Che le auto elettriche non avessero vita facile sul mercato delle quattro ruote era un dato lampante, ma adesso anche questa… Le Ev (electric vehicle) stanno affrontando la loro ennesima, e si spera anche ultima, beffa. Dopo i numeri delle vendite che si sono afflosciati negli ultimi mesi (e soprattutto negli ultimi due anni), e dopo il cambio di rotta anche dell’Europa più ambientalista, spinta dalle analisi della stessa Commissione europea e della Corte dei Conti, adesso, per la prima volta a dire il vero, viene a galla un dettaglio piuttosto ambiguo: molte stazioni di ricarica sarebbero fuori uso a causa dei ladri. Questi ultimi, infatti, arrivano in piena notte, tagliano i cavi delle colonnine e scappano, lasciando questi punti completamente off limits. A rivelare questa nuova usanza da aspiranti Lupin, che per il momento sembra essere limitata agli Usa, è la testata statunitense Fortune che ha rivelato i numeri (sempre più alti) di questi furti. “Due anni fa – si legge nell’articolo –, secondo Electrify America, che gestisce la seconda più grande rete nazionale di colonnine per la ricarica veloce a corrente continua, un cavo poteva essere tagliato forse ogni sei mesi in una delle sue 968 stazioni […] nel maggio di quest’anno – sottolinea Fortune –, la cifra è arrivata a 129, quattro in più rispetto all’intero 2023”. La causa di questi furti riguarda il rame contenuto nei cavi per la ricarica delle auto elettriche, anche se, evidenzia ancora la testata, “i criminali possono ottenere dai quindici ai venti dollari per cavo in un deposito di rottami. ‘Non stanno guadagnando una quantità significativa di denaro’”. Comunque sia, i ladri di cavi non fanno prigionieri, e non si fermano nemmeno davanti a Elon Musk…
Tesla, che possiede la rete di colonnine più grande d’oltreoceano, non è immune a queste singolari rapine. Infatti, si legge su Fortune, “sono state colpite le stazioni di Seattle, Oakland e Houston […] secondo la polizia di Seattle, quest’anno i ladri hanno colpito i punti di ricarica Tesla quattro volte di più rispetto allo scorso anno”. E, come se non bastasse, oltre ai furti adesso Musk deve tenere d’occhio anche gli sviluppi della situazione tra l’Occidente e la Cina, quest’ultima colpita duramente dai dazi sulle esportazioni delle sue auto elettriche. L’Unione europea, infatti, ha deciso di seguire l’esempio di Joe Biden, annunciando nuove imposte. “I nuovi dazi – rivela Rita Fatiguso su Il Sole 24 Ore – andranno dal 17,4% al 38,1 per cento” a seconda delle varie aziende automobilistiche. Inoltre, a subire le conseguenze di questa decisione dell’Ue non saranno solamente aziende cinesi, ma anche alcuni brand europei, come quelli tedeschi o Stellantis, e anche la stessa Tesla che nella Repubblica Popolare di Xi Jinping possiede uno stabilimento dove vengono prodotte le Model 3. Ma la Cina non ci sta e, riporta ancora Fatiguso, “passa dalle parole ai fatti […] riservandosi il diritto di presentare un reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio”. La reazione del Dragone c’è stata, e la situazione sembra destinata a diventare sempre più bollente (e forse pericolosa).