una società globalizzata e cosmopolita, riescono a fare molto poco. Per questo non darei tutta la colpa a loro. Per una famiglia oggi è molto dura veicolare dei valori. L’aspetto etico sempre meno fa parte di una visione come la nostra che per questo è oscurantista. Dobbiamo anche dire che accanto a questo il disagio sociale e la povertà, figlia di processi economici, politici e finanziari che partono da lontano e vanno dalla globalizzazione all’immigrazione selvaggia, hanno creato società sempre più piene di tensioni e smarrimento dei giovani. Ecco che queste cose si riverberano con un’esplosione di violenza, come le risse tra bande o tra ultras e che tra gli adulti spesso diventa intolleranza verso altre idee.
Salvini chiede che vengano espulsi a vita dagli stadi. Le sembra giusto?
Il daspo già c’è e sicuramente ha la sua efficacia. Salvini è ovviamente anche molto bravo a intercettare questi fenomeni, ma in questo caso ha ragione. È quello che dicevo prima: pene certe e indagini serrate nei limiti di quello che ti consente il codice penale. Io parlerei di massima intransigenza, entro i limiti di quanto è previsto dal nostro ordinamento.
Potrebbe essere proposta una legge anti-ultras analoga alla legge anti-rave?
La legge anti-rave è stata anche modificata e non è più come doveva essere in origine. Sicuramente il paragone è interessante, ma bisogna capire in che reato inserire questo genere di eventi. Certo, se si organizzano incontri illegali su Telegram, allora la similitudine con i rave c’è. Bisogna anche capire cosa sia successo di preciso prima.
Che ne pensa delle inchieste che stanno investendo in queste settimane la Juventus?
Stando alle richieste di rinvii al giudizio, la Juventus è la società che in questi anni aveva spinto in modo più massiccio nei numeri e nelle pratiche su plusvalenze, gestione degli stipendi posticipati nel periodo Covid, tentativi di alleggerire i bilanci, e così via. Ovviamente essendo una società quotata in borsa, dal punto di vista della responsabilità verso gli azionisti e verso reati penali, è molto coinvolta. Nel leggere le ultime mosse della proprietà Juve, con quella spinta alle dimissioni del vecchio consiglio di amministrazione presieduto da Andrea Agnelli, credo ci sia stata la consapevolezza di essere finiti su una brutta china non solo penale ma anche di giustizia sportiva, che ha riaperto le indagini. Ricordiamo che la procura federale nella prima inchiesta della procura di Torino non aveva proceduto, quando erano solo plusvalenze.
Come giudica il “periodo Agnelli” della società?
Sicuramente tutto questo rientra nella gestione dissennata di Andrea Agnelli degli ultimi anni. Forse tanto rispetto degli azionisti non ne ha avuto, perché negli ultimi anni hanno messo insieme 5 bilanci in crescendo sempre più negativi, l’ultimo - 238milioni. Cercavano di doparli ma è stata la chiusa – in attesa del penale e dell’eventuale processo sportivo – di una gestione sciagurata con al timone Agnelli. Ma anche dal punto di vista delle scelte tecniche, tra continui cambi di allenatore e progetti poi buttati nel dimenticatoio, Andrea Agnelli ha messo la Juve in una situazione di grossa difficoltà, e non può essere giustificato per aver portato la società a vincere 9 scudetti. Un po’ di etica va sempre tutelata.
Per Moggi invece Agnelli è stata un’eccezione in una società un po’ troppo prona ad accettare tutte le accuse senza difendersi mai. E per questo lo ringrazia durante l’assemblea degli azionisti della Juve.
È comprensibile che nei suoi interventi c’è da parte sua una forte personalizzazione per via delle vicende che hanno coinvolto lui e la Juve, rispetto alle quale sostiene di essere stato radiato e accusato ingiustamente, e per questo adesso starebbe tentando di ribaltare i giudizi con il ricorso alla Corte di giustizia europea. Quindi è normale che lui intervenga in difesa della squadra, perché in qualche modo è come difendere se stesso e la Juve quando finì sotto accusa ai tempi di Calciopoli. Però non ha fatto un bel servizio ad Andrea Agnelli, perché è andato a rinfocolare brutti ricordi. Ma è comprensibile che un uomo di oltre 80 anni che ha perso tutto – perché il calcio per lui era tutto – veda parallelismi con quanto successo in precedenza.
Cosa pensa di ciò che sta accadendo in Brasile?
Non cadrò nel discorso di molti politici progressisti italiani, che giudicano eventi lontani migliaia e migliaia di chilometri anche culturalmente.
Come ieri Elly Schlein a In Onda.
Se quella è la nuova sinistra… Invece di parlare di lavoro o di sicurezza, non vede l’ora di giudicare la destra.
Gli assalti sono stati violenti.
La violenza è sempre sbagliata, ma chi siamo noi per poter parlare di quello che accade in una realtà così diversa dalla nostra. Metterci il cappello politico e azzardare parallelismi anche con la destra istituzionale italiana è ridicolo. Anche perché la Meloni ha condannato quanto ha accaduto.
Però non ha menzionato il gruppo di sostenitori di Bolsonaro. Non crede che il Presidente abbia voluto eludere il problema che sia un’azione di persone di destra?
La retorica è di chi strumentalizza e si sostituisce in poco più di 24 ore a chi dovrà giudicare. I politici di sinistra italiani hanno già fatto le indagini e tutto. È molto professionale che un presidente del Consiglio non dia giudizi e etichette e si limiti a scrivere un comunicato di condanna. Ha fatto benissimo la Meloni.
Anche Salvini è un rappresentante dello Stato ma non ha scritto nulla. Forse perché conosce Bolsonaro?
Dovremmo perdere l’abitudine in questa epoca da mainstream di pensare che la gente si comporti bene se esprime giudizi come i nostri. Perché bisogna condannare Salvini perché non ha detta nulla. Allora passiamo il tempo a commentare tutto quello che avviene nel mondo. Il popolo da un politico si aspetta azioni concrete e futuro per i figli, non di comunicati ammantati e intrisi di moralismo, che nascondo zero risultati e zero azioni. Ma lo direi anche di politici di altri schieramenti, non perché sia Salvini.
In Italia potrebbe succedere una cosa del genere nei prossimi mesi, contro la Meloni?
Non solo in Italia, ma in tutta Europa non credo che potrebbe avvenire una cosa del genere. Dopo gli anni di piombo abbiamo perso questo atteggiamento sovversivo o comunque id critica politica così diretta e aggressiva. Forse in Francia abbiamo visto qualcosa di più massiccio con le proteste dei gilet gialli, ma da noi le proteste arrivano al massimo ad imbrattare con la vernice il Senato. È chiaro però che, per non creare i presupposti, anche i politici dovrebbero evitare di creare un clima di odio contro questo governo.