Altro che “nuova Guerra Fredda” contro la Cina e guerre calde contro Russia e Iran. Il presente, ma soprattutto il futuro, degli Stati Uniti dipendono da un'altra guerra. È in corso proprio adesso ma nessuno la prende in considerazione. Forse perché non viene combattuta da soldati equipaggiati come Terminator, non implica l'utilizzo di caccia, bombe nucleari e armi laser, né è troppo appariscente. Però questa guerra esiste, è sempre più evidente e visibile, è entrata in una fase critica e adesso sono costretti a parlarne anche i media Usa. Per quale motivo? Semplice: perché giornali, giornalisti, tv, reporter e pure avvocati e giudici statunitensi sono i missili del conflitto che vi stiamo per raccontare. Ma chi si sta affrontando? E per quale motivo? Le lobby di potere insite nel sistema politico, economico e culturale degli Stati Uniti d'America. Due in particolare risultano particolarmente attive, come si nota dallo scontro a mezzo stampa andato in scena tra Donald Trump e Rupert Murdoch. Il presidente Usa è stato sostanzialmente sputtana*o dal proprietario del Wall Street Journal, di Fox News, del New York Post, e, tra gli altri media, dei britannici The Times e The Sun. È andata più o meno così: il Wall Street Journal, prestigioso giornale di punta dell'impero mediatico di Mr.Murdoch, ha pubblicato una lettera presumibilmente scritta da Trump a Jeffrey Epstein nel 2003, contenente toni ambigui e un disegno di una donna nuda. La lettera farebbe parte di un album privato per il compleanno di Epstein, compilato da Ghislaine Maxwell. The Donald ha definito il documento un falso totale, ha annunciato una causa per diffamazione da 10 miliardi di dollari contro il Wall Street Journal, Murdoch, e i giornalisti autori dell'inchiesta, accusandoli di voler sabotare la sua corsa presidenziale.

Trump contro Murdoch è in realtà la parte più evidente di uno scontro intestino in corso all'interno della destra statunitense. Allargando ancor più lo zoom notiamo che la guerra contrappone l'universo Maga (Make America Great Again) incarnato dall'attuale inquilino della Casa Bianca all'establishment repubblicano conservatore Usa più tradizionale. La prima lobby, quella che ha preso il potere negli Stati Uniti nell'era della post democrazia, che si ispirava a Steve Bannon e che fa leva sui voti dei “bianchi arrabbiati” e sulla rabbia di chi è stato sconfitto globalizzazione, ha preso il controllo del sistema politico americano e vuole rivoluzionare il Paese in maniera radicale. L'altra lobby, quella capitanata dalle élite di Washington e New York, è stanca dei Maga e delle loro follie; supporta il liberismo economico, la stabilità istituzionale e un ordine internazionale pro Usa, riflette una visione molto vicina alle posizioni del Partito Repubblicano tradizionale (i cosiddetti establishment Republicans). È stato il citato Murdoch, sfruttando i suoi media, a costruire e normalizzare un certo tipo di narrazione populista light, la stessa che ha poi generato Trump. Ma perché questi due gruppi si stanno scontrando? Semplice: la lobby tradizionale, legata al mondo finanziario di Wall Street, alle élite neoconservatrici e ai grandi gruppi multinazionali, vuole neutralizzare i trumpisti saliti in cabina di regia.

Attenzione però, perché negli Stati Uniti non ci sono di certo soltanto questi due gruppi d'interesse. In sottofondo emergono tante altre lobby, ciascuna delle quali portatrice della propria agenda, delle proprie istanze, dei propri interessi. Negli ultimi anni, per esempio, è uscita dall'ombra la lobby delle armi vicina al Pentagono e al settore della Difesa. Cosa vuole? Detto in maniera brutale e grezza: che gli Stati Uniti facciano e vincano guerre – quelle vere, con missili e caccia – contro i loro nemici valoriali. La California è invece la tana della lobby hi-tech, ovvero dei grandi imprenditori che hanno creato – e che continuano a creare – l'ossatura tecnologica del Paese con innovazioni strategiche, così come dei post umanisti come Elon Musk e Peter Thiel che cercano di allungare la vita umana (nonché di rendere immortale l'essere umano). La lista di lobby attive negli Usa è ancora lunghissima. Troviamo i fanatici della religione, i pro Israele, gli amici della Cina e svariati altri gruppi di interesse. Tutti vogliono influenzare la politica americana. Ma ora che alla Casa Bianca è tornato Trump non tutti hanno il posto che desiderano.