Un aspetto positivo dell'attentato a Ranucci c'è. Ed è che, grazie a lui, in molte trasmissioni, si è tornati a parlare di una nobile arte: il giornalismo. Ieri c'è stata pure la manifestazione a Roma Viva la stampa libera! Ebbene Ranucci, nelle sue ospitate, ha posto dei temi di cui non si parla quasi mai. Come i costi legali di chi fa questo mestiere, dei rischi che si corrono se lo si fa in una certa maniera e delle leggi come come quella sulla lite temeraria. I giornali, secondo voi, stanno facendo un dibattito partendo dalle sue parole, stanno approfittando di questa occasione per parlare di temi meravigliosi e fondamentali per la democrazia come la libertà di stampa e di formazione? No. Si fermano solo alla superficie. Bene, noi su MOW sì. Ma non è questo il punto. Il punto è che questo è un tema decisivo per il nostro futuro. Il punto è che è uscita un'altra bella intervista, a Natalia Aspesi, grande e anziana giornalista, firma strepitosa. Che, tra dettagli esilaranti (Scalfari era un gran trombatore) e ufficializzazioni importanti (le redazioni sono sempre state intrise di mascolinità che oggi verrebbe definita tossica), tocca un tema centrale: io, con il giornalismo, mi sono comprata una casa, dice Natalia. Sì, perché la Aspesi, la Fallaci e compagnia guadagnavano molto bene, le spese legali se le potevano permettere e oltretutto erano pure coperte dai loro giornali.

Oggi, invece, è un disastro. Sia perché il 99% dei giornalisti viene sottopagato, sia perché per la stragrande maggioranza dei casi, le spese legali te le devi vedere da solo. E l'ordine dei giornalisti in tutto questo? Ah, boh. C'è e non c'è. Io dall'Ordine ricevo solo richieste di sommarie informazioni (perché qualcuno è andato a lamentarsi di qualche articolo) o delle email sulle votazioni. Il punto è che sul giornalismo in Italia bisognerebbe aprire un dibattito molto più profondo e concreto di quello che viene fatto. Bisognerebbe fare delle vere battaglie e le dovrebbero fare i giornalisti sui giornali. Ma dove sono i giornali che hanno le palle per fare queste cose e andare contro poteri, sindacati, politici se tutti gli editori in qualche modo hanno dei conflitti d’interessi? Non lo so, ma forse è il caso di parlarne con grande trasparenza. Perché anche la manifestazione di ieri, di base, è stata una manifestazione politica. Sembrava una roba di partito. Vorrei chiedere ai giornalisti che hanno parlato come Cancellato, direttore di Fan Page e il famosissimo Travaglio: ma i politici per i quali avete parlato, siamo sicuri che poi una volta al potere si comporterebbero così tanto diversamente da quelli al governo? Vi do una notizia: in passato non l'hanno fatto. Non è che non ne hanno avuto occasione. L'hanno avuta e non l'hanno fatto, è diverso. Insomma, se vogliamo fare un passo in avanti ed essere seri, e non i soliti giornalistoni che se la cantano e se la suonano, adesso abbiamo l'occasione di andare oltre alle strumentalizzazioni politiche. E restare sui temi. Sarà interessante vedere, passata questa ondata, chi ci resta. E chi no.
