Il 25 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, confermando la decisione precedente di non procedere con la revisione del processo. Questa sentenza chiude a ogni possibilità di riaprire il caso a livello nazionale. Inoltre, il 10 marzo 2025, la Cassazione ha confermato la censura inflitta dal Consiglio Superiore della Magistratura al sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser. Tarfusser era stato accusato di aver agito autonomamente e in violazione delle procedure nell'avanzare la richiesta di revisione del processo per la strage di Erba. Negli ultimi giorni, la vicenda giudiziaria legata alla strage di Erba è stata chiusa definitivamente.
Il processo per la strage di Erba, avvenuta l'11 dicembre 2006, ha portato alla condanna definitiva all'ergastolo dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi per l'omicidio di quattro persone. Negli ultimi mesi, tuttavia, si sono registrati sviluppi significativi nel caso.
Nel luglio 2024, la Corte d'Appello di Brescia aveva dichiarato inammissibili le richieste di revisione del processo presentate dalla difesa dei coniugi Romano-Bazzi e dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser. La Corte ha ritenuto che le nuove prove presentate non fossero sufficienti a giustificare un nuovo processo, confermando così le condanne all'ergastolo.
Nonostante tutte le possibilità date alla riapertura del caso, però, c’è ancora chi crede che la giustizia italiana abbia commesso un errore gravissimo, che condannerà a vita due innocenti. A dirlo è Antonino Monteleone, che segue da anni la storia ed è autore di Erba. Verità, dubbi e misteri sulla strage di Erba (Piemme, 2023). Su Instagram pubblica un video in cui commenta la decisione della Cassazione: “Diciamoci le cose in faccia: quella di ieri è stata una brutta giornata. Una brutta giornata per me, non perché avessi grande fiducia in una decisione favorevole della Cassazione. Certo, mi ero illuso dopo la prima udienza del processo di revisione a Brescia, sperando che avremmo ascoltato i testimoni e sottoposto al vaglio dibattimentale le nuove prove che la difesa di Rosa e Olindo riteneva di avere in mano per sovvertire quel risultato processuale. Invece, per l’udienza in Cassazione di ieri non nutrivo grandi speranze”.

“Mi fanno sorridere – prosegue Monteleone – quelli che festeggiano questa decisione, come se la Cassazione avesse dato loro ragione. Dimostrano, ancora una volta, di non aver capito granché. La decisione di ieri non fa magicamente riapparire le intercettazioni telefoniche scomparse nel corso dell’indagine sulla strage di Erba”. Secondo Monteleone, “la decisione della Cassazione di ieri, così come quella della Corte d’Appello di Brescia del luglio 2024, non cambiano le dichiarazioni iniziali del supertestimone, che parlava di un soggetto molto diverso da Olindo Romano. Non sciolgono nemmeno uno dei dubbi sollevati in tutti questi anni dalla difesa e riportati da me e da altri giornalisti all’opinione pubblica”.
Poi: “La decisione di ieri non cancella neanche uno di quei dubbi, non sgombra il campo. Anzi, nella testa di molte persone rafforza ancora di più un sentimento di sfiducia. Rafforza anche il mio, perché l’occasione sprecata ieri era quella di entrare nel merito, di ascoltare i testimoni, di esaminare le perizie, di confrontare le affermazioni dei periti della difesa con la realtà dei fatti. Io spero che chi si doveva tranquillizzare dopo questa decisione lo sia davvero”. La decisione della Cassazione, comunque, non cambia la convinzione di Monteleone, che insiste: “Finché campo dirò che Rosa e Olindo sono stati ingiustamente condannati all’ergastolo. Porteranno per l’eternità il marchio che il sistema giudiziario italiano gli ha affibbiato. Questo, almeno fino a oggi, non si può cancellare. Ma chi conosce bene i fatti sa che la verità storica è un’altra, e che queste due persone stanno pagando colpe che non sono loro. Probabilmente l’unica loro colpa è quella di essere due poveracci, poco istruiti, con pochi amici e pochi soldi”.
Per Monteleone, Rosa e Olindo sarebbero vittime di un errore giudiziario e ormai sarebbe state isolate da tutti: “Le uniche persone che hanno là fuori sono gli avvocati che continuano a difenderli pro bono. A loro voglio mandare un abbraccio e un pensiero. Credo che siano un esempio di ciò che significa davvero il mestiere di avvocato. Meriterebbero un riconoscimento pubblico per la passione, la professionalità e l’energia che hanno speso nel difendere gli ultimi”.
“A tutti gli altri – ai teatranti, ai circensi – dico: ricordatevi che su questa storia la giustizia non ne esce bene. E fatevelo dire: la verità giudiziaria non è l’unico modo per leggere la realtà. Non avete bisogno dell’autorità giudiziaria per capire cosa vedono i vostri occhi, cosa sentono le vostre orecchie. E su questa vicenda molti di voi hanno visto, hanno sentito e si sono fatti una loro idea”.
