Il 31 agosto scorso, la tranquilla famiglia Chiarioni di Paderno Dugnano (Milano) è stata sconvolta da una strage commessa dal figlio di soli 17 anni, Riccardo. Un ragazzo che, dopo aver festeggiato il compleanno del padre Fabio, 51 anni, ha ucciso nella notte entrambi i genitori e il fratellino Lorenzo, di 12 anni, con ben 108 coltellate. Un gesto terribile, che ha lasciato molti interrogativi sulla condizione della mente del giovane assassino. Le indagini hanno rivelato alcuni dettagli agghiaccianti sul suo comportamento prima del delitto: il ragazzo nutriva una fascinazione per il nazismo e il fascismo. Sui suoi quaderni sono stati trovati appunti tratti dal Mein Kampf di Hitler, dai discorsi di Mussolini e disegni di simboli fascisti. Inoltre, Riccardo aveva un interesse malsano per coltelli e lame, come testimoniano i suoi appunti. Un quadro inquietante che ha lasciato gli inquirenti perplessi, e che solleva la domanda: quanto il suo comportamento ideologico ha influenzato la sua decisione di compiere un simile crimine? Il caso è ora in fase di approfondimento, e il suo difensore ha chiesto il rito abbreviato, un percorso che potrebbe portare a una riduzione della pena, salvo accertamenti psichiatrici che possano decretare la sua incapacità di intendere e volere.


Una perizia psichiatrica è infatti in corso e dovrebbe fornire chiarimenti sulla sua sanità mentale al momento del delitto. Le parole di Riccardo, rilasciate subito dopo l’arresto, fanno pensare a una mente disturbata: "Avevo pensato di ucciderli perché in un mondo senza di loro mi sentivo onnipotente e immortale", ha detto, rivelando che il suo piano era premeditato, ma che era stato solo una questione di tempo prima che lo mettesse in atto. Nel frattempo, emergono particolari sempre più disturbanti: le 108 coltellate inflitte alle vittime, un numero che ha sbalordito gli inquirenti e che dimostra una furia inaudita. Ma perché tanta violenza? Riccardo, che all’apparenza sembrava un ragazzo tranquillo e sorridente, ha ammesso di aver progettato il delitto già il giorno prima, ma di aver aspettato il momento giusto per eseguirlo. Nonostante la sua versione iniziale, in cui accusava il padre di essere l’assassino, la verità è emersa grazie all’evidenza dei fatti e alla confessione. La famiglia Chiarioni sembrava non avere problemi evidenti. La vacanza estiva che Riccardo ha descritto come “serena” non lasciava presagire nulla di macabro. Una famiglia vittima di un ragazzo che, per ragioni ancora oscure, ha deciso di cancellare la propria famiglia dalla sua vita. Un trauma che ha segnato anche il nonno paterno, rimasto l’unico legame affettivo di Riccardo, e che ora si chiede perché tanta crudeltà.

