Se guidi un’auto termica sei di estrema destra? A scriverlo, in modo ironico, è stato Jeremy Clarkson in un suo recente articolo; e mai delle parole furono più anticipatrici… Com’è l’Europa dopo le elezioni europee? Semplicemente come prima, non è cambiata, ma sicuramente i cittadini hanno espresso il loro voto: ci si sposta a destra. Ovunque, o quasi, infatti, i partiti nazionalisti, o comunque conservatori, hanno avuto la meglio nei ballottaggi. In Italia è stato confermato il sostegno per Giorgia Meloni e il suo partito, oltre all’elezione del generale Roberto Vannacci (con più di mezzo milione di consensi) nelle file della Lega, mentre il Pd ha chiuso al secondo posto dietro a Fratelli d’Italia. Guardando fuori dai confini dello Stivale la situazione non cambia. In Francia si è assistito all’exploit del partito di Marine Le Pen, con il presidente Emmanuel Macron che in risposta ha deciso di sciogliere il Parlamento convocando le elezioni anticipate, mentre in Belgio Alexander De Croo ha deciso addirittura di dimettersi. L’Unione europea, quindi, trema sotto i colpi dei partiti di destra; eppure, c’è un altro dettaglio su cui occorrerebbe fare luce. Infatti, il Vecchio continente non solo cambia ideologie, ma fa fare alle auto elettriche un (ulteriore) passo indietro. Ecco il partito di “motoristi” che promette di difendere benzina e gasolio, e non solo, pronto ad arrivare tra i banchi dell’Europarlamento. Altro che Vannacci…
No, non c’entra la Lega o FdI, e sì, anche questa volta bisogna spostarci fuori dall’Italia. Ma non più a nord tra le banlieue di Parigi o le europeissime strade di Bruxelles, ma più a est, e precisamente in Repubblica Ceca. L’indiziato adesso non è più un generale dell'esercito, ma piuttosto un ex pilota automobilistico che risponde al nome di Filip Turek. Si tratta di una figura a dir poco controversa, e spesso finito al centro della polemica per alcune dichiarazioni a dir poco discutibili e per delle vecchie foto che con la Ue sembrano avere poco a che fare. Comunque sia, Turek fa parte della coalizione di estrema destra Přísaha e Motoristé (giuramento e automobilisti), che alle europee si è assicurata circa il 10,3% dei voti, la terza forza del Paese. Nel programma del politico “petrolhead” trova molto spazio, secondo quanto riportato dalla testata online ceca Euractiv, “il disprezzo per le preoccupazioni ambientali”, tant’è che Turek, si legge ancora sul sito, “ha promesso di arrivare alla prima sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo con un’auto con delle ‘importanti emissioni di carbonio’”. Inoltre, sempre il politico trentottenne ex pilota, ha dichiarato che “il nostro ovvio partner di coalizione è l’Ecr (Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei, ndr) e chiunque si opponga al progressismo verde nel Parlamento europeo. E queste persone saranno sempre di più dopo queste elezioni”. Insomma, parole forti, che minano seriamente alla transizione ecologica avviata, con molta fatica, nel Vecchio continente. Eppure, nel curriculum di Turek il suo odio verso l'ecologia non è certo il punto più estremo. Sul conto dell’anti green della Repubblica Ceca, fa sapere ora Reuters, “la polizia ha indagato anche sulle foto di alcuni anni fa in cui ha usato il saluto nazista, e su altre attività che suggerivano forse una simpatia per i nazisti. Non è stato accusato - sottolinea l’agenzia -, e lui ha respinto le accuse definendole malintesi su un passato di cattivo gusto in termini di umorismo”. Insomma, in confronto il nostro generale leghista potrebbe apparire addirittura un moderato democristiano.