Pensa che culo: mio figlio potrà essere gay, trans, prendere il passaporto albanese o di dove vorrà lui, diventare pure milanista (questo mi metterebbe in difficoltà, lo ammetto, ma alla fine lo accetterei). Ché l'importante per me sarà altro. Che ami e sia amato. Che sia felice spesso e soprattutto sereno. Che sappia che nel mondo, da qualche parte, ci sarà sempre qualcuno su cui potrà contare. E pensa che culo: parlo di qualcosa dopo averla vista e ascoltata con i miei occhi e le mie orecchie, non dopo aver letto anticipazioni, mezze frasi, opinioni costruite su altre opinioni. Sì, mi riferisco all'intervista di Belve a Ignazio La Russa, presidente del Senato, seconda carica dello Stato, politico di destra, fedelissimo e mentore di Giorgia Meloni, che a Francesca Fagnani ha dichiarato: "Accetterei con dispiacere se mio figlio fosse gay". E ripenso ancora che culo: non lo trovo così scandaloso.
Non lo trovo così scandaloso perché Ignazio è un signore cresciuto con una certa mentalità. Non ha detto che non accetterebbe suo figlio gay, ha detto che gli dispiacerebbe. È diverso. Conosco gente ben più giovane di lui, che ha sempre votato a sinistra, che mi ha detto la stessa cosa. Io ho una figlia disabile. E a me dispiace che lo sia. Ma non me ne frega un cazzo. La riempio di baci, la amo , accetto questa cosa e oggi la porterò al mare. No, non voglio mettere sullo stesso piano disabili e gay. So perfettamente tutte le varie differenze e sfumature, mica sono scemo. Sto solo dicendo che tra discriminare, vergognarsi, non accettare o dispiacersi di qualcosa che va oltre il tuo controllo e la tua volontà c'è una bella differenza. E infine non trovo scandaloso ciò che ha detto il caro Ignazio perché ho letto di Alessandra, ieri, mamma giovanissima.
Alessandra se n'è andata nella notte tra sabato e domenica per colpa di un tumore. Sui social ha lasciato il suo testamento a Marco, il suo bambino di 11 anni. Ha scritto così: "Ti dico figlio mio che le cose te le dovrai guadagnare. Ti dico che la vita va vissuta con coraggio e umiltà. Che dovrai voler bene alle persone che ti cammineranno a fianco. Ti dico che le tue ali si spiegheranno per mete certe e piene di gioie, ma a volte ti capiterà di imbatterti in chi quelle ali le spezzerà e non sarà facile trovare di nuovo il coraggio di volare". E ancora: "La verità non vince sempre ma tu, con quella nel cuore, devi camminare e vivere. Ama chi ti ama, senza egoismo, ma amati sempre, non dimenticarti mai di te. Sappi che accettare i limiti è il primo passo per essere migliori. E sono certa, figlio mio, che tu sarai migliore di me".
Non trovo scandaloso ciò che ha detto La Russa perché ci sono cose più importanti. Il futuro si spiegherà a prescindere da un'intervista che per quanto ben fatta e con le domande giuste è pur sempre intrattenimento. Non cambierà niente nelle nostre scelte. Di più importante c'è la vita delle persone. Ci sono le parole di Alessandra. C'è il fatto che i figli, i nostri figli, saranno migliori di noi. C'è che prima e dopo delle parole di chi si dispiace per un figlio gay c'è l'amore che ognuno ha diritto di ricevere e il dovere di dare a chi vuole lui. "Ama chi ti ama ma amati sempre". C'è che tra le vere grandezze c'è anche quella di accettare ciò che non ci piace e amarlo nonostante questo, che sia una mamma che se ne va o un figlio che non è o fa quello che avresti voluto tu. Perché davvero, l'importante è questo: amare ed essere amati.