Emanuela Ruggeri, 32 anni, è stata trovata morta a Roma, in via del Mandrione, seminascosta tra i cespugli di un’area verde che costeggia i binari ferroviari all’altezza del civico 385. A identificarla, nelle ore successive al ritrovamento, è stata la polizia grazie ai numerosi tatuaggi che aveva sul corpo: un fungo e il numero "666" sul braccio sinistro, la lettera "D" sull’indice della mano sinistra, una mezza luna con un punto sul dorso della mano, vicino al pollice. Indossava una maglietta nera, leggings scuri e ciabatte infradito maculate, gli stessi abiti con cui era uscita di casa la sera del 14 luglio, poco dopo le 20:30. “Ciao, vado a mangiare fuori”, aveva detto a sua madre Alessandra, prima di svanire nel nulla. L’ultimo messaggio inviato alla mamma è arrivato il giorno dopo, il 15 luglio: diceva di essere stata al mare e di avere il cellulare scarico. Poi il silenzio. Da allora, il telefono risultava spento. La famiglia, disperata, aveva lanciato appelli sui social e tramite i media locali. Il presidente del IV Municipio, Massimiliano Umberti, che si era unito agli appelli condividendo la foto di Emanuela, ha confermato il decesso con un post carico di dolore: “La notizia che non avrei mai voluto dare. La ricerca di Emanuela è tristemente terminata. A nome di tutta la comunità del IV Municipio porgo le più sentite condoglianze alla sua famiglia, alla quale mi stringo forte”. A dare l’allarme è stato un uomo che stava portando a spasso il cane. Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, era adagiato a terra su un giaciglio di fortuna, immerso nella vegetazione. Secondo i primi accertamenti non ci sarebbero segni evidenti di violenza, ma sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte.

“C’entra qualcuno: lei non guidava la macchina, qualcuno in quel posto ce l’ha portata”, ha dichiarato la madre di Emanuela in un’intervista al Corriere della Sera, rispondendo al telefono che tiene stretto da giorni. “Io e mio marito non conoscevamo chi frequentava. Era tornata a vivere qua a Roma il 15 gennaio, dopo essere stata a Torino: era salita col suo ragazzo, ma poi si sono lasciati e allora lei è tornata a casa da noi”, ha raccontato. La sera della scomparsa, Emanuela aveva detto di andare a cena da un amico con un’amica: “Io non ho chiesto di più, non era strano che uscisse”, ha detto Alessandra. “Quella notte è rimasta fuori e poi la sera mi ha mandato un altro messaggio: mi diceva di essere stata al mare e si scusava perché aveva il cellulare scarico quindi non avrebbe potuto più scrivermi. Non l’ho più sentita”. Sulla possibilità che Emanuela possa essere stata coinvolta in una brutta storia, la madre ha detto: “Non so, forse conoscenze sbagliate: forse c’entra un uomo, purtroppo non ho grande fiducia in questi uomini”. Tornata a Roma da pochi mesi, Emanuela stava cercando di ricostruirsi una vita: “Di ritorno da Torino stava cercando di rifarsi una vita, il lavoro lo cercava”, ha aggiunto la madre. Sui tatuaggi, tra cui anche quello con la scritta "666", ha detto: “Mia figlia era appassionata di arte, aveva frequentato il liceo artistico e amava i tatuaggi. Dei loro significati però non so”. Ora gli inquirenti attendono gli esiti dell’esame autoptico e stanno esaminando le immagini delle telecamere della zona per capire se Emanuela sia arrivata lì da sola o accompagnata da qualcuno.
