La vittoria di Angelina ha aperto il dibattito sull’uso del voto della sala stampa, in grado di annullare persino un televoto come quello che avrebbe certamente premiato Geolier, con un consenso mai registrato nella storia del Festival di Sanremo. Le accuse sono principalmente verso i gruppi in grado di intralciare la preferenza popolare, gli esperti, ma c’è chi, come Camillo Langone, ha invece difeso quanto accaduto. Anche don Ambrogio Mazzai, il prete da trecentosettanta mila follower su TikTok, è intervenuto, criticando però il sistema del televoto, considerato figlio di “una mentalità mafiosa. Disonesta”. Il video, diventato in poche ore virale, ha generato molta polemica e anche una parte della stampa ha criticato le parole, secondo alcuni espresse con leggerezza, del parroco. Noi lo abbiamo intervistato per chiarire la sua opinione.
Don Ambrogio, ha pubblicato un video che sta facendo molto discutere in cui si parlava della mentalità mafiosa legata a Sanremo. Ci spieghi meglio.
Ho parlato di mentalità mafiosa nell’acquisto di voti. Se devo votare non posso pagare per avere un voto, perché vuol dire che ci sono persone più favorite rispetto ad altre. Chi ha più potere di acquisto o chi ha una maggior fan base è più favorito rispetto ad altri. Questo non è un metodo né democratico, né educativo, né tantomeno meritocratico.
A che cosa si riferisce in particolare?
Al fatto che in queste situazioni ci sono persone che fanno dei magheggi, comprando più sim, recuperando il telefono del nonno, per avvantaggiare un proprio candidato. Questo è una situazione, una mentalità e un atteggiamento profondamente disonesto. Per questo l’ho definito mafioso, perché i mafiosi usano questi stratagemmi per avere il proprio tornaconto e per avvantaggiare una determinata persona piuttosto che un’altra. Questa cultura della disonestà e della mentalità mafiosa va sradicata. Il fatto che la Rai abbia permesso questo sistema è totalmente diseducativo e da evitare in qualunque modo.
Basta che non passi il messaggio che sia stato Geolier il mandante di questo fatto.
Io non ho parlato di nessuna persona in particolare, ma di fatto è successo così. Questa cosa è scandalosa e lo è altrettanto il sistema.
Lei che soluzione propone?
Bisogna assolutamente abolire il televoto. Il Codacons, che ha fatto un’inchiesta, ha chiesto alla Rai di abolire il televoto, sistema totalmente ingiusto.
C’è da dire che comunque il televoto non è stato sufficiente per far vincere Geolier.
Non posso entrare nel merito perché una canzone, a mio avviso, va valutata con competenze tecniche e artistiche che io non ho. C’è una giuria con competenze critiche che ha valutato la canzone. Non è giusto che una persona vinca perché ha più sostenitori rispetto ad altri, o persone disposte a pagare per farla vincere e poi non vincerà mai. Ho fatto un secondo video per spiegare una cosa simile che è successa nella mia città: un quotidiano dava dei tagliandini per far votare il miglior calciatore. Quindi più tagliandi raccoglievi ritagliandoli dal quotidiano, più potevi fare arrivare punti al calciatore dell’anno.
Cosa vuole dire?
Era chiaro che c’erano persone che compravano migliaia di copie per avere questi tagliandini e per avvantaggiare il proprio idolo o il calciatore della propria squadra. Questo è un meccanismo disonesto e totalmente sbagliato. Basta giustificare questa mentalità di disonestà perché, se poi viene trasmessa alle generazioni successive, queste persone andranno a votare e avranno a che fare con il mondo della politica e con il mondo sociale.
Però la politica si basa anche sulla campagna elettorale e ovviamente sul consenso.
Sì, ma la campagna elettorale non può giustificare dei sotterfugi e della disonestà e il fatto di scambiare favoritismi per avere in cambio dei voti è oltretutto illegale.
Lei sa che questo video è stato fortemente criticato da certa stampa?
Se queste persone non riescono ad arrivare alla questione fondamentale, che è estremamente grave e seria, proprio loro che dovrebbero essere i paladini della giustizia e dell’onesta, lottando contro questa mentalità distorta e disonesta, la cosa mi fa specie.
Rappresenti te stesso o lo fai anche con il consenso della Chiesa?
La Chiesa ha sempre lottato contro la disonestà e in favore di una vita onesta, questo è anche quello che ci chiede Nostro Signore. Io non posso restare indifferente davanti a questa cosa e in quanto pastore devo essere attento anche all’educazione delle persone.
Il cardinal Ravasi ha fatto un tweet su Sanremo e la canzone di Ghali… non mi sembrava indignato dal televoto.
Lui ha evidenziato una cosa positiva di un’altra canzone, secondo me ha fatto benissimo.
Quindi sta dicendo che è giusto portare il tema della guerra a Sanremo?
Credo che si debba fare molta attenzione. Sanremo, essendo un palco che ha tantissima visibilità ed essendo seguito da milioni di persone, anche la responsabilità di trattare temi sociali e di porre l’attenzione su questioni che talvolta dimentichiamo e verso cui rimaniamo indifferenti, tanto più la guerra.
Come vuole rispondere alle critiche?
Dovrebbero essere tutti dalla mia parte contro ogni disonestà e contro ogni mentalità distorta. Chi mi ha criticato è fuori strada. Ci sono state moltissime persone che hanno capito quello che ho detto e che hanno condiviso la mia idea, per cui sono convinto di quello che ho detto e sono contento che altre persone abbiano posto l'attenzione su un problema che affligge L’Italia e, in generale, una certa mentalità che è totalmente sbagliata.