Barbara Indovina, avvocato penalista milanese, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha lanciato un allarme sulle gravi minacce che avrebbero ricevuto la sua assistita Selvaggia Lucarelli e il compagno Lorenzo Biagiarelli: “Temo per l’incolumità della mia assistita, riceve minacce di morte quotidiane, l’ultima ieri, da parte di soggetti che si trincerano dietro l’anonimato dei social. Quest’ondata di odio nasce da un clima che si basa su notizie false, diffuse da soggetti con un enorme seguito, che mettono in discussione il lavoro della magistratura italiana, volontariamente portate in auge per colpirla”. Indovina era presente il 18 marzo alla Mondadori di piazza Duomo, durante la presentazione del libro di Serena Mazzini, “Il lato oscuro dei social network”, dove si sono verificati momenti di tensione.
“Massimiliano Zossolo della pagina ‘Welcome to favelas’ ha posto all’autrice del libro domande sul caso della ristoratrice Giovanna Pedretti che nulla c’entravano con la presentazione del libro, tra l’altro pur sapendo che c’è stata un’indagine da parte della procura di Lodi che ha archiviato il caso non ravvisando alcun coinvolgimento da parte di alcuno in relazione a quel tragico avvenimento. Zossolo non ha mai perdonato a Lucarelli il fatto che lei, con un suo lavoro di inchiesta, nel 2017 ha fatto chiudere pagine Facebook d’odio di cui Zossolo era amministratore”.

Secondo Indovina, Zossolo non era da solo: “C’erano più content creator. Si sono organizzati per intervenire e poi pubblicare gli stessi contenuti, estrapolando la reazione esagerata. Sono riusciti a rovinare un momento interessante e il lavoro dell’autrice al solo fine di provocare”. Sulle ragioni di quello che loro considerano un accanimento nei confronti della Lucarelli, l’avvocato ha dichiarato: “Che la si ami o la si odi, è una donna forte, una giornalista e una scrittrice che prende posizioni scomode, che ha il coraggio delle proprie idee. Il giornalismo è metterci la faccia con nome e cognome, assumersi le responsabilità di quello che si dice, perché se si sbaglia si paga in prima persona in tribunale, non è solo comunicazioni fatte da soggetti che si trincerano dietro l’anonimato cercando di fare lo scoop del momento spesso utilizzando proprio la notorietà di Selvaggia Lucarelli per fare hype. Assistiamo a una nuova tipologia di comunicazione che mira alla viralità su Instagram, Twitter e TikTok sdoganando l’offesa, il body shaming, l’attacco a personaggi noti che non può essere tollerabile in un Paese civile. La libertà di parola non può trascendere nell’insulto personale”.

Poi parla della prima denuncia contro Fabrizio Corona che, come spiega Indovina, risale a gennaio 2024: “Sì, per diffamazione. Corona aveva iniziato ad apostrofarla con parole irripetibili. Da allora, in poco più di un anno, Selvaggia ha ricevuto centinaia di messaggi da persone (spesso giovanissimi) che la apostrofano con quelle stesse parole attraverso messaggi, video tra le risate, in tutti i canali social: postare il dileggio è diventato lecito, questi contenuti di odio sono diventati virali. Negli ultimi tre giorni sono arrivate le minacce di morte”. Le denunce presentate nei confronti di Corona sono otto: “Se il dileggio e il disprezzo diventano un’ossessione e una pratica quotidiana accompagnata da minacce, a mio parere e anche per la Giurisprudenza, si tratta di stalking”, afferma l’avvocato. Indovina cita alcuni episodi specifici: “Corona scrive: ‘Mi devi ammazzare se mi vuoi fermare’; annuncia di aver acquistato il biglietto per lo spettacolo che Biagiarelli farà a teatro, in cui gli porrà domande su Giovanna Pedretti; diffonde il nome del locale dove lavora il figlio di Selvaggia e dice in video che andrà a trovarlo; pure il fratello della mia assistita ha ricevuto velate minacce. Questo è un modo per colpire la donna, da compagna, mamma e sorella”.

Riferendosi allo spettacolo “Gurulandia” di Corona, andato in scena il 12 marzo al Teatro Nazionale di Milano, Indovina sottolinea che “tra l’altro, uno spettacolo simile era andato in scena, il 27 febbraio, al Teatro Alfieri di Torino. Si conoscevano i contenuti e sapevamo che, se non fermato, Corona avrebbe premuto il piede sull’acceleratore. La richiesta (di ammonimento) è finita nel procedimento penale in corso”. Alla domanda sul codice rosso, l’avvocato ha risposto: “Ho presentato l’istanza, se il Pm ravviserà lo stalking, scatterà”. Poi sulla diffusione di Gurulandia su YouTube: “Corona sta pubblicando il contenuto integrale di ‘Gurulandia’, contribuendo ad aumentare la portata diffamatoria di quanto detto in un teatro e alimentando sempre di più questo clima intimidatorio”. A proposito del ruolo di Selvaggia Lucarelli in un nuovo evento previsto per il 29 marzo, Indovina dice che “sta valutando. Il clima è pericoloso e non vuole danneggiare gli autori”. Chiunque minacci via social sarà perseguito penalmente: “Tutti. Non staremo a guardare, anche se i tempi del web rendono la paura sofferta e le offese ricevute ingigantite e ancor più intollerabili”.
