Paolo Grimoldi, ex onorevole e importante esponente della Lega in Lombardia, non ha risparmiato critiche al progetto del ponte sullo Stretto di Messina, un'opera che è stata ampiamente sostenuta e promossa da Matteo Salvini, leader nazionale della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Durante la celebrazione dei 30 anni del partito fondato da Umberto Bossi a Melegnano, l'ex deputato ha preso di mira il progetto definendolo una "cag*ta pazzesca", citando un’iconica frase di Ugo Fantozzi, e contrapponendosi nettamente alla visione del leader del Carroccio. Grimoldi è recentemente diventato coordinatore del "Comitato Nord", una corrente interna della Lega voluta da Umberto Bossi per sostenere l'autonomia territoriale. E ha espresso apertamente la sua contrarietà al Ponte sullo Stretto di Messina tramite un video condiviso sulla propria pagina Facebook e diventato virale in poche ore. Le sue osservazioni negative nei confronti del ponte non sono state l'unica forma di dissenso indirizzata ai vertici nazionali della Lega durante l'evento celebrativo dei 30 anni del partito a Melegnano. Tra i partecipanti c'erano anche l'assessore Cristiano Vailati, insieme ad altri esponenti e sostenitori territoriali come il consigliere regionale Riccardo Pase, l'ex deputato Marco Rondini, il segretario provinciale Mauro Grolli e l'eurodeputato Angelo Ciocca.
La presenza di Grimoldi e le sue dichiarazioni contro il progetto del ponte sullo Stretto di Messina hanno evidenziato divisioni interne all'interno della Lega riguardo a questa infrastruttura. “Non l'ho detto - precisa Grimoldi - solo a Melegnano. L'ho fatto anche in altre occasioni e ogni volta che dico che il Ponte sullo Stretto è una stupidata la gente applaude. Le priorità politiche sono altre: abolire la legge Fornero, investire sulla sanità, abbassare le tasse". Grimoldi sul Ponte è in pieno disaccordo con Salvini: "Non sono io che ho cambiato idea - attacca l'ex deputto - è lui che l'ha cambiata. Basta vedere i video che girano su internet, quando diceva che quella del ponte sullo Stretto era un'idea che non stava in piedi. In più c'è una aggravante. Nel 2023 i pedaggi autostradali sono aumentati due volte, la prima volta a gennaio e la seconda a luglio. Si aumentano i pedaggi a discapito dei pendolari, delle persone che lavorano e soprattutto delle aziende e si dovrebbe spendere per un'opera che non si regge economicamente. Anche perché mancano i capitali privati. Il privato non butta via volentieri i suoi soldi. Lo fa se ha una redditività. Ma per il ponte la redditività è zero e quindi nessun privato va a investire. Allora, si dovrebbe finanziare tutto con denaro pubblico”.