Signori, guardate che quello che sta succedendo in questi giorni al Ministero della Cultura è sintomatico di come sia messa la stessa cultura nell'Italia oggi. Ieri il capo gabinetto Francesco Spano si è dimesso. Pare per un conflitto di interessi: al MAXXI, museo poco fa diretto dall'attuale ministro Alessandro Giuli, aveva assunto il suo compagno. Si è saputo anche che all'interno di una chat di Fratelli d'Italia questo Spano era stato definito pederasta. Tutto questo succede dopo che è stata annunciata, solo annunciata, un'inchiesta di Report. Lanciata in due trasmissioni, in tv e in radio, dal conduttore Sigfrido Ranucci. Che ne ha parlato in maniera alquanto subdola, affidandosi alle battute, ai sorrisetti, al dico non dico.
Guardate, ora io mi faccio una serie di domande:
1) grande rispetto per Ranucci e Report, ma se anche loro scendono al livello del chiacchiericcio e del gossippino per lanciare un'inchiesta come è messo il giornalismo? Quindi si fa inchiesta o si fa gossip? Non è un modo un po' da influencer?
2) già in passato questo Spano aveva finanziato un’associazione LGBT di cui era tesserato, manifestando una certa leggerezza a ricoprire incarichi pubblici. La logica degli amichetti ormai appartiene a tutti e mi pare che in Italia ci sia ormai una guerra tra bande
3) ma è normale che del Ministero della Cultura in Italia si parli solo in riferimento a queste vicende? Prima Sgarbi, poi la Boccia, ora questo...
Adesso aspettiamo domenica sera finalmente di vedere l'inchiesta e ne valuteremo i contenuti. Intanto: la carta stampata e il giornalismo sono sempre più in crisi e nella prossima legge di bilancio la scuola verrà massacrata. È vero che queste cose non dipendono direttamente dal Ministero della Cultura, ma è opportuno che anche la cultura se ne occupi. Invece no, siamo dietro ai chiacchiericci, ai gossip, alle amanti e ai mariti. Che brutta fine...