Il settore delle automobili fino a poco tempo fa prometteva grandi cose per l’avvenire. Un abbattimento totale delle emissioni grazie ai nuovi motori ecologici delle famigerate auto elettriche, una mobilità più sana, sicura ed efficiente. Insomma, un futuro migliore; e invece… Niente di tutto ciò sembra realizzabile, e bisogna dire che i segnali prevedevano già un disastro annunciato. E infatti, adesso l’industria sembra cominciare a sentire i primi veri (e dolorosi) effetti di questa utopica transizione. Per esempio, riporta Fabio Dragoni su La Verità, “Volkswagen ha annunciato la possibile chiusura della sua piattaforma produttiva dedicata alle Audi elettriche in Belgio: secondo l’allarme dei sindacati potrebbero esserci fino a 2.600 licenziamenti entro il 2025”. Si tratta di un caso molto significativo per il Vecchio continente, visto che, continua il giornalista, “è dal 1988 che la casa tedesca non chiudeva uno stabilimento”, anzi, sottolinea adesso Alberto Annicchiarico su Il Sole 24 Ore, “il colosso tedesco, primo costruttore automobilistico continentale e secondo nel mondo (per volumi) dietro la giapponese Toyota, non ha mai chiuso uno stabilimento in Europa”, almeno fino a questo momento. Insomma, la situazione potrebbe essere veramente grave; anzi, senza il condizionale: è veramente grave…
Infatti, si continua a leggere sul quotidiano economico-finanziario, “l’industria automobilistica europea si sta confrontando con una frenata delle vendite di veicoli elettrici (in particolare a batteria)”. Già, perché dopo una positiva fase iniziale del mercato dell’elettrico spinta dai cosiddetti early adopters, coloro che (avendo la disponibilità) hanno aderito subito alla transizione acquistando una macchina full electric spinti dagli incentivi elargiti dai vari governi e dall’imposizione dell’Ue del tristemente noto 2035, adesso, scrive ancora Annicchiarico, “i consumatori sono diventati più attendisti”. Le ragioni sono molteplici: “Prezzi (in tempi difficili per l’economia), facilità/difficoltà di ricarica, autonomia”. Per rendere chiara la situazione attuale, secondo la ricerca Consumer Mobility Pulse 2024 di McKinsey, appena il 18% dei motorizzati nel mondo desidera una Ev come prossima vettura, mentre “un possessore su tre (media mondiale) di elettrica vorrebbe tornare al motore termico per fare a meno dei problemi di ricarica”. Una crisi profonda, è adesso è ufficiale, che colpisce anche il settore delle batterie, e soprattutto quello europeo. Infatti, riporta adesso Sissi Bellomo sul 24 Ore, “la ritirata del segmento delle batterie per veicoli elettrici è un fenomeno globale. Ma la crisi colpisce più duramente che altrove nell’Unione europea, dove si erano create grandi aspettative in vista del divieto dal 2035 di produrre auto con motori a combustione”. Insomma, ma non è che il questo florido futuro si è già trasformato in un fatiscente passato?