image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Formula 1
  • MotoGp
  • Sport
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Tech
  • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Cover Story
  • Media
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Formula 1
  • motogp
  • Sport
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2020 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

Stasi alle Iene percula il Ris di Parma:
“Non distinguevano una goccia
di sangue da una barbabietola”

  • di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

26 maggio 2022

Stasi alle Iene percula il Ris di Parma: “Non distinguevano una goccia di sangue da una barbabietola”
A 15 anni dal delitto di Garlasco parla l’ex studente della Bocconi condannato nel 2015 a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi. All’inviato di Italia 1 Alessandro De Giuseppe, dal carcere di Bollate il condannato parla di come i media e i magistrati siano stati la parte cattiva di questa storia e di come lui, dopo anni, quando si corica non ha “nulla da riproverarsi”

di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

“Alla sera quando mi corico non ho nulla da rimproverarmi”. E’ probabilmente questa la frase più iconica del servizio andato in onda su Le Iene martedì sera sul delitto di Garlasco. Dal carcere di Bollate, alle porte di Milano, la iena Alessandro De Giuseppe (in un servizio scritto da Riccardo Festinese) ha incontrato Alberto Stasi, che nel 2015 è stato condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio nel 2007 dell’allora ex fidanzata, Chiara Poggi - di 26 anni. Il delitto di Garlasco è stato, come quello di Brembate di sopra (Yara Gambirasio), quello del delitto di Avetrana (Sarah Scazzi), quello di Cogne (Annamaria Franzoni) e magari toh, anche quello di Novi Ligure (il massacro di Erika e Omar), uno dei casi di cronaca nera più seguiti dai media del nuovo millennio. E nell’intervista, Stasi, che ai tempi dell’omicidio - come ricorda sempre lui - era solo un ragazzo, uno studente, ripercorre cosa non è andato in quell’inchiesta. Perché lui, che all’epoca aveva solo 24 anni, è stato mandato in cella più volte e si è ritrovato, pur con delle assoluzioni (ai tempi momentanee) la vita stravolta. Ai tempi, come lo riprendono le telecamere dai finestrini posteriori della macchina dei carabinieri, Stasi era uno studente con un look adolescenziale. Gli occhialini, i capelli corti con le punte sopra le orecchie, la camicetta. Oggi ha parlato un uomo di 38 anni con uno sguardo convinto, chiaro, maturo, consapevole e realista su tutto.

20220526 114520325 3325
Alberto Stasi in carcere

"Ero spaventato ma anche abbastanza sereno, quella tranquillità di chi ha la convinzione di potere chiarire le cose. In quella notte l'accertamento era preliminare, puoi anche aspettare quello definitivo, perché hai fretta di portare in carcere una persona sulla base di un risultato ancora parziale?”, ha detto Stati a un certo punto, parlando delle accuse che piovevano su di lui nelle ore successive al suo trasferimento in carcere per volere della procura di Vigevano. “Non c'era motivo ma il meccanismo si era messo in moto: era stato emesso un provvedimento, i carabinieri erano arrivati, i giornalisti erano già fuori dalla caserma, mandare tutti a casa, in qualche modo, credo dispiacesse, e quindi venni accompagnato in carcere". E chiaramente la prima notte non dormì - “avevo, a turno, una persona che controllavo quello che facevo. In totale sette sconosciuti che guardavano qualsiasi cosa facessi e io la prima notte in carcere non ho dormito”.

E poi arrivano le accuse. Non solo ai media che “avevano circondato casa”, ma anche ai Ris di Parma - quelli di Meredith a Perugia, ma in realtà un po’ ovunque nel crime italiano - che secondo lui “non distinguevano una goccia di sangue da una barbabietola”. “Erano mitizzati”, ha detto Stasi.

A De Giuseppe (che ha deciso - o chi per lui - di tirare fuori un’esclusiva che non ci mancava, ma che ci torna a far capire quanto cazzo ci piace lo spaghetti crime) Stasi ha detto: “La sera la gente guardava la televisione e li vedeva risolvere i delitti più complicati nel tempo di un episodio. Scoprire che in realtà le persone venivano portate in carcere sulla base di test che non distinguevano il sangue da una barbabietola, illuminava una situazione che si pensava diversa. Ecco perché dico che quel momento fu come un punto di non ritorno: non si trattava più di svolgere un’indagine ma si trattava di salvare la propria carriera, la propria reputazione. Questo poi ha comportato tutta una serie di conseguenze di inezie, di incapacità di tornare indietro, non so se mi spiego. Per ammettere i propri sbagli bisogna avere coraggio, carattere. Il pm non è mai andato a dire: "Questo provvedimento era prematuro”, perché poi l’accertamento definitivo risultava, appunto, negativo".

Chiaramente Stasi parla di giudici come cattivi maestri. Sono loro quelli che hanno fatto la brutta figura di condannare prima, scarcerare poi, e infine, dopo più di sette anni, condannare definitivamente il (presunto?) colpevole. “È difficile arrivare alla mente e al cuore di quelle persone”, ha detto.

Infine, un po’ come nel finale di certi hirst movie, De Giuseppe gli chiede che cosa farà nel futuro (tipo: Che cosa farai Jim con tutti quei soldi adesso?”). E Stasi non sembra sorpreso della domanda e gli risponde con un occhio anche diverso, quasi spensierato, come quando parla in vari momenti della sua famiglia. “Se hai la fortuna, o sfortuna, a seconda del punto di vista, di vivere certe esperienze, acquisisci degli strumenti che puoi mettere a disposizione e io voglio fare questo. È un impegno diverso rispetto a quello che potevo desiderare quando avevo 24 anni, in cui volevo fare carriera nell’azienda più grande d’Italia, tanto per fare un esempio", ha detto Stasi.

Oltre al punto di vista di Stasi, emergono, dal servizio in onda su Italia 1, altri due principali antagonisti. Le magistrature, con i personaggi all’interno che volevano soprattutto non sfigurare, e i media. Come accaduto in tanti altri casi di crime italiano, telecamere e microfoni davanti stazioni di polizia, villette e carceri sono stati all’ordine del giorno a Garlasco, in provincia di Pavia, rovinando non solo la vita di molte persone, come le famiglie dei coinvolti, ma anche aumentando le incertezze e i dubbi su alcune dinamiche processuali.

More

Ok, abbiamo trovato la serie crime più stramba di Netflix

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Non aprite quella finestra!

Ok, abbiamo trovato la serie crime più stramba di Netflix

The Night Stalker: il serial killer celebrato dalla musica death metal

di Damiano Panattoni Damiano Panattoni

Cinema

The Night Stalker: il serial killer celebrato dalla musica death metal

Nella mente di Angelo Izzo. Parla l’unica persona che ha letto il suo libro di 400 pagine (inedito) sulla strage del Circeo: “Un giorno ho temuto volesse uccidermi…”

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

La Scuola Cattolica

Nella mente di Angelo Izzo. Parla l’unica persona che ha letto il suo libro di 400 pagine (inedito) sulla strage del Circeo: “Un giorno ho temuto volesse uccidermi…”

Tag

  • Attualità

Top Stories

  • Roberto Parodi: “Il lusso non è la Lamborghini ma il Telepass”, E lancia la sua campagna green: “Gli alberi del Naftone”

    di Riccardo Canaletti

    Roberto Parodi: “Il lusso non è la Lamborghini ma il Telepass”, E lancia la sua campagna green: “Gli alberi del Naftone”
  • Quanto ci fanno godere i video hot di Guè Pequeno: ecco come al rapper è "sfuggita" la storia Instagram...

    di Alessio Mannino

    Quanto ci fanno godere i video hot di Guè Pequeno: ecco come al rapper è "sfuggita" la storia Instagram...
  • Perché chi sminuisce la cucina italiana è miope. E sì, anche Alberto Grandi (il grande accusatore)

    di Clara Rigamonti

    Perché chi sminuisce la cucina italiana è miope. E sì, anche Alberto Grandi (il grande accusatore)
  • Selvaggia Lucarelli contro Francesca Fagnani è la rosicata definitiva

    di Grazia Sambruna

    Selvaggia Lucarelli contro Francesca Fagnani è la rosicata definitiva
  • Piacenza, la città dove visitare un museo diventa un'impresa. Infatti non ce l'abbiamo fatta

    di Gianmarco Aimi

    Piacenza, la città dove visitare un museo diventa un'impresa. Infatti non ce l'abbiamo fatta
  • “Sulla tua pelle”, ecco il racconto di come è stato incastrato l'assassino di Charlotte Angie (Carol Maltesi): “Non sempre i giornalisti sono sciacalli”

    di Niccolò Fantini

    “Sulla tua pelle”, ecco il racconto di come è stato incastrato l'assassino di Charlotte Angie (Carol Maltesi): “Non sempre i giornalisti sono sciacalli”
  • di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

  • Se sei arrivato fin qui
    seguici su

    • Facebook
    • Twitter
    • Instagram
    • Newsletter
    • Instagram
    • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

    Latest

    • Tre titoli per Termas: "Binder sorpresa", "Emozione VR46" e "Carmelo Ezpeleta ci ha purgati ancora!"

      di Emanuele Pieroni

      Tre titoli per Termas: "Binder sorpresa", "Emozione VR46" e "Carmelo Ezpeleta ci ha purgati ancora!"
    • L'India, l'autismo e un viaggio che non finisce mai: l'ultima avventura di Franco e Andrea Antonello con BMW

      di Giulia Toninelli

      L'India, l'autismo e un viaggio che non finisce mai: l'ultima avventura di Franco e Andrea Antonello con BMW
    • In Argentina siate duri senza mai perdere la tenerezza: Franco Morbidelli c'è

      di Cosimo Curatola

      In Argentina siate duri senza mai perdere la tenerezza: Franco Morbidelli c'è

    Next

    Vittorio Feltri tuona contro Gratteri: “Dovrebbe tenere la bocca chiusa. I magistrati sono sempre più ridicoli, si sono trasformati in giudici popolari”

    di Alessio Mannino

    Vittorio Feltri tuona contro Gratteri: “Dovrebbe tenere la bocca chiusa. I magistrati sono sempre più ridicoli, si sono trasformati in giudici popolari”
    Next Next

    Vittorio Feltri tuona contro Gratteri: “Dovrebbe tenere la...

    • Attualità
    • Lifestyle
    • Formula 1
    • MotoGP
    • Sport
    • Culture
    • Tech
    • Fashion

    ©2020 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

    • Privacy