Amadeus lascia la Rai per andare da Discovery un po’, come prima di lui, hanno fatto Fabio Fazio e Maurizio Crozza. Nel salutare il suo pubblico ha detto che “non è stata una scelta facile. È tempo di nuovi sogni”. Ha scelto di farlo tramite il suo profilo Instagram, con un reel. Quel profilo che gli ha fatto aprire Chiara Ferragni proprio in Rai durante il Festival di Sanremo. Ma quali sono le motivazioni? È una questione politica o economica? Ha ricevuto effettivamente le pressioni da un’area filogovernativa come è stato insinuato? Lo abbiamo chiesto al noto critico Giorgio Simonelli, che ha chiarito: “L’offerta economica superiore da parte di Discovery ha influito”. Ma bastava questo? “Ci sono altre motivazioni di cui sono a conoscenza”. E ce le ha spiegate. Poi ci ha parlato del futuro di Sanremo, ha lanciato una bomba su Carlo Conti e Mogol e ha disintegrato la tv generalista, tra Rai, Mediaset e La7.
L’addio di Amadeus è definitivo. Ma la Rai non sia più attrattiva per i big?
Questo è il grande problema, ma la verità, in casi come questo, non la sapremo mai fino in fondo. Anche se è comunque un insieme di cose. La spiegazione nobile, e quindi non quella legata al gossip, è che lui se ne va dalla Rai in cerca di nuovi stimoli che gli possono far esprimere la sua capacità creativa. Ma questo è un atto d’accusa molto duro nei confronti della Rai.
Ovvero?
Se il servizio pubblico non è il luogo in cui si possono sperimentare e inventare cose nuove, allora a che cosa serve?
Quindi non la convince la versione ufficiale di Amadeus?
Mi convince e nello stesso tempo mi preoccupa. Se è vero che un artista, anche se arrivato a sessant’anni, ha bisogno di uscire dalla Rai per trovare nuovi stimoli non è una cosa positiva per la Rai, perché dovrebbe essere il luogo più stimolante che ci sia. Il nuovo corso della Rai, che dovrebbe essere all’insegna del verticismo, del decisionismo e di tutte le cose che la destra ha sempre vantato, in realtà mi sembra molto confuso. Mi sembra che ci siano molte manovre sotterranee e che non sia proprio un esempio di chiarezza e limpidezza.
La scelta di Amadeus, quindi, è dettata solo dai soldi o è anche una questione politica?
Di soldi sicuramente ne riceverà molti di più. Ma io non riesco a capire come una persona che già guadagna diversi milioni, possa essere interessata a guadagnarne ancora di più. Arrivati a determinate cifre, a percepire compensi così elevati, io non capisco la motivazione economica. L’offerta di Discovery è ovviamente superiore a quella della Rai, anche perché quest’ultima non può fare offerte eccessive essendo un servizio pubblico. Per cui sicuramente c’è anche una questione di soldi, ma anche di prestigio e di libertà. Ma questo non mette in cattiva luce Amadeus, bensì la Rai.
Ma se è stato lui ad accettare un’offerta maggiore, perché la Rai dovrebbe essere colpevole?
D’accordo, ma se insieme ai soldi ci sono altre motivazioni, tra cui quella della libertà e la volontà di inventare nuovi format o di avere un ruolo più direttivo.
Più direttivo di condurre il Festival di Sanremo per cinque anni, cosa c’è?
Credo ci fosse da parte di Amadeus la volontà di inventare nuovi programmi e confrontarsi con un ruolo nuovo. Questa è una spiegazione di cui sono a conoscenza e che mi fa molto dispiacere, perché vuol dire che la Rai non ha più né questo prestigio né questo ruolo.
Ma un’azienda può avere o no facoltà di non volere quel determinato conduttore nel format che lui desidera?
Assolutamente sì. Ma se il ruolo è quello della creatività e dell’inventiva è un peccato che la Rai perda questa possibilità. Abbiamo sempre visto Amadeus come un esecutore, ma mai come un grande creativo e solo ora scopriamo questa sua vocazione creativa.
È stato anche detto che tra le richieste di Amadeus ci fosse quella di affidare un programma alla moglie.
Queste sono le cose che si dicono per screditare una persona. A questa voce non credo assolutamente. È una cattiveria.
È vero che Amadeus ha ricevuto pressioni in merito a Povia, Hoara Borselli, Pino Insegno e Mogol?
Può darsi che sia successo, anche se questo purtroppo avviene normalmente. Di tutti i nomi che sono stati fatti però, il nome più grave è quello di Mogol, perché in quel modo sarebbe stato messo a tutela Amadeus. Gli avrebbero affiancato una persona come Mogol, che sicuramente non è l'ultimo degli arrivati, non è Povia o Pino Insegno.
Intende dire che avrebbero relegato Amadeus al ruolo di esecutore?
Sì, o comunque lo avrebbero messo in tutela da parte di una persona di cui il governo si fidava di più. Sappiamo che la collocazione politica di Mogol è più consona rispetto a questa dirigenza Rai.
Ma queste pressioni politiche ci sono sempre state anche con la sinistra?
Ma certo, questo lo sappiamo. La mia impressione però è che le pressioni fatte da questo governo siano più scomposte rispetto a quelle della sinistra che erano più educate e forse anche più ipocrite. Da quel poco che conosco il mondo non ci si può indignare solo per questo governo, anche se la destra lo fa male, si fa sgamare più facilmente.
Quindi c’è anche un modo chic di raccomandare?
(Ride, nda) Diciamo che c'è un ruolo più coperto e uno meno coperto. La sinistra non si è mai lasciata sfuggire dei nomi grossi o che sono andati via perché in polemica con la dirigenza. La sinistra si è tenuta Bruno Vespa, che è notoriamente da un'altra parte.
Bruno Vespa però è un caso a sé. Da lui vanno politici di ogni orientamento.
Questo è vero, ma è noto il suo orientamento politico. Ricordi però una governance di sinistra che abbia spinto dei grandi nomi ad andare via?
Massimo Giletti non è stato trattato benissimo dalla Rai.
Sì, lui è stato mandato via in malo modo da Matteo Renzi, che non era sicuramente di destra. Quello che però mi fa specie e che questo fenomeno stia contagiando il mondo dello spettacolo. Dall’informazione te lo aspetti: il fatto che se ne vadano Fazio, Gramellini, Augias, è un qualcosa che ci può stare, perché l'informazione è continuamente contaminata dalla politica. Il fatto che però se ne vada un uomo di spettacolo, che non ha mai preso delle posizioni politiche clamorosamente di sinistra, è un qualcosa che lascia stupiti.
Per il prossimo Sanremo cosa ci può dire di Carlo Conti?
Che io sappia è praticamente certo che Carlo Conti sarà il conduttore, ma si prende una bella patata bollente.
Il rischio è più per la Rai o per Conti?
Per entrambi, ma forse più per la Rai. Carlo Conti ha fatto tutto quello che poteva, ha dimostrato di essere un uomo di successo, come sta facendo ancora adesso con I migliori anni, dove in un momento difficile tiene a galla il sabato sera della Rai. L'azienda invece avrà tutti i fucili puntati contro e, se dovesse sbagliare, non sarà sicuramente esente da critiche.
Qual è la strategia di Discovery che dopo Fazio e Crozza si prende pure Amadeus?
Credo che sia la volontà di un gruppo di entrare nel contesto della tv generalista. Ricorda un po’ i tempi in cui Mediaset aveva portato via Pippo Baudo e Raffaella Carrà, che tra l'altro fecero dei flop clamorosi, perché aspiravano a quel ruolo che adesso vorrebbe Amadeus.
Il fatto che Discovery sia diventata così forte indebolisce solo la Rai o anche Mediaset e La7?
Quest'anno ha indebolito la Rai, ma potrebbe cominciare anche con Mediaset, perché non è che quest'ultima se la passi benissimo. Per quanto riguarda La7, vuole essere un all news. Di quella rete mi piace solo Otto e Mezzo, mentre Corrado Formigli mi piace solo quando fa le inchieste. I talk mi annoiano abbastanza. Di Mediaset invece non mi piace proprio niente, salvo solo le fiction.