Il sindaco Sala ha dato avvio alla “rivoluzione verde” della mobilità a Milano. Più che per i (presunti) risvolti ambientali, il verde però sembra anche e soprattutto legato al colore dei soldi. Sì, perché a quanto pare per entrare in Ztl di proverbiali “verdoni” (o, declinandola in chiave glocal, di verdi banconote da 100 euro) ce ne vogliono parecchi.
Dall’Area B di Milano, zona che si estende per circa il 72% del territorio milanese, sono state respinte le Euro 2 a benzina e gli Euro 4 e 5 diesel, sostanzialmente le auto di gran parte del ceto medio. E anche in Area C non mancano i paradossi. Come sottolineato da Quattroruote, anche il secondo provvedimento comunale entrato in vigore il 3 ottobre ha una chiara incidenza sulla vita quotidiana dei cittadini, anche su coloro che avevano già acquistato un’auto ibrida: se hanno un modello che supera anche se di pochissimo la soglia dei 100 g/km di emissioni di CO2, ora dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 devono a propria volta ora pagare l’accesso al perimetro della Cerchia dei Bastioni. La cosa “divertente” è che tra i modelli per cui si deve sganciare denaro (5 euro, 2 per i residenti) ci sono le Fiat 500 1.0 Hybrid e Panda 1.0 Hybrid, la Ford Fiesta 1.0 Ecoboost Hybrid, la Lancia Ypsilon 1.0 FireFly, la Suzuki Ignis 1.2 Hybrid (model year 2016), oltre alla storica regina delle ibride dei radical chic Toyota Prius, mentre nulla sarà dovuto per Suv come Porsche Panamera e Cayenne E-Hybrid, BMW X5 XDrive45e, Jaguar E-Pace 1.5 Phev 300 CV e Range Rover Velar 2.0 Phev. Alla faccia dell’equità sociale…
Problemi forse ancor più palesi per i non ricchi pure in Area B, un tema sul quale La Verità va all’attacco di Sala: “«Non possiamo dire alla gente non usate l’auto», sosteneva. Infatti, mica l’ha detto a tutti: nella sua città per soli ricchi, il «sindaco calzetta arcobaleno», non vuole fare entrare e nemmeno circolare «solo» centinaia di migliaia di lavoratori”. Si parla di 165 mila auto di proprietà colpite, che diventano 483 mila considerando l’hinterland. Sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, Patrizia Floder Reitter ha raccolto le testimonianze di alcuni cittadini comuni esclusi, come Gloria, 34 anni, insegnante: “Abbiamo acquistato un’auto usata quattro anni fa, l’abbiamo finita di pagare da pochi mesi. […] Adesso siamo costretti a lasciarla ferma in strada». O come Marcella Bassanesi, 57 anni, divorziata con due figli e un problema di salute che le rende faticoso camminare; abita in viale Monza (Area B) e vede uscire di casa mezz’ora prima delle 7.30 per non prendere multe con la propria auto acquistata a rate nel 2016: “La sera, dopo un’intera giornata fuori, devo aspettare in un parcheggio che siano scoccate le 19 e 30 prima di passare sotto l’occhio della telecamera con l’«inquinante” Euro diesel 5, che speravo far durare almeno una quindicina d’anni”. Tra le tante storture evidenziate, la telecamera del varco posizionata prima dell’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale Niguarda, che vieta ai pazienti di arrivare con l’auto giudicata inquinante. Altrimenti, magari, può far male alla salute…