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“Il mio cognome rubato dai Maneskin”. Damiano David racconta perché, il successo, le paure e le rivincite (da solista)

  • di Beniamino Carini Beniamino Carini

17 gennaio 2025

“Il mio cognome rubato dai Maneskin”. Damiano David racconta perché, il successo, le paure e le rivincite (da solista)
Damiano David, ora solista, rivendica la sua identità artistica e personale: “Mi hanno sempre chiamato ‘Damiano dei Måneskin’, ma il mio cognome è di famiglia e l’ho reclamato”. Tra il nuovo album in lavorazione a Los Angeles e un tour mondiale da tutto esaurito, il cantautore si racconta: dalle difficoltà del trasferimento negli Usa alla paura di cadere nella trappola della fama...

di Beniamino Carini Beniamino Carini

Damiano David non si ferma mai. Con il suo singolo Born With A Broken Heart in vetta alle radio e un tour mondiale che sta già registrando sold out in città come Londra, New York e Berlino, il cantautore romano si racconta con un’intimità sorprendente al sito Genius. E spiega una scelta personale e artistica: usare il suo nome completo. “Mi hanno sempre chiamato "Damiano dei Måneskin". Ha senso, ovvio, ma a lungo andare mi è sembrato che il mio cognome, quello di famiglia, fosse stato rubato” ha detto in un’intervista. “Usarlo come artista solista è il mio modo di riprendermelo. E poi, diciamolo, Damiano David suona bene”. 

Damiano David durante l'intervista a Genius
Damiano David durante l'intervista a Genius

Il suo percorso come solista lo ha portato a Los Angeles, dove sta lavorando al suo nuovo progetto discografico. Ma il trasferimento non è stato una passeggiata: “All’inizio è stato uno choc culturale. A Roma ci sono piazze, bar, luoghi d’incontro. A Los Angeles sembra tutto più deserto, isolato”, ha raccontato a Vogue Italia. Nonostante le difficoltà, la città gli ha offerto una tela bianca: “Potevo essere chiunque volessi. Questo mi ha ispirato. Ho costruito un nuovo mondo: persone, musicisti, autori. E questo si riflette nella mia musica”. Ma Damiano non nasconde le sue paure: “La trappola della fama e della produzione in serie è reale. Ne sono stato ossessionato tre anni fa”, confessa. Ora, con una maturità che si percepisce anche nelle sue parole, aggiunge: “So chi sono come artista. Se questo album fa flop, non sarà un verdetto sul mio talento. Continuerò a creare, perché so di poter fare musica che funziona”. E mentre i biglietti per la sua data romana vanno a ruba, l’artista si prepara a tornare nella sua città l’11 ottobre: “Roma è casa, e casa non te la toglie nessuno” sembra voler dire. Come il suo cognome.

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