Matteo Diomedi è il Presidente dell’Associazione Nazionale Navigator, e proprio in questo ultimo periodo la questione reddito di cittadinanza è sempre più calda, non solo perché c’è una folle ricerca di lavoratori stagionali (che pare siano scomparsi), ma anche perché a distanza di 3 anni dall’inserimento di questa politica spuntano alcuni importanti deficit legati a sistema: “Le regioni ed i centri per l’impiego sono responsabili, ma non c’è comunicazione…ogni regione decide autonomamente come gestire questo tipo di servizi…”, dice il Presidente Diomedi a BlackList, senza considerare che i sindaci delle città hanno anche la possibilità di far lavorare (parliamo di lavori socialmente utili) i percettori di reddito.
Quando si parla di Navigator c’è sempre un’aura di mistero che ruota intorno a questa figura. Qual è il compito del Navigator?
Il compito è variegato e complesso. Va dal lato utente, cioè beneficiari del reddito di cittadinanza, quando parliamo di affiancamento a partire dal punto “A” in cui cercano lavoro fino al punto “B” cioè trovare un lavoro che sia adatto al percettore del reddito e che sia dignitoso. Poi c’è il lato aziende, che non necessariamente ha a che fare con i percettori, si occupava, e parlo al passato perché il nostro contratto è scaduto ad aprile. Questa parte si occupava della raccolta e della mappatura delle opportunità relazionali. All’interno di queste macro aree si inseriscono quindi una grande varietà di servizi che poi portano a dire quello che hai detto all’inizio, cioè che ci sia un’area di mistero che ruota intorno alla figura del Navigator.
Il reddito di cittadinanza risale al 2019 e solo oggi ci si concentra sui deficit che questa manovra di “welfare” ha dimostrato di avere. Si cerca un colpevole, ma sembra che ci sia un costante scaricabarile, chi dà la colpa al centro per l’impiego, quest’ultimo non si prende la responsabilità gettandola sulle aziende private, mentre i percettori del reddito se la prendono sia con gli uni che con gli altri. Di chi è la colpa?
Tutto quello che hai detto è, in parte, capitato almeno una volta a tutti, sicuramente ci sono furbetti sia tra imprenditori che percettori. I centri per l’impiego sono un po’ una cosa a sé stante e funzionano secondo sistemi regionali che funzionano diversamente e spesso poco o male. Questo insieme di criticità non si possono banalizzare o sintetizzare con uno di questi esempi. Dire di trovare un capro espiatorio per dare la colpa non serve a niente. Per capire quali sono le problematiche bisogna fare un’analisi dettagliata che non può fare né il politico né il cittadino, ma solo chi conosce davvero il settore.
Come saprai c’è stata un’indagine della Corte dei conti nel 2019 che stabiliva esattamente quale doveva essere il ruolo del Navigator in relazione al percettore di reddito. Quindi, il fatto che ad oggi molti percettori non siano riusciti a trovare lavoro, può essere dettato anche dalla scarsa comunicazione proprio con le figure che dovrebbero assisterli?
Dipende. I Navigator lavorano nei centri per l’impiego e tutti i lavoratori del centro per l’impiego sanno chi sono i navigator che lavorano lì e hanno il compito di mandarli da me. Ovviamente non lavoro da solo, noi diamo una serie di servizi dall’imparare ad utilizzare alcuni sistemi online, caricare il curriculum su un portale virtuale ma non lo facciamo da soli, siamo assistiti dal centro per l’impiego.
Tu forse lo fai, ma non tutti evidentemente hanno fatto abbastanza in tal senso nell’offrire i servizi di cui parli. Quanto guadagni come Navigator?
Non è un mistero, intorno ai 1400 euro al mese. Spesso però ci dimentichiamo di valutare la complessità del percettore medio con cui noi andiamo a lavorare. Il percettore che sta sopra la media ha conoscenze informatiche, può pagarsi una connessione ad Internet, altri invece non hanno la patente. Poi, comunque, chi percepisce il reddito vuol dire che ne ha bisogno.
Però ci sono stati tanti casi in cui chi percepiva il reddito non ne aveva diritto, molti casi in cui stranieri che percepivano il reddito poi si scoprivano vivere ad esempio in Romania.
Si è vero, ci sono requisiti da controllare ma la percentuale è minima rispetto a quello che è il target che lo prende perché ne ha bisogno. Mi auguro ci siano sistemi che migliorino la situazione. Non capisco perché non ci si ricorda mai di valutarlo in totale, per esempio, in rapporto all’evasione fiscale italiana. Il 97% dell’evasione fiscale non è legata al reddito di cittadinanza.
Sarebbe come dire che una famiglia che usa il condizionatore consuma di più di un supermercato che deve raffreddare uno spazio cento volte più grande.
Esattamente. Ti aggiungo, a titolo informativo, che i Navigator hanno finito il loro contratto il 30 aprile, la settimana scorsa è scaduto il termine per presentare la richiesta di ulteriore assistenza tecnica fino ad ottobre e siamo ancora in attesa che gli assessori delle regioni diano l’ok. Dubito che senza queste risorse umane possano migliorare la situazione di certi servizi.