Matteo Di Pietro di TheBorderline, il gruppo di youtuber coinvolto nell’incidente di Casal Polocco costato la vita a Manuel Proietti (5 anni), è stato arrestato (ai domiciliari). Una notizia, quella del provvedimento contro il conducente del collettivo impegnato in una challenge “estrema” (50 ore in auto), che rinfocola le polemiche sul legame tra sfide, guadagni e popolarità online. Mentre molti chiedono la chiusura del canale e accusano Google di non aver preso provvedimenti abbastanza risoluti, mentre altri sostengono che le piattaforme non possono e non devono intromettersi in casi del genere. Dal governo emergono proposte per regolamentare i creator e le piattaforme stesse. Ne abbiamo parlato Mario Moroni, esperto di tech e social media, che condivide con noi quello che potrebbe essere un ipotetico futuro di YouTube, ricordandoci che le fonti di guadagno non arrivano solo dalla piattaforma e sottolineando che se volessero gli youtuber romani potrebbero ancora monetizzare.
Mario, cosa ne pensi del fatto che YouTube abbia tolto la monetizzazione al canale di TheBorderline?
Youtube ha seguito la sua policy che gli permette di bloccare la monetizzazione ai canali sia per chi va contro le politiche sulla piattaforma online che per le attività offline, ovvero al di fuori della stessa per azioni che “potrebbero ledere la bontà della community”. È una scelta unilaterale che ha dei precedenti anche su altre piattaforme illustri, Twitch di Amazon per esempio. La cessazione della monetizzazione serve soprattutto a dare il messaggio che non si può guadagnare solo “avendo visibilità / con qualsiasi mezzo”. È un tentativo leggero di prendere posizione e tardivo per calmare l’opinione pubblica.
Non sarebbe stato meglio chiuderlo e basta?
Youtube può chiudere un canale. Però non credo sia giusto farlo se non contiene video che hanno contenuti illegali o che ledono i diritti altrui e la sensibilità delle persone. Direttamente dalla sezione trasparenza di Google: “Un canale di YouTube viene chiuso se riceve tre avvertimenti relativi alle Norme della community in 90 giorni, se si verifica un singolo caso di grave illecito (ad esempio, un comportamento volto all'adescamento) o se viene stabilito che il canale viene usato esclusivamente per violare le nostre norme (come spesso accade con gli account spam)”. Con la chiusura diretta da parte della piattaforma si lancerebbe un messaggio molto forte e forse controproducente per i content creator. Purtroppo i blocchi sono spesso automatici ma quando avvengono casi come questi, è molto probabilmente l’essere umano ad agire. La domanda che mi farei è: perché non lo chiudono loro il canale?
Come si monetizza su YouTube?
La monetizzazione è un’opzione che i gestori dei canali possono attivare. Se attivata sui video del canale vengono proposti degli spot inerenti ai canali e al target dell’utente. Non sono grandi cifre, anzi. La maggior parte della vera monetizzazione sui social avviene con co-branding e attività collaterali. Oppure con video sponsorizzati proprio all’interno dei contenuti. Questi ultimi rimangono attivi anche se la monetizzazione di YouTube è bloccata come in questo caso.
Ora molti stanno dando la colpa a YouTube e c’è chi addirittura vorrebbe chiudere la piattaforma…
Anche lo stesso governo Meloni sta approcciando una nuova legge, in realtà un’integrazione ad una già esistente, per colpire youtuber, content creator e le piattaforme in questo caso. Non credo sia una grande idea chiudere le piattaforme, che potrebbero invocare alla censura o ancora peggio spegnere l’Italia e il conseguente indotto. Migliaia di creator positivi, divulgatori e creatori di contenuti pubblicano ogni giorno su Youtube video utili alla comunità italiana. Sicuramente devono essere incrementati i controlli sulle piattaforme. Forse renderle co-responsabili in parte potrebbe essere una soluzione. Anche se il reale obiettivo dovrebbe essere sensibilizzare i cittadini alla digitalizzazione, finanziare le forze dell’ordine nell’avere più mezzi a disposizione online e avviare un tavolo europeo di dialogo e di regolamentazione a livello europeo.