I rapporti tra Unione europea e Cina non sono mai stati floridi, il Vecchio continente, però, ha voluto inasprire ancora di più questo difficile rapporto con i nuovi (e forse inevitabili) dazi sulle auto elettriche cinesi. Gli aumenti delle imposte sono arrivati addirittura fino al 48,1%, anche se la percentuale varia a seconda dei brand, mettendo con le spalle al muro le aziende automobilistiche di Xi Jinping, ma non solo… La grande (per dimensioni) Repubblica popolare comunista, quindi, ha deciso di agire in modo deciso, prima chiedendo il ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio, e poi minacciando a sua volta l’Ue annunciando, scrive Attilio Barbieri su Libero, “l’avvio di una indagine antidumping su salumi e insaccati di suino importati dall’Europa”. A riferire questa decisione è stato il ministero del Commercio cinese, che ha rivelato come “in base alle prove raccolte – riporta ancora Barbieri –, la produzione totale di carne e relativi sottoprodotti soddisfa il ricorso alle disposizioni delle norme antidumping della Repubblica popolare, ed è in linea con le norme del Wto”. Una mossa che può sembrare alquanto bizzarra, minacciare con i salumi (e formaggi) quando altri ti minacciano per le tue auto elettriche, ma che in realtà nasconde un’enorme, e a sua volta pericolosa, realtà commerciale globale. Infatti, si legge ancora su Libero, “i Paesi più colpiti (dai nuovi dazi, ndr) sono Italia e Spagna per i salumi, mentre i dazi sul lattiero caseario danneggerebbero noi, i francesi e i tedeschi”; soprattutto i tedeschi...
A dire il vero, però, a rischiare sarebbe l’intera Unione, visto che, riporta ora Carlo Cambi su La Verità, “Pechino è largamente deficitaria nel bilancio suino. Così se gli tocchi le macchine rispondono con le salsicce. Ma lo fanno – sottolinea il giornalista – in modo che potrebbe far saltare tutta la Pac (Politica agricola europea con i contributi alle imprese annessi). E allora sé che sarebbero dolori”. Insomma, l’Ue è minacciata, e i dati di questo commercio di carni con la Cina parlano chiaro: nel 2023 il Dragone ha importato oltre quindici milioni di tonnellate di carne suina e quasi dodici milioni di tonnellate di frattaglie, un mercato aumentato del 45% su base annua (dati La Verità). E bisogna anche contare il fatto che “la Cina – scrive Cambi – può contare su altri ottimi fornitori, primi fra tutti Russia e Brasile”. Comunque sia, tornando sull’argomento motori, in Europa ci sarebbe qualcuno che non è molto contento dei nuovi dazi sulle vetture elettriche cinesi. Si tratta soprattutto dei produttori automobilistici tedeschi, che più di ogni altro fanno affari (da anni) in Cina, dove hanno esportato anche parte della loro produzione. Quindi “i tedeschi – commenta Cambi – pagherebbero esportando in Cina (i salumi, ndr) e reimportando in Europa (le auto elettriche, ndr). I modelli Mini nel mirino sono due: la Cooper e la Aceman elettriche prodotte integralmente in Cina. Ma il tema – continua il giornalista – non riguarda solo Bmw […] – Volkswagen e Mg (azienda anglocinese) sono altri due brand citati da Cambi –. È evidente – sottolinea La Verità – che i dazi diventeranno un boomerang”.