E così la guerra commerciale tra Europa e Cina ha ufficialmente inizio. I tanto chiacchierati dazi sulle auto elettriche del Dragone, infatti, sono finalmente scattati, non senza qualche critica, o addirittura polemica. Per farla breve, qualcuno in Germania non sarà molto contento di questa soluzione. Ma poi, si tratta davvero di una soluzione definitiva? A quanto pare no, e, riporta Libero, “fatta la legge, trovato l’inganno”. Già, infatti, si continua a leggere sul quotidiano italiano, il colosso cinese Byd “inaugurerà il suo impianto produttivo in Tailandia […] Ovviamente il nuovo stabilimento non si limiterà a servire il mercato tailandese: gran parte della sua capacità, 150mila vetture l’anno, sarà destinata […] all’Europa, con il neanche troppo mascherato tentativo di neutralizzare le tariffe sulle importazioni cinesi”. Insomma, tanto lavoro e tanto fiato sprecato per nulla. Tant’è, riporta ancora Libero, che secondo un’analisi di Alixpartners “nel 2030 una vettura venduta su tre sarà cinese”. Intanto, mentre il Vecchio continente pensa a un’altra soluzione, magari più efficace della precedente, Xi Jinping prepara già la risposta: dazi sui prodotti alimentari europei (e soprattutto italiani) tra salumi, insaccati e formaggi. La soluzione? Colpire lo shopping online…
Così, dalle quattro ruote la guerra si sposta sul folle mondo del commercio via Internet. Infatti, rivela adesso Laura Della Pasqua su La Verità, “dopo le auto elettriche […] ora è la volta delle piattaforme di e-commerce che vendono a prezzi stracciati prodotti di scarsa qualità e privi degli standard di sicurezza europei”. A lanciare per primo la notizia è stato il Financial Times, secondo cui, continua la giornalista italiana, “Bruxelles sta studiando un piano per imporre dazi doganali sui prodotti sotto la soglia di 150 euro, offerti dai colossi del commercio tech quali Temu, Shein e AliExpress. Attualmente – continua Della Pasqua – sotto quel tetto c’è una sorta di duty free. Un’altra ipotesi sarebbe quella di rendere obbligatoria per le grandi piattaforme la registrazione per il pagamento dell’Iva online”. Tutte le proposte, però, dovranno passare al vaglio del nuovo Parlamento europeo che si insedierà nei prossimi mesi. Giusto per dare l’idea della grandezza di questo settore, “nel 2023 – si legge su La Verità – sono stati importati 2,3 miliardi di articoli al di sotto della soglia di 150 euro in esenzione doganale. Le importazioni del commercio elettronico sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 350.000 articoli in aprile”. Un’altra questione legata al tema riguarda la sicurezza. Infatti, scrive Della Pasqua, “il numero di prodotti pericolosi segnalati dai Paesi Ue è aumentato di oltre il 50% solo nell’arco di un anno, dal 2022 al 2023, arrivando a oltre 3.400”. La nuova norma, per la precisione, colpirà “qualsiasi rivenditore – riporta La Verità – che spedisce direttamente ai clienti dell’Ue dall’esterno. Amazon, con sede negli Stati Uniti, in genere si avvale di venditori con sede in Europa”.