Freeda chiude? Pare di sì. La rivista femminista appartiene ad Ag Digital Media, la società nata nel 2016 (tra gli investitori anche Ginevra Elkann e Luigi Berlusconi) per promuovere il femminismo sui social, che ha avviato le pratiche per la liquidazione volontaria. Ma davvero una pagina del genere, che sui social contava moltissimi follower e parlava di temi popolarissimi soprattutto tra la Gen Z, si arrende? Forse, però, il sogno di un femminismo che comunica sui social non morirà con la sua società. A fare un’offerta per comprare Freeda, infatti, è stato Massimiliano Zossolo, il fondatore, attenzione, di Welcome To Favelas, una delle pagine più anti-Freeda su Instagram. Lo abbiamo intervistato.
Dillo che lo hai fatto consapevole dell’ironia: Welcome to Favelas, politicamente scorrettissimo, propone di comprare Freeda, il giornale più femminista dei social.
No, no. In realtà quella Welcome to Favelas politicamente scorretto è un’etichetta che si è creata negli anni. In realtà siamo sempre tra i primi a denunciare episodi di omofobia, violenze sulle donne, sugli animali. Diciamo che è un’etichetta che ci hanno affibbiato, ma effettivamente poi c’è molto, molto poco di quello che viene imputato a Welcome to Favelas.
Vuoi comprare Freeda per mantenere poi la stessa linea editoriale o hai intenzione di trasformarla? Non vorrete mica “depilare” Freeda vero?
Io, intanto, vorrei riuscire a trovare il modo per dare un continuum a una pagina che è stata storica. Perché, parliamoci chiaro, Freeda è una pagina storica, attiva da tantissimi anni. Io adesso non so neanche bene tutti i dettagli, perché al momento mi trovo in Colombia, sono le sette di mattina. Appena mi sono svegliato, sono stato inondato da messaggi che Freeda chiude. Quindi, tecnicamente, devo prima sentire i legali, i commercialisti e tutto quanto, per vedere la fattibilità della cosa. Io quello che vorrei è poter continuare il percorso di Freeda, ovviamente in continuità con quello che è stato il passato. Non è che se rilevo Freeda poi ne vado a snaturare completamente il contenuto. Anzi, lo faccio proprio per dare continuità a quello spazio.
Cosa ti ha colpito di Freeda così tanto da volerla acquistare?
Riconosco che ha un determinato valore per molte persone che la seguono. Ci sono ragazze che sono praticamente cresciute con Freeda, quindi io credo che sia giusto che una realtà storica possa continuare. È come quando chiude un giornale storico, una testata storica, e magari qualcuno si fa avanti per poterla portare avanti. La vedo anche un po’ come una forma di solidarietà. Perché se magari un giorno Welcome to Favelas dovesse avere delle difficoltà, e qualcuno si proponesse per portarlo avanti, sarebbe sicuramente una cosa positiva. La vedo anche in quest’ottica.

Secondo te, perché Freeda ha fallito? Anche perché, comunque, sui social il trend femminista è ancora molto attivo. Solo che magari è un femminismo diverso, che non accetta più quello di Frida, visto ormai come un po’ obsoleto dalle nuove generazioni.
Tecnicamente si è motivato il fallimento di Freeda - per quello che ho capito, da quello che ho potuto studiare proprio nell’ultimissima mezz’ora - col fatto che Freeda è collegata a una grande azienda. È la società che sta fallendo, non Freeda in sé. È una società ormai sommersa dai debiti, che non può più continuare a portare avanti Freeda. Ma credo abbia anche altri progetti collegati. Quindi, non è che il femminismo stia fallendo: sta fallendo chi sta dietro Freeda, il gruppo che la gestisce. Io credo che questo tipo di femminismo - non radicale, ma comunque in un’ottica di mercato - sia un prodotto che ancora funziona. Le tematiche sono comunque molto sentite. Quindi non credo che Freeda non possa avere un futuro anche a livello commerciale. Poi, tra l’altro, non è questo il centro della questione: io penso che vada preservato più il messaggio che l’aspetto commerciale.
Sì, infatti mi riferivo proprio al fatto che, nell’ambito del femminismo radicale, ci sono state molte critiche verso pagine come Freeda.
Tutti i gruppi radicali, che siano femministi o di altro tipo, di default criticano ogni cosa. Quindi, quelle critiche lasciano il tempo che trovano. Se vediamo, i movimenti femministi radicali spesso e volentieri litigano anche tra loro. Adesso, ad esempio, c’è il mondo LGBT radicale che lotta contro il mondo LGBT mainstream. Purtroppo, anzi per fortuna, si creano sempre correnti di pensiero contrapposte: alcune un po’ più rigide, altre più moderate. Ma nulla di nuovo.
Senti, ma Freeda la compreresti con i soldi che ti ha dato Elon Musk?
No, Elon Musk non mi ha dato soldi. Ci tengo a chiarirlo: non ho soldi di Elon Musk a disposizione. Anzi, se Elon Musk volesse aiutarmi a rilevare Frida, molto volentieri! Lanciamo un messaggio a Musk! Però, assolutamente no, scherzi a parte. Lo farei a livello personale. Certo, poi bisogna anche capire di che cifre si parla. Perché, come ti ripeto, io sono dall’altra parte del mondo, non so nulla, ho avuto pochissimo tempo per studiare la situazione.
Però credo che, con la mia struttura e la visibilità mediatica che ho, potrei portare avanti Freeda.

Ma non è che fra qualche anno ti vuoi buttare anche in politica?
Allora, io - purtroppo o per fortuna, vediamola come vogliamo - ho subito una condanna grave anni fa. Quindi, per la legge Severino, adesso tecnicamente non mi ricordo il riferimento preciso, ma non posso candidarmi. Ho una condanna passata in giudicato a sei anni, quindi dovrei fare tutto un percorso di riabilitazione, a cui tra l’altro non tengo proprio. Quindi, tecnicamente, in politica non posso entrare. Spesso mi dicono: “Ti stai preparando per entrare in politica?” Ragazzi, io in politica tecnicamente non posso entrare proprio. E poi, tra l’altro, non c’è neanche un partito che mi rappresenta, perché non mi sento rappresentato da nessuno. Guarda, al massimo ho una piccola simpatia per Renzi, ma molto piccola. Per il resto, non mi sento granché rappresentato.
Però è un’idea che proprio non ti piace?
Sinceramente, non mi sento di avere le capacità. Riconosco i miei limiti, e quindi non credo di poter apportare chissà cosa. Credo che, se una persona scende in campo per fare politica, debba almeno avere qualcosa da portare. Io credo di non avere nulla da portare oggi alla politica in Italia.
Tornando a noi: quando sapremo se avrai acquisito ufficialmente o meno Freeda?
Penso che entro domani mattina mi faranno uno studio su che tipo di offerta si potrà fare. Poi bisognerà contattare la società che detiene il marchio, per vedere cosa vogliono, che situazione hanno, se sono già in bancarotta oppure no. Poi queste sono cose che deve vedere il commercialista, l’avvocato… perché se sono in bancarotta direttamente, manco possono cedere il marchio. Chi lo sa.
