Sarà pure l’azienda del settore automotive più sicura, sarà pure una delle poche vere protagoniste del mercato delle auto elettriche per ricchi. Musk avrà pure “giocato” e basta con le sue azioni, vendendole in quantità importanti, e vorrà espandere la sede tedesca, ma per Tesla non si chiude un anno positivo. Musk dovrà prenderne atto e digerire la batosta. La capitalizzazione è scesa sotto i 390miliardi. Ci si appresta a finire l’anno con un -6,50%. Siamo ai minimi dal 2020, dopo una serie di cadute, 9 su 10 sedute, che sembrano inevitabili, visto che a nulla sono valse le rassicurazioni del CEO dopo le ultime vendite di azioni. Ora siamo a meno di 390miliardi di capitalizzazione, come si diceva, dopo che a gennaio di quest’anno le stime erano di 1000miliardi.
Tra le possibili ragioni del crollo, oltre alla sfiducia di Wall Street alimentata in questi mesi dai tentativi di Musk di recuperare soldi dopo l’acquisto di Twitter, la scelta di chiudere lo stabilimento di Shangai per il capodanno cinese. Chiusura a cui seguirà un calo della produzione, nonostante i propositi di Musk di rimanere forti sul fronte cinese, dov’è presente il maggior mercato di auto elettriche. A tal fine il CEO aveva anche scelto di tagliare del 9% i prezzi delle Model 3 e Y, per incentivare all’acquisto, ma per via della nuova ondata di covid nel Paese le cose non si sono messe bene nonostante le toppe. In questi casi uno come Musk non può che negare. E così ha fatto, dando la colpa non a lui, alle sue scelte, al suo comportamento, che lo ha portato a scendere nella classifica degli uomini più ricchi del mondo quest’anno; bensì alla FED, la Banca Centrale USA, che sta alzando i tassi di interesse spingendo l’economia, secondo il miliardario, verso la recessione. Il mercato, tuttavia, sembra non essere tanto d’accordo con lui.