È incredibile come l’evoluzione a volte rischi solamente di peggiorare la situazione. Ed è proprio ciò che è successo nel settore produttivo dell’automotive, capace di proporre dei prodotti sempre più innovativi, sempre più avveniristici e tecnologici, ma senza fare i conti con la sicurezza stradale. A dire il vero, perlomeno sul piano teorico, le nuove vetture sono sicurissime. Rispetto al passato, infatti, sono costrette a dover superare dei test di sicurezza sempre più ferrei ed esigenti. Inoltre, bisogna aggiungere anche che le quattro ruote moderne sono dotate di un livello tecnologico avanzatissimo, di spie, segnali, telecamere che cercano (invano) di rendere le strade più sicure. Eppure, allo stesso tempo tutta questa tecnologia rischia seriamente di avere l’effetto contrario, andando a compromettere l’attenzione del guidatore, sempre più distratto da schermi, connessioni, applicazioni, musiche e assistenti vocali che hanno letteralmente conquistato gli abitacoli dei nuovi veicoli. Secondo una ricerca del settimanale Panorama, entro il 2030 il 95% delle automobili sarà dotato di connessione Internet, così, si legge nell’articolo a firma di Laura Della Pasqua, “i veicoli attuali - e quelli del prossimo futuro - non sono più un semplice mezzo di trasporto, ma risultano sempre più digitalizzati e simili proprio a smartphone”. Un’evoluzione che porta a degli sviluppi che rischiano però di diventare pericolosissimi.
Infatti, riporta sempre l’articolo di Panorama, “da uno studio della Polizia stradale, riferito al periodo gennaio-agosto 2023, emerge che la scarsa attenzione provoca quasi un terzo dei sinistri (il 30,2 per cento) di chi ha meno di 24 anni. Più dell’eccesso di velocità (27,1%)”. Inoltre, “secondo l’ultimo Rapporto Istat-Aci 2022, la guida distratta o l’andamento indeciso sono stati responsabili di 32.701 incidenti, il 15 per cento del totale”. Tutta colpa della tecnologia? Beh, magari tutta no, ma buona parte sì. Uno studio della Università dello Utah, come riporta Della Pasqua, ha rivelato che i dispositivi su una vettura di nuova generazione richiedono un livello di attenzione che può arrivare fino a 48 secondi. Secondo Sergio Matteo Savaresi (docente di Automatica al Politecnico di Milano) questo problema si risolverà solamente con altra tecnologia, ovvero con l’avvento della guida autonoma. Ma non sarebbe meglio istruire gli automobilisti al nuovo automobilismo e alla, come definita da Panorama, “tecno-distrazione”?