Ora che Sean Diddy Combs si trova dietro le sbarre le presunte vittime del produttore si sentirebbero meno intimidite e pronte a raccontare la loro storia. Si mette sempre peggio, quindi, per Puff Daddy? Solo negli ultimi giorni oltre 120 presunte vittime si sono fatte avanti, rivelando di essere state vittime di Diddy dal 1991 a oggi. Tra gli accusati, anche alcuni soggetti che all’epoca delle presunte violenze erano minorenni. Inoltre, secondo quanto riportato da Tmz, gli investigatori federali starebbero ricevendo moltissime chiamate e alcune presunte vittime avrebbero già iniziato a collaborare, fornendo informazioni su ciò che sanno sulle possibili attività criminali del produttore.
Così, si sarebbe innescato una sorta di “effetto domino”? Almeno in apparenza, sembrerebbe proprio di sì. Al momento, però, non è ancora chiaro cosa le presunte vittime abbiano raccontato ai federali, e in che modo Diddy sia implicato nelle loro vicende. Quello che è noto, invece, è che il produttore continua a negare tutte le accuse contro di lui. Inoltre, il suo avvocato ha dichiarato che Sean Combs non accetterà il patteggiamento. Ad emergere in questi giorni, inoltre, è una lista di possibili persone collegate a Diddy nelle sue attività criminali. L’elenco dei complici comprenderebbe importanti dirigenti e banchieri. A dichiararlo è l’avvocato Tony Buzbee, che si sta attualmente occupando delle accuse intentate dalle 120 presunte vittime. Le azioni legali, secondo quanto riportato da Buzbee, mirano a perseguire banche, aziende farmaceutiche e hotel che avrebbero aiutato Sean Diddy Combs in questi anni. "Smaschereremo coloro che hanno permesso questa condotta senza fare nulla. Porteremo avanti la questione, a prescindere da chi sarà coinvolto” ha dichiarato l’avvocato durante una conferenza stampa a Houston. “Verrà il giorno in cui faremo altri nomi oltre a quello di Sean Combs, e sono molti. La lista è lunga e i nomi vi sconvolgeranno”.