image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

Una giornata con gli anarchici. Per scoprire che sono solo noia e rassegnazione

  • di Pantaleo Romano Pantaleo Romano

1 febbraio 2023

Una giornata con gli anarchici. Per scoprire che sono solo noia e rassegnazione
Abbiamo partecipato, in incognito, alla manifestazione che gli anarchici hanno organizzato a Torino in sostegno di Alfredo Cospito, il detenuto in sciopero della fame contro il regime carcerario del 41bis. Ci aspettavamo rabbia e tensione (oltre a qualche scontro) e abbiamo trovato soltanto noia e rassegnazione. Quattro gatti al corteo, tra vecchi reduci degli anni '70 disillusi e giovani punkabbestia che hanno come stanca abitudine la protesta. Nessuna organizzazione, poche idee (e confuse), l’assenza di speranza di poter cambiare qualcosa (“Ormai hanno già deciso che dovrà morire in carcere”) e una consapevolezza: “Il problema è che oggi manca il substrato culturale...”

di Pantaleo Romano Pantaleo Romano

Avvicinandomi al numero 14 di Corso Belgio a Torino, sede del provveditorato regionale, non avverto nessun rumore se non quello del traffico. Nessuna canzone dei Modena City Ramblers o cori tipo “Fuoco, fuoco, fuoco alle galere”. Mi sembra strano, dato che è previsto un presidio Anarchico in sostegno ad Alfredo Cospito. Arrivo da una via laterale e il primo gruppo di persone che incontro sono giornalisti e fotografi armati di microfoni, videocamere e teleobiettivi, neanche fosse il red carpet di Sanremo. Oltre a loro un furgone blindato dei carabinieri e alcuni uomini in tenuta antisommossa. Ma appena mi sporgo sulla strada per attraversare, mi rendo conto che i blindati sono una decina e i militari non si riescono a contare. Tutti in assetto antisommossa con scudi e caschi, schierati come un plotone. Tutto il clamore di giornalisti e forze dell’ordine crea un grettesco contrasto col manipolo di antagonisti che si trova sul lato della strada dove batte il sole. Saranno una trentina di persone al massimo, per la maggior parte seduti nel piccolo controviale a bere birra e fumare un po’ di tutto. Uno striscione recita “A fianco di Alfredo, a fianco di chi lotta”. Il gruppo, seppur piccolo, è molto eterogeneo. Ci sono dei ragazzi li per caso, interessati forse per l’attualità del caso Cospito, il gruppo di persone vicino allo striscione sono invece gli anarchici veri, quelli sempre in prima fila nelle manifestazioni. C’è anche la vecchia guardia, con qualche sopravvissuto degli anni ‘70.

La manifestazione degli anarchici a Torino
La manifestazione degli anarchici a Torino

Il mio interesse si concentra, ovviamente, su questi ultimi. Mi avvicino sorridendo e un signore sulla settantina mi fa accendere una sigaretta. Iniziamo a parlare un po’ e capisco subito la sua disillusione generale: «Mi aspettavo di vedere più persone» gli dico, e lui: «È già tanto che siamo questi» mi risponde guardandosi intorno. Poi con una risata beffarda aggiunge: «Gli sbirri sono più di noi» ed effettivamente è vero, per ognuno dei partecipanti ci saranno almeno due carabinieri. Si aspettavano sicuramente un presidio più numeroso anche loro. «Sai cosa hanno in programma?» aggiungo. E l’anarchico attempato: «Ma che vuoi che facciano… le solite cose. Partirà un corteo o una cosa del genere, vedrai…» risponde con le sopracciglia sollevate e lo sguardo arreso. Mi spiega poi che non c’è la minima organizzazione, non c’è una regia o qualcuno che dirige le azioni di protesta. Sono tutti piccoli gruppi sparsi «come quelli che hanno bruciato il ripetitore in collina». Questo sia per «la natura anti-gerarchica del movimento anarchico», ci tiene a precisare, ma anche «per la mancanza di una cultura di protesta, ormai quasi del tutto estinta». Provo allora a ricordargli degli anni ’70: «Era una guerra» sostiene, ma con sguardo fattosi d’un tratto serio e rigido e non aggiungendo altro.

Un altro momento della manifestazione di Torino degli anarchici
Un altro momento della manifestazione di Torino degli anarchici

A questo punto si crea un po’ di trambusto, quando alcuni del gruppo bloccano un tram che non avrebbe dovuto passare, visto che la strada era chiusa al traffico. Sembrava stesse per nascere qualche tensione, ma non faccio in tempo ad avvicinarmi che lasciano ripartire il mezzo. Nel frattempo tutti i fotografi e videomaker iniziano a gironzolare frenetici intorno al gruppetto di antagonisti per filmare l’unico evento vagamente fuori dall’ordinario. Mi avvicino agli organizzatori e chiedo qual è il programma. «Mah, tra un po’ facciamo un corteo fino al Campus per la conferenza, tanto stare qua non serve a granché» mi risponde uno di quelli più in vista. L’avevo notato dare indicazioni e portare l’immancabile cassa dalla quale far partire il classico repertorio cantautore già sentito in mille manifestazioni. La sensazione è quella della stanchezza. Tutti sono lì annoiati, come se la protesta fosse un’abitudine difficile da togliersi di dosso. Parlandoci ho capito che in molti credono nei valori anarchici perché principalmente vivono una dicotomia noi-loro che li fa sentire più “liberi”, gli dona una identità sociale ben definita. Diciamo pure che alla base, di movimento politico, c’è davvero poco. Idee sparse, un po’ confuse, e zero organizzazione.

Le forze dell'ordine alla manifestazione di Torino
Le forze dell'ordine alla manifestazione di Torino

Parte il corteo, a quel punto saremo diventati una cinquantina di persone in tutto. Sfiliamo davanti al lunghissimo plotone di carabinieri e polizia come fossimo ad una parata. Partono i cori, gli attesi cori che però non hanno l’impatto immaginato. Una decina al massimo urlano a gran voce, il resto è disinteressato e alcuni canticchiano per conto loro. I tipi un po’ più “estremi”, birra in mano, urlano sfottò alle forze dell’ordine che intanto ci corrono a lato per presidiare la zona vicina al centro sociale Askatasuna. Scambio uno sguardo col vecchio “compagno”, mi fa un cenno e mi dice avvicinandosi: «Fanno più casino gli sbirri di noi». Mentre camminiamo, chiedo ad uno degli organizzatori del presidio cosa ne pensa del caso di Alfredo Cospito e quale, secondo lui, sarà l’esito dell’udienza del 7 marzo prossimo. «Ormai hanno già deciso che dovrà morire in carcere. L’hanno deciso dalla riqualificazione del reato che c’è stata a maggio». Lo incalzo, per sapere se ci saranno azioni di protesta ulteriori o se sa di qualcosa in programma, ma risponde vagamente: «Vedremo...» e fa spallucce. Insomma, la protesta come stile di vita e poco altro. Arriviamo al campus e aspettiamo l’inizio della conferenza. Molti entrano nel bar a prendere brioche e caffè, fumare una sigaretta, scambiare due chiacchiere. Mi sembra di essere tornato al Liceo il giorno della manifestazione. Parlo con alcuni ragazzi che si occupano della gestione di Radio Blackout, fonte di informazione molto conosciuta nell’ambiente. La sensazione è sempre la stessa: disillusione sullo stato di cose attuali. Avvertivo la loro noia anche solo a parlarne di “lotta sociale”. «Il problema è che oggi manca il substrato culturale» - dice un ragazzo sulla trentina - «c’è disinteresse, hai visto oggi che eravamo quattro gatti? Eppure Torino è piena di centri sociali, almeno lo era». Tra di loro parlano del Lavatoio, uno degli spazi occupati dove risiede la controcultura torinese. «Ci fanno belle mostre di serigrafia, litografia, auto produzioni artistiche, è figo, dovresti andarci» mi ripetono.

L'anarchico in carcere, Alfredo Cospito
L'anarchico in carcere, Alfredo Cospito

Entriamo nella sala della conferenza, ma ci fanno spostare nell’aula magna perché a quel punto siamo in tanti. L’evento è organizzato dai collettivi universitari e per questa ragione ci sono molti studenti che non sono per forza vicini ad ambienti anarchici. Intervengono Alessandra Algostino, docente di diritto costituzionale, Gianfranco Ragona, docente di Storia delle dottrine politiche e l’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Alfredo Cospito. Mentre stanno per iniziare conosco una ragazza di Pisa. Studiava fisica all’università ma ha mollato per seguire la strada anarchica. Ancora una volta mi è chiaro quanto l’aspetto identitario sia predominante. La protesta è più uno spauracchio, un modo come un altro per affermare se stessi. Tutti sono ben consapevoli che il peso delle proprie azioni è pari a zero. Essere anarchici vuol dire innanzitutto frequentare alcuni posti, vestirsi in un certo modo e partecipare alla manifestazioni di protesta. Non si tratta di etichettare, piuttosto di comprendere come essere anarchici oggi è un tantino diverso che esserlo stati 40 anni fa. Inizia la discussioni ed i temi sono essenzialmente due: la sproporzione della pena inflitta a Cospito e la considerazione del 41 bis come “tortura di stato”. La preoccupazione maggiore dell’ambiente anarchico è che l’applicazione del 41bis possa in qualche modo mettere a rischio ogni forma di protesta contro il sistema. La visione è decisamente Orwelliana. Senza dubbio la vicenda è spinosa e saranno la politica, la magistratura e gli esperti di diritto a decidere nel merito. Certo è che, dopo aver ascoltato gli interventi, la sala si svuota lentamente. Esco anch’io ormai completamente saturo. Incontro anche gli organizzatori del presidio, loro erano usciti ormai da un pezzo. Li saluto e me ne vado. Finisce così, molto semplicemente, il mio pomeriggio tra gli anarchici. Mi aspettavo rabbia a tensione, ho trovato solo noia e rassegnazione.

More

Oliviero Toscani: “Cospito? Lo Stato non lo ammazzi”. E attacca Salvini, Porro, la Gruber e… Sanremo

di Alessio Mannino Alessio Mannino

Alfredo non deve morire

Oliviero Toscani: “Cospito? Lo Stato non lo ammazzi”. E attacca Salvini, Porro, la Gruber e… Sanremo

Ok, ma cosa c'entra la mafia con l'anarchico in sciopero della fame? C'entra il 41bis, ecco perché...

di Otto De Ambrogi Otto De Ambrogi

Ve l'avevamo anticipato

Ok, ma cosa c'entra la mafia con l'anarchico in sciopero della fame? C'entra il 41bis, ecco perché...

Ok ma che ca*zo è l'anarchia? Teorie, pensatori e battaglie dell'anarchismo spiegate finalmente bene

di Alessio Mannino Alessio Mannino

Né Dio né padroni

Ok ma che ca*zo è l'anarchia? Teorie, pensatori e battaglie dell'anarchismo spiegate finalmente bene

Tag

  • Attualità

Top Stories

  • Omicidio Chiara Poggi, LA BOMBA DI FABRIZIO CORONA: “Tutta la verità su Garlasco rischiando la mia libertà. Alberto innocente? Il messaggio di Paola Cappa ‘Abbiamo incastrato Stasi’ è solo clickbait?” Su Falsissimo i veri colpevoli del delitto…

    di Giulia Ciriaci

    Omicidio Chiara Poggi, LA BOMBA DI FABRIZIO CORONA: “Tutta la verità su Garlasco rischiando la mia libertà. Alberto innocente? Il messaggio di Paola Cappa ‘Abbiamo incastrato Stasi’ è solo clickbait?” Su Falsissimo i veri colpevoli del delitto…
  • Eurovision, le pagelle della finale: l'Austria vince con un'ambulanza accordata (3), l'infamata a Gabry Ponte (0), la minch*a tanta di Lucio Corsi (10), Hunziker boicottata (4), Armenia vincitrice ormonale (8)

    di Grazia Sambruna

    Eurovision, le pagelle della finale: l'Austria vince con un'ambulanza accordata (3), l'infamata a Gabry Ponte (0), la minch*a tanta di Lucio Corsi (10), Hunziker boicottata (4), Armenia vincitrice ormonale (8)
  • Le bombe di Antonio Mancini (Banda della Magliana) su Emanuela Orlandi: “Da Wojtyla a Carminati…”. E con Fedez e Marra a Pulp podcast su Pasolini e Romanzo criminale…

    di Jacopo Tona

    Le bombe di Antonio Mancini (Banda della Magliana) su Emanuela Orlandi: “Da Wojtyla a Carminati…”. E con Fedez e Marra a Pulp podcast su Pasolini e Romanzo criminale…
  • Ma davvero è possibile (e sano) non eiaculare mai, come (dice a Belve alla Fagnani) Raz Degan? E che cos’è il Brahmacarya? Vi spieghiamo cosa succede dal punto di vista fisico e mentale quando si tiene dentro “l'amore” (e l'energia sessuale e il resto)

    di Matteo Merigo

    Ma davvero è possibile (e sano) non eiaculare mai, come (dice a Belve alla Fagnani) Raz Degan? E che cos’è il Brahmacarya? Vi spieghiamo cosa succede dal punto di vista fisico e mentale quando si tiene dentro “l'amore” (e l'energia sessuale e il resto)
  • Elkann, la Grande Panda in Serbia non salverà Stellantis. Ecco perché la produzione è già in ritardo. E intanto i giornali di casa Agnelli come La Stampa...

    di Matteo Suanno

    Elkann, la Grande Panda in Serbia non salverà Stellantis. Ecco perché la produzione è già in ritardo. E intanto i giornali di casa Agnelli come La Stampa...
  • Ma avete visto l’anello pastorale di Papa Leone XIV (che si commuove indossandolo)? E sapete quanto costa? Ecco tutti i dettagli: “modello”, design, simbolo, significato dell’immagine e prezzo

    di Riccardo Canaletti

    Ma avete visto l’anello pastorale di Papa Leone XIV (che si commuove indossandolo)? E sapete quanto costa? Ecco tutti i dettagli: “modello”, design, simbolo, significato dell’immagine e prezzo

di Pantaleo Romano Pantaleo Romano

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Dj Suat prende per il cu*o i vigili romani: “Sono corrotti e non parlano inglese...” [VIDEO]

di Giulia Ciriaci

Dj Suat prende per il cu*o i vigili romani: “Sono corrotti e non parlano inglese...” [VIDEO]
Next Next

Dj Suat prende per il cu*o i vigili romani: “Sono corrotti...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy