Per provare a tenere sotto controllo i prezzi dei biglietti aerei, nel decreto Omnibus (Asset e giustizia) approvato dal Consiglio dei ministri è stato inserito in alcune circostanze il divieto di fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aeree, considerandola "pratica commerciale scorretta", con le compagnie che dovranno sempre informare l'utente, per gli acquisti di biglietti online, riguardo all'utilizzo di strumenti di profilazione. Una notizia che ha suscitato la dura reazione dell’amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, secondo il quale tra le altre cose il Governo "vincola le nostre tariffe estive alla tariffa media di ogni volo. In questo modo, ci invita a ridurre le nostre rotte, quando noi siamo solite aumentarle di continuo. Meno rotte e meno posti aerei porteranno a un aumento medio dei prezzi, e non alla loro flessione". Per Wilson, sentito da Repubblica, il decreto rischia di rivelarsi un autogol: “È illegittimo e illogico. Se restasse così, invece di aprire una nuova rotta da una qualsiasi città italiana a Catania, voleremo di più verso la Spagna. Sa dove stanno esultando per il vostro decreto? A Malta, a Cipro, alle Canarie: sanno che noi voleremo di più verso di loro, piuttosto che essere prigionieri in Italia. […] Alitalia collegava la Sicilia e la Sardegna con Roma o Milano. Punto. Poi siamo arrivati noi e abbiamo determinato dal niente il successo di Trapani, per fare solo un esempio. Ora, volare su Trapani a novembre, come fanno svariate persone, costa pochissimo. D’estate, quando tutti vogliono andare in Sicilia, costerà di più. Questo è il libero mercato. Sa, invece, chi ha provato a fissare i prezzi al posto del mercato? L’Unione sovietica nel 1917. E la cosa non ha funzionato”. Ma sarà proprio così?
Secondo fonti del Ministero delle imprese e del made in Italy però ci sono molti esempi “che dimostrano come il libero mercato in questa vicenda c’entri poco o nulla, mentre sembra entrarci molto la speculazione causata dalla scarsa concorrenza e il mancato contrasto ai comportamenti distorsivi della normale dinamica domanda-offerta”. Dal Ministero di Urso secondo Adnkronos sottolineano che nel dicembre scorso "è stata infatti avviata una indagine dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha interessato i voli verso Catania e Palermo a ridosso delle festività natalizie, operati tra l’altro da Ryanair. Il Garante della concorrenza nell’atto di avvio dell’indagine ha indicato come l’incremento, in alcuni casi del 700% dei prezzi dei biglietti aerei verso Catania e Palermo, possa essere frutto di un comportamento collusivo tra i vettori aerei, facilitato dall’utilizzo di algoritmi di prezzo. Dal canto suo Enac ha poi osservato come in occasione del deragliamento del treno merci nei pressi della stazione di Firenze Castello o dell’alluvione in Emilia-Romagna, e dunque in seguito a eventi catastrofali che hanno determinato un’impennata della domanda di trasporto aereo causata dalla soppressione dei collegamenti ferroviari e dall’inagibilità di alcuni tratti autostradali, è conseguito un eccessivo incremento dei prezzi dei biglietti aerei che, con riferimento a specifiche rotte domestiche, sono arrivati a toccare anche i 1.000 euro l’uno".
Piccatissimo il governatore della Sicilia, Renato Schifani: "L’ad di Ryanair Wilson – le parole riportate da Adnkronos – spieghi ai milioni di siciliani se non è scandaloso l’atteggiamento di chi approfitta di una situazione di mancata concorrenza, direi quasi di monopolio, per vessare un’intera popolazione con prezzi esorbitanti. Una circostanza che stiamo combattendo con le nostre forze e con l’aiuto del governo nazionale, anche grazie all’introduzione tra le compagnie che servono la Sicilia di un terzo vettore che, con prezzi accessibili e con tariffe che non superano mai un determinato tetto, ha favorito la mobilità da e per la nostra Isola. ‘Spazzatura’, quindi, sono certe condotte che abbiamo segnalato all’Antitrust per ben due volte. ‘Spazzatura’ è far subire ai siciliani prezzi spropositati quando questi vogliono spostarsi per Natale o durante il mese di agosto oppure quando sono costretti a prenotare senza largo anticipo un volo”. E ancora: “Ho sempre detto che avrei incontrato l’amministratore di Ryanair se avesse dato chiari segnali di voler ridurre le scandalose tariffe della sua compagnia, per poter concordare le modalità. Ma l’arroganza di quel vettore, dimostrata oggi anche dalle offensive dichiarazioni del suo capo, ha impedito qualunque tipo di mediazione”.
Quindi le “minacce” di Ryanair ci dovrebbero preoccupare? Su Panorama Sergio Barlocchetti (dopo aver premesso che “il vettore irlandese, per demerito nostro più che per merito suo, è la prima compagnia in Italia”), quelle dell’Ad Wilson “sono parole che da chi ha avuto il tappeto rosso steso in parecchie regioni per vent'anni non si possono ascoltare e suonano, anzi, come un sommesso ricatto: se mi ostacoli smetto di investire in Italia con ripercussioni su sviluppo e occupazione”, ma “se Ryanair alzerà i prezzi per i collegamenti verso le isole in inverno, vorrà dire che per la prima volta sarà lei a subire la concorrenza di chi, invece, potrà proporre tariffe migliori”.