Boccaccio scriveva nel suo Decameron che i belli, rispetto ai brutti, sono più esposti ai rischi di cui il mondo è infestato. Sembra essere il caso di Silvia Salis, la neo sindaca di Genova, ex campionessa di lancio del peso che, non solo grazie alla sua bellezza, ha vinto le elezioni per la carica di prima cittadina, ma che adesso è particolarmente esposta alla luce dei riflettori mediatici proprio per quella stessa bellezza. Il Fatto Quotidiano è l’unico - tra tutti i giornali che si soffermano sul suo stile moderato e pragmatico o sui “corteggiamenti” di Matteo Renzi - a mettere in risalto che dei 140 mila euro di fondi elettorali raccolti prima di diventare sindaca figurano nomi tutt’altro che anonimi. Nomi che appartengono a quel circolo di potere che in passato aveva sostenuto Pietro Piciocchi, l’avversario poi sconfitto, vicino all’ex sindaco Marco Bucci. Ma la politica, si sa, è una scommessa.

E gli uomini d’affari giocano sempre d’anticipo, prudentemente, distribuendo le fiches su più tavoli. Così, accanto a Salis, ritroviamo una fetta di aristocrazia genovese e un nocciolo duro di imprenditoria locale abituato a non perdere mai, qualunque sia il risultato elettorale. Con un chip da diecimila euro ha partecipato il marchese Giacomo Cattaneo Adorno, figura nota per essere stato condannato a quattro anni ai tempi di Tangentopoli e latitante in Brasile fino ai primi Duemila. Tornato in Italia grazie all’indulto, dovette affrontare il crac da venti milioni di euro della sua impresa di costruzioni Gepco, oltre ad accuse di evasione fiscale ed esterovestizione. Nonostante ciò, nel 2017 Bucci lo nominò “ambasciatore di Genova nel mondo”. Da allora, il legame tra il marchese e il potere cittadino non si è mai interrotto. Nel 2021 la sua collina di Vesima è diventata il centro di una contestatissima lottizzazione da trenta villette, approvata dalla giunta di centrodestra e premiata ironicamente da Pd e Movimento 5 Stelle con il simbolico “premio della cazzuola”. A puntare su Salis non è stato solo lui. Il marchese Roberto Clavarino, fratello di Carlo - storico sostenitore della Fondazione Friends of Genoa, colonna degli eventi dell’era Bucci - ha contribuito con mille euro. C’è poi Giorgio Mosci, già presidente della Porto Antico Spa per nomina dell’ex sindaco, e Beppe Costa, esponente della dinastia di armatori, amministratore dell’Acquario e membro del Cda di Palazzo Ducale, anche lui nominato dal centrodestra.

Nel medesimo Cda sedeva Edoardo Berti Riboli, proprietario di Villa Montallegro e re delle cliniche private genovesi, che ha donato 2500 euro a titolo personale e altri 5000 a nome della sua società. Per cautela, Berti Riboli aveva sostenuto anche Piciocchi, l’avversario di Salis, con altri 9000 euro, due polizze per un solo rischio. Fra i donatori più influenti compaiono anche Federico Martinoli, imprenditore portuale con interessi nella Diga foranea voluta da Bucci, poi la famiglia Malacalza, ex azionista di riferimento di Banca Carige con la loro Distribuzione Acciai srl, e infine Anna Pettene, avvocata e moglie di Edoardo Garrone, presidente del colosso energetico Erg. Tra i contributi “politicamente sensibili” spiccano invece quelli di chi, dopo la vittoria, ha visto arrivare un incarico. Come Sara Armella, tributarista e manager di area Pd, che ha donato 3000 euro e oggi guida Palazzo Ducale, una delle prime nomine della nuova sindaca. Armella ha fatto parlare di sé anche per aver affidato la comunicazione alla storica portavoce di Giovanni Toti, Jessica Nicolini. Poi Marco Arato, mille euro e una consulenza per Amt, la società di trasporto urbano, e Chicco Franchini, 2500 euro e un posto nel Cda della stessa Amt, dove - raccontano i bene informati - si è presentato alla prima riunione a bordo di una Maserati, gesto non esattamente in linea con la crisi nera dell’azienda. Infine, il nome che chiude il cerchio e lo riapre sulla continuità della città Andrea Pericu, avvocato e figlio dello storico sindaco Ds Beppe Pericu, che molti indicano come il vero king maker della candidatura Salis. Nella nuova giunta figura anche la sorella Silvia Pericu, architetta, oggi assessora all’Ambiente. Di Gattopardo si tratta in quella Genova per noi. E allora lasciaci tornare ai nostri temporali, Genova ha i giorni tutti uguali.

