Sognate di vivere in Giappone? Vi piacerebbe farlo ma avete sempre pensato che fosse un sogno impossibile? Potreste presto cambiare idea. Certo, dovete mettere in conto qualche disastro naturale improvviso, come il terremoto di magnitudo 7.6 che ha colpito la prefettura di Ishikawa il giorno di Capodanno, distruggendo migliaia di edifici, uccidendo oltre 80 persone e danneggiando le infrastrutture delle zone colpite. Se, al netto della distanza, neppure questo vi spaventa, allora sappiate che il governo giapponese è alla disperata ricerca di persone desiderose di rianimare cittadine rurali fantasma e villaggi di campagna che rischiano di scomparire a causa della mancanza di abitanti. In tutto il Paese ci sono milioni di case sfitte – oltre 8 milioni - e alcune di esse vengono cedute quasi gratuitamente, talvolta a costi irrisori oppure letteralmente gratis. Per trovare occupanti disposti a vivere nelle loro milioni di “akiya” (alla lettera: casa vuota), le autorità nipponiche offrono agli aspiranti proprietari incentivi finanziari molto allettanti, compresi sussidi per la ristrutturazione degli immobili e soprattutto prezzi di vendita quasi stracciati. Qual è il trucco? Dov’è l'inganno? Non ci sono trucchi, né inganni. È una semplice questione di domanda e offerta. Anche le aree colpite dal terremoto erano ricche di akiya o case in vendita a prezzo di saldo. Dando un’occhiata su qualche portale dedicato – continuate a leggere se volete saperne di più – notiamo che qualcuno ha acquistato una casa di 258 metri quadrati e terreno di 617 metri quadrati a Wajima, città vicina all’epicentro del terremoto sopra citato, per un prezzo di poco superiore ai 20mila euro.
L’ultimo Japan’s Housing and Land Survey del 2018, indagine istituzionale effettuata ogni cinque anni, ha rilevato il record di 8,49 milioni di akiya sparse sul territorio giapponese, in aumento del 3,2% rispetto ai valori del 2013. La maggior parte di queste case sono state lasciate vuote dopo la morte dei proprietari o quando i vecchi abitanti hanno scelto di trasferirsi altrove. E così, mentre Tokyo e le altre metropoli del Giappone continuano ad espandersi e attirare lavoratori, le campagne del Paese si stanno spopolando. La causa principale alla base del trend che stiamo raccontando deriva dalla diminuzione della popolazione rurale giapponese, fenomeno a sua volta collegato al basso tasso di natalità crollato a livello nazionale. Basti pensare che in Giappone il numero medio di figli per donna ha toccato quota 1,2565, un valore ben al di sotto del tasso di 2,07 teoricamente considerato necessario per mantenere una popolazione stabile. Una persona su dieci ha inoltre ormai più di 80 anni, e quella giapponese è semplicemente la popolazione più anziana del pianeta. Tutto questo si nota e si vede materialmente ancora di più nel contesto delle campagne. Insomma: tantissime case vuote disponibili, pochissimi acquirenti in campo. Il risultato è che il governo giapponese ha preso adeguate contromisure per evitare che intere cittadine evaporino come neve al sole.
Iniziamo subito con il ribadire che le abitazioni sfitte non sono a Tokyo o a Osaka. Riguardano, come più volte spiegato, cittadine remote o villaggi spersi nella profonda campagna giapponese. Le prefetture di Wakayama, Tokushima, Kagoshima e Kochi, che hanno tutte registrato tassi di case sfitte superiori al 18%, sono un buon esempio. Ma come funziona la vendita di queste strutture? Diverse città, come Tochigi e Nagano, si affidano ad apposite “banche akiya”, e cioè portali web sviluppati dalle amministrazioni cittadine o municipali, nei quali sono elencate tutte le case abbandonate con relativi prezzi. Alcune sono disponibili per un minimo di 50.000 yen (circa 455 dollari). Ci sono anche città che regalano letteralmente le proprietà abbandonate, come Kamiichi che ospita circa 20mila persone, una popolazione in diminuzione da oltre un decennio. Il governo centrale del Giappone ha invece varato un programma parallelo attraverso il quale i dipendenti che mantengono un impiego a Tokyo, ma che lavorano a distanza dalle proprie abitazioni in campagna, ricevono un sussidio, in contanti, pari ad oltre 9mila dollari. Come se non bastasse, chi avvia attività IT nelle aree rurali può chiedere una sovvenzione allo Stato di quasi 28mila dollari. I metodi elencati funzionano? Mikasa, nella prefettura settentrionale di Hokkaido, ha registrato una diminuzione dell’11% nel numero di case vuote quando la città ha lanciato sussidi per l’assistenza all’infanzia e l'acquisto di abitazioni sfitte. Allo stesso modo, la città di Daisen, nella prefettura di Tottori, ha visto un calo del 7,9% nel numero di proprietà vuote da quando il governo locale ha offerto sovvenzioni di 2 milioni di yen (18.229 dollari) a coloro che stavano ristrutturando alcune case elencate nel suo database.
I cittadini non giapponesi possono acquistare proprietà nel Paese, non è necessario lo status di residenza. Ci sono molti agenti immobiliari che si rivolgono ad acquirenti stranieri. Serve, ovviamente, un visto adeguato per poter vivere in Giappone. Attenzione però a non farvi ingannare dai prezzi irrisori: il valore, nei casi delle case nipponiche di campagna, è dato dalla terra sulle quali sorgono tali abitazioni e non dalle abitazioni stesse. Giusto per fare un esempio, considerando una casa da 3 milioni di yen (25.900 dollari) spesso servono altri 5 milioni per renderla abitabile. Le migliori offerte, dunque, sono su strutture esistenti con una ristrutturazione minima. Ma è proprio la struttura esistente a causare spesso problemi imprevisti. Se questo non vi spaventa, ulteriori complicazioni, soprattutto per gli stranieri, tendono a sorgere quando si richiedono prestiti e bisogna orientarsi tra le normative locali, talvolta diverse da ogni amministrazione. Alcune regole richiedono che una determinata casa sia abitata a tempo pieno (e che non possa essere acquistata solo per eventuali vacanze invernali o estive), mentre altre limitano le modifiche alle strutture esistenti o richiedono un uso attivo del rispettivo terreno agricolo. Vi siete convinti e volete acquistare una casa tutta vostra? Esistono vari portali - al netto dei canali ufficiali, sui quali vengono effettuate le operazioni – che esaminano quotidianamente grandi quantità di annunci immobiliari giapponesi, proponendo una sintesi dei migliori risultati, con foto e prezzo annesso di ciascuna struttura. Su Instagram uno dei profili più interessanti e attivi è @japanhomequest, che propone decine e decine di post con case di ogni tipo: da sistemazioni di lusso già pronte all’uso a case rurali gratis da ristrutturare. A voi la scelta. Terremoti e calamità naturali permettendo.