Se Zerocalcare ci ha insegnato qualcosa negli ultimi anni è sicuramente questa: a stare dalla parte giusta della storia. A starci con le proprie idee, senza assecondare il pensiero mainstream che ci vorrebbe tutti come dei robottini ammaestrati e omologati al quieto vivere governativo. E ce lo ha dimostrato ancora una volta prima, dopo e durante la manifestazione per la Palestina del 22 settembre scorso. Perché Michele Rech non è uno che si limita alla retorica, ma è uno che scende in piazza. Che nonostante la notorietà non ha paura di mischiarsi con la gente. Zerocalcare si batte per i suoi ideali in prima linea, dicendo sempre quello che pensa. La manifestazione a Milano? “C'è stata una gestione dell'ordine pubblico ottusa, da cui hanno costruito una retorica per distogliere l'attenzione dalla mobilitazione nazionale. Sono entrato in stazione, e non c’è traccia dell’incredibile devastazione di cui parlano i governanti”. Da qui il dibattito è continuato a Quarticciolo, quartiere della periferia est di Roma. Non tanto lontano dall’amata Rebibbia di Zerocalcare. In quel di Quarticciolo si è tenuto un dibattito che ha visto anche la partecipazione di Elodie che, su richiesta del fumettista romano, ha parlato della realtà delle periferie, lei che in una borgata ci è nata e cresciuta: “Tutti pensano che sia di Quarticciolo, e allora eccomi qua, facciamo questo gemellaggio. Quando sono in borgata mi sento in famiglia. È difficile quando parti da zero pensare di essere un adulto che può stare in società. E questo è perché ci tolgono la possibilità di accedere allo studio, la possibilità di pensare, di poter credere in qualcosa, di sognare. Non ho creduto in me da ragazzina, ho iniziato a pensare di poter avere un ruolo nella società solo quando ero più grande. Ed è questo, se mi posso permettere, che credo ci accomuni un po’ tutti”.

Non solo tematiche sociali, infatti Elodie ha toccato un altro tema che gli sta molto a cuore, quello della sorellanza: “Dovremmo avere meno paura e pensare che dall’altra parte c’è una persona come te, che ti comprende. Perché certe ferite ataviche che abbiamo possono capirle solo le donne. Ma, senza fare la guerra agli uomini, perché poi ci sono anche quelli intelligenti tipo Michele che è intelligentissimo, un fico incredibile. Mi manda dei messaggi che sono stupendi”. A queste parole Zerocalcare si è sentito in imbarazzo a tempi zero, tanto da rispondere così: “Oh, così pare che te sto’ a batte i pezzi. Hai sempre parlato con orgoglio del tuo quartiere, ma mi chiedevo se ti abbiano mai fatto pesare le tue origini”. La risposta? Assolutamente no: “All’inizio avevo paura di non essere compresa, perché c’è uno storytelling, ma non è il mio. Io non lo racconto nelle canzoni, a me piace giocare, piacciono i balletti. Ma io ne sono super orgogliosa. Non so se c’è un pregiudizio, ma a me non importa come vengo vista, so chi sono, come faccio le cose. So di essere una cittadina davvero per bene. E, sì, sono coatta”. Anche coatti ci piacciono.
