Romana Maggiora Vergano è alla 82esima Mostra del cinema di Venezia con “due donne sole”. La giovane Michela, protagonista del film di Paolo Strippoli, La valle dei sorrisi, e Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora e autrice del libro Lettere a Francesca. Donne che si trovano al centro di una o più bufere. Con Romana all’interno dell’Hotel Excelsior - grazie a Joydis - abbiamo avuto modo di capire che sta succedendo in quel grande caos che alcuni chiamano social e altri, realtà parallele. A volte infami. Come le chat, i gruppi e i siti pieni zeppi di commenti beceri sui nostri corpi, spogliati, coperti, sessualizzati. Un tema, questo, che ci fa sentire ancor oggi il grande bisogno di essere libere da tutto. Specie dallo sguardo degli altri perché “il corpo delle donne è nostro, lo è stato e lo sarà sempre”.

Romana Maggiora Vergano. Sei alla 82esima Mostra del cinema di Venezia con La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli e la serie Portobello di Marco Bellocchio. Si somigliano le donne che interpreti in questi due progetti ?
Sicuramente queste due donne non si conoscono perché appartengono a due generazioni diverse. Sono state giovani in due età storiche molto differenti, anche se penso che in qualcosa si somiglino. Credo abbiano in comune un senso di solitudine. Michela in La valle dei sorrisi è una giovane locandiera del paese che a un certo punto della storia scopriremo orfana; nella serie di Marco Bellocchio, Portobello, interpreto Francesca Scopelliti, una donna sola all’interno di una tragedia che ha visto coinvolte tantissime persone, famiglie, istituzioni. È come se, in un certo senso, lei stessa restasse ai margini della narrazione. Ecco, da questo punto di vista penso che a unire i due personaggi sia soprattutto la solitudine, ma anche la forza. Tutte e due hanno a che fare con un dolore grandissimo da gestire.
La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli è quel posto in cui un estraneo scopre una comunità, un piccolo mondo in cui tutti sono stranamente contenti. Ma tu Romana dove sei quando sei felice?
Ti direi a casa, anche se per me non si tratta per forza di un luogo fisico. Se penso a questa parola, penso ai miei animali. Io ho un cane e gatto, sono gli unici esseri viventi che forse mi conoscono per come sono davvero. A casa sono serena, con loro sono felice.
Mostra del cinema di Venezia, qual è il film che vorresti vedere assolutamente?
Ce ne sono tantissimi, ma te ne cito due che per me sono al primo posto: un film italiano e uno straniero. Il primo è Bugonia di Yorgos Lanthimos - non so davvero cosa farei per avere l’opportunità di farmi dirigere da lui - e il secondo è Duse di Pietro Marcello. Valeria Bruni Tedeschi è un’icona: ho avuto la fortuna di conoscerla di persona lavorando insieme a lei. Spero che possa vincere la Coppa Volpi. Non vedo l’ora di vedere e scoprire l’Eleonora Duse interpretata da Valeria Bruni Tedeschi e diretta da Pietro Marcello.

A proposito di grandi attrici. Monica Vitti tanti anni fa diceva che non esiste un modo preciso per misurare, determinare, spiegare “che cos’è un’attrice”. Tu quando hai preso coscienza del tuo mestiere? Quando hai capito che saresti diventata un’attrice?
Ricordo la folgorazione che ho avuto guardando Il lato positivo, con una performance incredibile di Jennifer Lawrence. Avevo provato un misto di emozioni così diverse. Rabbia, delusione, divertimento, vergogna, tristezza, tutto questo in pochissimi minuti. Ho proprio pensato ‘io vorrei tanto far sentire a una persona tutto quello che ho provato io in questo momento: capita, accolta e rappresentata nella mia ordinaria follia’. Ecco in quell’istante ho preso coscienza che avrei voluto fare questo lavoro. Ci sono stati alti e bassi, certo, è difficile scommettere tutto su un mestiere così, però l’ho fatto e per ora sta andando bene, spero di farlo finché vivo.
In queste settimane c’è stata una grande polemica sull’oggettificazione del corpo femminile, chat e gruppi gestiti da uomini che mostrano scatti di donne, compagne, amiche. Ma oggi il corpo delle donne è ancora nostro, di noi donne?
Il corpo delle donne è nostro, lo è stato e lo sarà sempre. Noi donne dobbiamo convincerci fermamente di questo e non dimenticarlo mai, non farci calpestare e cercare con tutte le nostre forze, anche insieme alle istituzioni, di far capire questo concetto a chi ancora non lo comprende. Io sono finita in uno di questi siti, l’ho scoperto qualche giorno fa. La prima sensazione che ho provato è stata il disgusto completo, non si può esprimere l’indignazione e la vergogna nel venire a sapere una cosa del genere, nonostante poi la gente creda che un’ attrice o un’influencer condividendo la propria immagine non si debba lamentare se accade una cosa così. Stiamo parlando di consenso, questo va discusso e capito. Io per prima mi sto attivando, so che un sito è stato chiuso, ma non è chiudendo siti o gruppi che si risolve la situazione, bisogna fare di più, le azioni di queste persone devono avere delle conseguenze, anche legali.
