Strani disegni (Einaudi, 2025) di Uketsu, un libro come altri divenuto il libro “più degli altri”. Il libro più conturbante, più misterioso, più horror, più interessante. E anche uno dei più venduti in Italia in questa estate. A fare tutto il gioco è il personaggio, che arriva al punto di nascondere il libro. Uno youtuber con una maschera bianca, intervistato addirittura da Roberto Saviano sul Corriere della Sera. “Qualcuno che non è nessuno”, dice di sé, e invece è qualcuno, sa bene chi è e lo sa a tal punto che intorno a lui è stata costruita una vera e propria campagna pubblicitaria di Einaudi basata proprio su queste sue peculiari caratteristiche, che dovrebbero farlo passare, come dice Saviano, per un tramite “tra il mondo dei vivi e il mondo degli spiriti”. Tutto è decisamente meno misterico di come viene presentato, a partire dal libro, che sfrutta un espediente già utilizzato da altri (un esempio, Teddy di Jason Rekulak), il mix tra disegni e storia. In questo caso ci sono scarabocchi di bambini, bozzetti, schemi elementari e mappe concettuali. Un gioco a mosaico che dovrebbe incuriosire. Forse con eccesso di cerebralità nel voler tenere insieme, in un libro da leggere, immagini da guardare, schemi che non sono né un testo narrativo né un’illustrazione. Insomma, un esperimento che per il solo fatto di essere tale incuriosisce, ben oltre il target dei lettori di crime, qualche intellettuali. Un grande “mah”.

Ma torniamo alla campagna promozionale, un successo di scientifica maestosità. Tre coordinate principali, la campagna social, un videogame e l’arruolamento di Roberto Saviano. Quest’ultimo, effetto più o meno voluto della vera e propria strategia pubblicitaria di Einaudi, ha permesso a Uketsu di avere patria tra il pubblico più acculturato, alla ricerca di quel “pensiero” generato dal libro, secondo lo scrittore napoletano.
A colpire, invece, è l’uso di meme così serrato e abbondante per un libro di genere come Strani disegni. Einaudi ha costruito intorno all’immagine stilizzata di questo autore, in calzamaglia nera e con una maschera bianca in faccia, una vera e propria mitologia pubblicitaria.

Hanno raccontato cos’è Uketsu, un fenomeno virale, con 2 milioni di iscritti su Youtube. Nessuno sa chi ci sia dietro la maschera e non importa, è il video che ti capita a mezzanotte e vedi fino alla fine, pur non avendo senso. Uno scarabocchio nero e bianco che suona due secchi rovesciati. Un uomo che striscia su un parquet salendo le scale di una casa colonica. Un uomo senza volto che ti fissa e ti invita a non leggere “pagina 164” di Strani disegni
E poi un videogioco anni Ottanta, elementare, inutile, noiosissimo, costruito sull’idea che oggi, per essere fighi ed essere crime, serve sposare l’estetica minimal e hipster un po’ da negozio vintage. È una versione fighetta di Stranger Things, e per questo meno interessante. Anzi, risulta quasi bambinesca a tratti, ed è su questo che si punta: il senso dell’orrore dato da un’estetica di bambini, con disegni tremolanti, infantili, ma caricati di un significato metaforico.
Uno strano paradosso che coinvolge il lettore e permette a Strani disegni di vendere oltre un milione e duecento mila copie solo in Giappone, diventando un fenomeno nel Paese di origine di Uketsu e poi nel Paese che più sta puntando su questo libro. Il nostro. Il perché non è chiaro, lo ripetiamo, ma il successo ha una matrice evidente, che nulla ha a che fare con la qualità letteraria, ma con la qualità dell’ufficio stampa Einaudi invece sì
