Tiziano Ferro si piange addosso (di nuovo) sui social e con un video con tanti sguardi intensi e qualche omissione si scaglia contro la stampa (a suo dire) omofoba. “Loro possono scrivere quegli articoli di merda - punta il dito lui - semplicemente perché io sono stato sincero, perché io avrei potuto mentire, mettermi una fidanzata accanto e farli tacere, anche se poi tutti sapevano la verità... Per cui facessero poco i gradassi: io sto pagando la mia sincerità...Non c'è niente di eroico nell'utilizzare la mia verità per esprimere la propria omofobia, per esempio – continua poi - E questo è un gesto talmente vile e stupido, che a me viene da ridere. A me viene da guardare queste persone e dico: bravi, ve l'ho detto io… Non è che avete fatto una scoperta, non è che avete fatto un lavoro di indagine. Non è che mi avete smascherato... Bisogna ricordarselo - avverte - e rendersi conto che c'è invece un oceano di persone che giovano del fatto che tu esisti e crei rappresentanza…”. E i follower ringraziano per lo sfoggio.
Ora, capiamoci bene, c'è chi si è approfittato davvero del suo divorzio per parlare di come la maternità surrogata sia “una pratica con pesanti ricadute soprattutto per i figli”, ma salvo il quotidiano di Maurizio Belpietro (La Verità), a ciarlare a sproposito dei figli di Ferro sono stati soprattutto gli utenti del web. Che poi capita a tutte le coppie vip che si separano di subire (cattiverie), forse si è perso qualche centinaia di meme sulle borse di Ilary (chiamata in tutti i modi) e i Rolex di Totti, per dirne una. Questo è uno dei problemi del parlare della propria vita privata in pubblico, poi non puoi controllare le reazioni come vorresti, quelle non sono prevedibili, ahinoi. Sappiamo anche che le dichiarazioni legate all’affettività di una star, specie se di natura omosessuale, in un Paese per certi versi retrogrado come il nostro, possono essere da esempio, e per questo armati di penna lo abbiamo sostenuto...
Ma se tutti sapevano la verità (come scandisce nel video), a che serve ribadire con sfregio che è stato proprio lui a fare coming out tardivo (nel 2010)? Prima di essere un’intervista è stata un libro, e prima di essere un libro è stata un diario. E prima di essere un diario, la verità di Tiziano Ferro è stata a lungo un pettegolezzo. Siccome nell'ambiente girava la voce e dagli inizi... Un esempio fra mille, nel 2001 Michele Monina, poco prima di un'intervista (una delle prime!), viene a sapere proprio di questo e da un suo ex che siede a tavola con lui (come racconta su MOW); qualcosa che la popstar di Latina, come sappiamo, svelerà al mondo molti anni dopo, ma che il critico avrebbe potuto mettere nero su bianco (come altri) in qualsiasi momento, guadagnandosi un ben lucroso scoop. Dunque, fare del vittimismo un’identità nei confronti dei giornalisti, che non hanno mai visto nulla di anormale in un amore omosessuale, tanto da fregarsene già ai tempi, è un lamento decisamente fuori luogo (nonchè fasullo). Oppure questo sfogo è proprio una piccatissima replica verso chi ha osato dire che ha usato un dramma personale per vendere più copie (del suo primo libro)?